I CARABINIERI SEQUESTRANO A PREGIUDICATO BENI PER UN MILIONE DI EURO

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Ieri, alle prime luci dell’alba i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Foggia, ed in particolare quelli della neocostituita Sezione Misure di Prevenzione, con il supporto dei militari dei Comandi territorialmente competenti, dello Squadrone Eliportato Cacciatori Puglia, delle unità del Nucleo Cinofili di Bari e del Gruppo Carabinieri Forestale di Foggia, hanno dato esecuzione ad un provvedimento di sequestro dei beni al pregiudicato foggiano M. L.

Il provvedimento è stato emesso dalla III Sezione Penale del Tribunale di Bari, su richiesta della Procura della Repubblica di Foggia, che ha costantemente coordinato il lavoro dei Carabinieri in tutte le delicate fasi di indagine. A seguito di complessi accertamenti patrimoniali e bancari, i Carabinieri sono riusciti a ricostruire le vaste disponibilità immobiliari e finanziarie del L., soggetto notoriamente attivo nel lucroso traffico degli stupefacenti.

L’uomo, che formalmente risulta essere nullatenente, aveva in realtà reimpiegato le ingentissime somme di denaro provento dell’attività illecita in un vasto complesso immobiliare, oggetto del sequestro, costituito da tre lussuose villette, ben sedici box auto e un’ampia scuderia, in passato utilizzata per ospitare numerosi cavalli da corsa. Le complesse indagini bancarie hanno permesso di dimostrare l’esistenza di un amplissimo scollamento tra capacità reddituale dell’intero nucleo famigliare e considerevoli investimenti immobiliari effettuati in poco più di un decennio.

Così, Carabinieri e Procura hanno ottenuto l’accoglimento da parte dei Giudici della proposta per l’applicazione di questa importante misura di prevenzione patrimoniale.

Le norme vigenti in materia prevedono che il mafioso, o colui il quale, sulla base di elementi di fatto, è ritenuto socialmente pericoloso, possa essere colpito non soltanto con gli strumenti propri dell’azione penale, ma anche tramite strumenti preventivi, quali la sottoposizione alla sorveglianza speciale o, come in questo caso, all’ablazione dell’intero patrimonio provento di attività illecite.

Il L., che callidamente aveva cercato di eludere la riconducibilità a sé del suo vasto patrimonio, mediante una serie di atti falsi e ad una rete di prestanome, è stato ugualmente colpito grazie ai pregiati strumenti che il Legislatore ha fornito alle forze inquirenti con il Codice Antimafia.