IL SUONO DEI CAMPANACCI E IL CARNEVALE DI SAN NICANDRO

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Carnevale non è finito anche se il consueto suono dei campanacci di ieri sera hanno dato l’annuncio del termine della festa, anche se, come vuole la nostra tradizione, rimane ancora un altro scampolo domenica prossima con il “Carnevaletto” in cu è in programma “La Quarantana”.

Comunque San Nicandro è tra le poche cittadine italiane in cui anche dopo le “Ceneri” si continua a ballare, a mascherarsi per dare poi l’inizio alla vera quaresima.

 Il gruppo dei campanacci cerca un’offerta da chi si reca, normalmente esercizi pubblici, e se ne va quando riceve “la donativa” e non lasciare un’offerta, anticamente, voleva dire appartenere alla schiera degli avari. Intanto, mentre il suono dei campanacci si disperde nelle ombre della sera e tra le strade cittadine, le ultime maschere si allontanano silenziose come per dare spazio a questa usanza antica che molti interpretano in maniera diversa.

C’è chi è convinto che essi hanno il solo compito di avvisare la popolazione del termine della festa e del suo funerale. Altra tesi è quella che il suono dei campanacci serve a purificare i sannicandresi dalle loro impurità spirituali della festa e consegnarli alla quaresima per un ulteriore cammino di preparazione alla festività pasquale.

Insomma una ritualità carnevalesca tutta sannicandrese costituito dai campanacci che normalmente vengono usati al collo degli animali, bovini o ovini, o dai sognagli di cavalli e muli.

Sul piano dello spettacolo, il suono continuo ed ossessivo dei campanacci contribuisce a creare l’atmosfera, lo spazio uditivo della festa tanto da poter essere l’ultima manifestazione del Carnevale.