GOVERNO FA CASSA SULL’EREDITÀ: PRONTO UN INNALZAMENTO DELLE ALIQUOTE FISCALI

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Il Governo sembra intenzionato a far cassa anche sui defunti. A dirlo è Milano Finanze, che appunto ha fatto trapelare che l’Esecutivo starebbe pensando ad una “riforma della normativa sulle successioni”, ponendo in essere una ‘stretta fiscale‘ nei confronti degli eredi sia in linea retta che in linea collaterale. Per la verità, l’idea parte dalla proposta di legge presentata da deputati Sel lo scorso anno, che prevedeva una riduzione delle franchigie (al di sotto delle quali non si pagano tasse di successione) da 1milione a 500mila euro per coniugi e parenti in linea retta e un contestuale aumento delle aliquote, dal 4 al 7%. Il Governo ora invece è intenzionato ad inasprire la tassa di successione per quelle in linea retta (padre-figlio), riducendo da un lato la franchigia fino a 300-400 mila euro e estendendo di conseguenza il bacino di coloro che dovranno pagare l’imposta; dall’altro innalzando indistintamente tutte le aliquote. In breve, gli eredi che devono presentare entro 12 mesi dal decesso del congiunto la dichiarazione di successione, proprio perchè hanno ereditato dei beni immobili e mobili, dovranno pagare un imposta di successione più salata di quella finora pagata. Ricordiamo che in caso di morte infatti, l’insieme dei beni e i diritti appartenuti al defunto (immobili, beni mobili, azioni, gioielli, mobilio) va a costituire l’attivo ereditario. La differenza tra attivo e passivo costituisce l’asse ereditario sul quale, dopo aver calcolato franchigie ed esenzioni, l’erede è tenuto a pagare l’imposta di successione.

Cosa prevede la proposta di legge di iniziativa del Governo?

Nello specifico la proposta di legge prevede che su un patrimonio ereditario che supera i 5 milioni di euro, le aliquote siano pari al:

  •  21%, per coniuge, genitori e figli;
  •  24%, per fratelli e sorelle;
  •  30%, per tutti gli altri parenti sino al 4° grado;
  • 45%, per gli altri soggetti.

L’imposizione della nuova tassa sulle successione, qualora entrasse in vigore, prevede che ci sia un innalzamento delle aliquote che passano:

  • dal 4 al 7%: per il coniuge ed i parenti in linea retta (genitori e figli), con una franchigia  di 400 mila euro;
  • dal 6 al 8%, per fratelli e sorelle, con una franchigia di 1000 mila euro;
  • dal’6 a 10%, senza franchigia, per gli altri parenti fino al 4^ grado, affini in linea retta e in linea collaterale;
  • dall’8 al 15% su tutto il valore ereditato da altri soggetti.

Le stesse modifiche varrebbero pure per le aliquote relative all’imposizione sulle donazioni. Ne discende che tale aumento dell’imposizione fiscale si aggiunge inoltre alle altre imposte che gli eredi devono pagare ovvero le imposte ipotecarie e catastali che devono essere liquidate prima della presentazione della dichiarazione di successione.

Effetti dell’innalzamento della tassa di successione e sulle donazioni

Dietro quindi quella che si presenta una vera e propria patrimoniale, si nasconde l’esigenza del Governo di racimolare circa 5 miliari, per far quadrare i conti del 2016 e del 2017. E ciò perché se da una parte c’è stata una crescita inferiore alle attese, dall’altra le istituzioni Europee ci stanno ancora con il fiato sul collo. Servono quindi soldi per coprire buchi e sicuramente il bene immobile patrimoniale è quello che assicura sempre un certo livello di certezza sulle entrate fiscali. Questo sarebbe l’unico modo per far cassa, anche perché ad aprile arriveranno le nuove stime del DEF e a maggio, il giudizio di Bruxelles sulla legge di Stabilita 2016. Con buona pace degli italiani, che saranno i primi a rimetterci

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