IMPORTANTE OPERAZIONE ANTIMAFIA “LA DECIMA AZIONE”

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Nel corso della notte personale della Polizia di Stato della Squadra Mobile di Foggia e del Servizio Centrale   Operativo   e   Militari   del   Reparto   Operativo   Nucleo   Investigativo dell’Arma   dei   Carabinieri   di   Foggia,   ha   eseguito   un’ordinanza   di   custodia   cautelare   in carcere nei confronti di 30 persone, indagate, a vario titolo per associazione di stampo mafioso, estorsione, detenzione e porto abusivo di armi da fuoco e tentato omicidio. L’indagine, coordinata   dalla   Direzione   Distrettuale   Antimafia   di   Bari, ha   ricostruito   la struttura   organizzativa   e   le   dinamiche   criminali   dell’associazione   mafiosa   denominata Società   Foggiana,   in   continuità   con   altre   precedenti   indagini   già   cristallizzate   in sentenze,   molte   delle   quali   passate   in   giudicato.   E’   per   questo   che   viene   definita convenzionalmente  “DECIMA   AZIONE”,   in   quanto   rappresenta   appunto   la   decima   (in ordine di tempo) delle più importanti operazione antimafia messa in campo dalla DDA di Bari     nel     capoluogo     dauno,     una     operazione     che     ha     documentato     anche     la contrapposizione tra le due c.d. “batterie” mafiose egemoni sul territorio (da una parte quella dei SINESI-FRANCAVILLA e dall’altra quella dei MORETTI-PELLEGRINO-LANZA), e purtuttavia il loro   inquadramento   in   un   unico   contesto   all’interno   della       Società Foggiana.

L’attività investigativa sulla “Società Foggiana”, sulle sue dinamiche   interne   e   sulle sue proiezioni criminali esterne è stata portata avanti,  senza soluzione di continuità, anche in epoca successiva ai fatti accertati nell’ultima indagine, chiamata “Corona”, e si è protratta fino all’attualità: in  tal  modo  è  stato   possibile  documentare   come la predetta organizzazione mafiosa abbia    continuato:

  • a mantenere la sua fisionomia strutturale,  caratterizzata  da  una  suddivisione in batterie e da una forte connotazione a base familiare
  • a ridefinire al   suo   interno,   in   maniera   violenta   e   spregiudicata,   gli   equilibri   di potere tra le diverse batterie, con una ulteriore sanguinosa guerra di mafia;
  • a sviluppare processi   di   gestione   centralizzata   delle   risorse   economiche   del sodalizio,   soprattutto   per   garantire   una   regolare   assistenza   economica   agli associati detenuti;
  • a consolidare la sua capacità di controllo territoriale mediante l’intensificazione dell’attività estorsiva e lo sviluppo di altre forme di infiltrazione nel tessuto socio-economico.

L’esistenza e l’operatività della c.d. “Società Foggiana” è stata da ultimo sancita, proprio di recente, nel processo “Corona” dalla sentenza del GUP del Tribunale di Bari emessa in data   28.4.2016.   Anche   la   Corte   di Cassazione ha ultimamente confermato gli esiti dell’indagine Corona, sancendo, l’8.10.2016, la definitività della configurazione del reato di cui all’art 416 bis cp.  in relazione   all’organizzazione   mafiosa   in   questione   e   delle relative condanne inflitte ai soggetti che ne fanno parte.

Come emerge dai precedenti giudiziari in precedenza citati, la Società Foggiana si è fin da subito caratterizzata per due fattori fondamentali, talmente interdipendenti tra loro da rappresentare una sorta di binomio costitutivo:

−  un’unica organizzazione a base familiare che, tuttavia, opera sul territorio magmaticamente, ripartendosi per “batterie”;

−  la presenza di   una ciclica forza centrifuga generatrice di scontri, talora anche armati, tra le stesse “batterie”. A tali fasi di turbolenta ridefinizione dei rapporti di forza hanno fatto puntualmente seguito fasi di ricerca della ricomposizione, in un andamento sinusoidale   teso   alla   elaborazione   di   più   efficienti   modelli organizzativi, capaci   di governare la complessità del processo espansionistico in atto mediante il recupero della coesione interna.

Più   specificamente, la   causa del  nuovo conflitto armato è rappresentata dal conseguimento della   primazia   e   della leadership all’interno della Società Foggiana  che trova il suo inizio il 13 settembre 2015 quando viene ferito Mario PISCOPIA (convivente della figlia di Rocco MORETTI). Subito dopo questo grave fatto di sangue, il successivo 17 ottobre, avviene   il   tentato   omicidio   di   Bruno   Vito   LANZA.   Sono   questi   i   2   episodi   che rappresentano   la   doppia   offensiva   lanciata   alla famiglia “MORETTI-PELLEGRINO-LANZA”, cui è susseguita nel tempo una lunga scia di omicidi e tentati omicidi.

