IL DILUVIO UNIVERSALE, SONETTI DIALETTALI DI EMANUELE PETRUCCI

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Emanuele Petrucci, scrittore garganico, nato a S. Nicandro G.co (FG), tuttavia residente ad Ancona da vari decenni, non ha mai smesso di manifestare il suo profondo sentimento d’amore che lo lega alla propria terra natale, e ciò lo esprime spesso, con tanta spontaneità e ardore, mediante i suoi molteplici scritti, pubblicati in vari volumi.

La sua espressione, in vernacolo sannicandrese, si manifesta per lo più in sonetti, trascritti anche nella versione in lingua italiana. Variegate le sue pubblicazioni, dai vari volumi di “Ricordanze”, “Le belle immagini di S. Nicandro G.co”, “U Vangéle de mamma ròssa”, ai “Personaggi illustri di S. Nicandro G.co”. Quest’ultima, inserita anche sul sito Culturale Radio Civivo93, al quale l’Autore offre il suo contributo collaborativo. Particolarità degli scritti di Emanuele Petrucci è la nutrita citazione di luoghi, usanze, cibi, personaggi sannicandresi e loro caratteristiche, sempre corredati di immagini a colori, inseriti tuttavia in vari contesti che, nelle ultime pubblicazioni si riferiscono a tematiche religiose, strettamente fedeli a narrazioni bibliche.

Infine giungiamo a: “Il Diluvio Universale” -Anno 2016 -., con Prefazione dell’Autore, , corredato da un “commento” di don Carlo Orsogna, da Casalecchio di Puglia, il quale evidenzia  il “valore salvifico di questo avvenimento biblico”,  affermando che  l’Autore, nel cimentarsi con la Bibbia, riesce a promuovere una modalità – davvero inusuale -, valida e proficua di “evangelizzazione”.

Nella Prefazione, Emanuele Petrucci precisa di aver affiancato nella pubblicazione la versione italiana, affermando: “anche se non ha la pretesa di essere perfettamente rimata come la versione vernacolare ”.

Prima di riportare i sonetti e al termine di questi, utili e interessanti sono i “cenni di storia” su Noè e sulla singolare Arca, che ha tratto in salvo dal Diluvio Universale tutte le specie viventi. Risulta avvincente la ricerca svolta sull’origine dell’Arca e sulle varie tesi sostenute da studiosi, sul ritrovamento dei reperti e localizzazione della stessa. Altrettanto utile è la genealogia del grande Patriarca Noè, ivi riportata, con l’elencazione delle 10 generazioni che si sono succedute, a partire dalla creazione.

I tanti sonetti, scritti in vernacolo, in struttura metrica variegata, raccontano di Noè, della sua chiamata, dell’Arca e della durata del Diluvio, fino al ricominciare di una nuova vita, lodando il Signore con riconoscenza e amore, mediante la costruzione e l’inaugurazione di un Altare.

Sempre ottimista è la conclusione di ogni avvenimento ed episodio narrato, che lascia il lettore con un benevolo sorriso, stimolante alla riflessione.

Così come nel racconto biblico, giunto in conclusione, l’Autore evidenzia il patto perpetuo del Signore, avvenuto dopo il Diluvio.  È un patto singolare, che giammai in futuro si sarebbe ripetuto: nessun essere vivente sarebbe più stato colpito, nonostante l’inevitabile realtà della miseria umana.

Intanto un arco straordinario, quale variopinto arcobaleno, s’erge splendente in cielo, quale simbolo e suggello di alleanza, nonché testimonianza d’amore di Dio Padre Creatore, verso ciascuna creatura: “Jè  nu  ròsse  arche  de pace  ca  tutte ana seguì / fatte de luce  de  ògn’e   cchelóre / ca  ddòpe  chiòvete  ngéle  adda   cumbarì ! ”.

Natina Mascolo – Vaira