Nella sua proiezione esterna, il sodalizio ha operato in numerosi settori illeciti in forma quasi monopolistica. E’ emerso  che  uno  dei settori di  maggiore  interesse è rappresentato  dalle estorsioni, realizzate a tappeto nei confronti di tutti gli operatori economici operanti nella città di Foggia: dalle agenzie funebri ai gestori di slot machine, passando per gli esercizi commerciali e gli imprenditori edili. Si è registrato anche il tentativo di condizionamento della società calcistica del Foggia, all’epoca   militante   nel   campionato   di   Lega   Pro.

Infatti In   alcune   intercettazioni telefoniche   è   emerso   che,   i   membri   della   Società   Foggiana   hanno   imposto   alla   società sportiva   Foggia   Calcio   la   stipulazione   di   contratti   di   ingaggio   nei   confronti   di  soggetti vicini all’associazione mafiosa, pur non disponendo di qualità sportive significative.

​E’ emerso come   l’attività  di   infiltrazione   si   realizzava   anche            imponendo l’assunzione

delle persone   indicate   dagli   appartenenti   alla   Società   Foggiana,   come   nel   caso dell’azienda Tamma.

E ancora l’attività estorsiva riguardava tutte le sale scommesse               , anche quelle gestite da familiari e parenti …(“perché non ce ne frega niente…il giro delle macchinette quelli noi li dividiamo ogni tre mesi”)  e  i   costruttori edili… (“ devono pagare:  ho detto se non stai vendendo, tu neanche costruisci. Comunque   ho   detto   a   noi   non   ce   ne   frega   niente…ci devono pagare tutti quanti, tutti i costruttori”).

Relativamente   alle   estorsioni   in   danno   delle agenzie funebri, l’attività captativa  ha evidenziato  come   i  membri   della   Società   Foggiana   hanno   inquinato   non   solo   i   settori economico/produttivi   della   città   di   Foggia,   ma   anche   quelli   sociali   ed   amministrativi, potendo   avere   notizie   riservate   –   evidentemente   trasmesse   da   dipendenti  comunali   – relative al numero giornaliero dei morti. Afferma il Giudice per le indagini preliminari che “…la Società Foggiana riesce ad inquinare tutti i gangli vitali della vita sociale, economica, amministrativa di Foggia ”.

Gli   esponenti   della   Società   Foggiana   nello svolgimento   dell’attività  estorsiva   per   conto del sodalizio mafioso dispongono di una famigerata “lista delle estorsioni     ”, in cui sono riportati i nomi degli imprenditori foggiani che sistematicamente pagano il “pizzo”. Aggiunge   ancora   il   Gip,   che   “L’attività   d’indagine,   altresì,   ha   evidenziato                  lo stato di omertà   assoluta   lo   si   rileva   anche   dal   dato   numerico   delle   denunce,   che   dimostra chiaramente   un   limitatissimo   apporto   all’accertamento   di   reati   commessi   in   danno   di cittadini,   imprenditori,   operatori   commerciali,   rispetto   alla   elevatissima   percentuale   di ipotesi che vengono colte durante le attività tecniche e investigative in corso. Che questi fatti-reato non siano denunciati è un’ulteriore conferma della totale soggezione di larghe fasce   della   popolazione, indotte   a   subire   silenziosamente   i   torti   e   le   angherie   poste   in essere   da   coloro   che   agiscono   evocando   l’appartenenza   a   questo   determinato   contesto criminale: la Società foggiana”. Naturalmente            La Società Foggiana è attiva anche nel settore della cessione  di sostanze stupefacenti avendo la disponibilità di ingenti quantitativi di droga La   forza della   Società   Foggiana   emerge   anche   dalla   volontà di colpire le forze dell’ordine impegnate  ad   assicurare   il   rispetto   delle   leggi,   per   come   risulta   dai propositi di uccidere un ispettore capo presso la squadra mobile di Foggia Altra   fonte   di   guadagni   illeciti   è  rappresentata   dal   progetto   di   infiltrazione   nel   settore delle   scommesse   truccate   con  alterazione dei risultati delle corse dei cavalli.

Tale circostanza   emerge   dall’attività   intercettiva   che   ha   evidenziato   come   i   membri   della Società Foggiana avevano agganciato il    vecchiarello, uomo di Napoli, in grado di truccare le corse tris, facendo vincere il fantino di volta in volta individuato, corrompendo gli altri fantini con 600,00 euro per non piazzarsi.

​Comunque   qualche   segnale   positivo   di   rottura   del   muro   di   omertà   è   stato   registrato attraverso il contributo di alcune vittime di estorsioni che hanno consentito di assicurare alla giustizia i responsabili. E’ un segnale positivo che ci consente di guardare al futuro con maggiore ottimismo.