EDITORIALE DELLA DOMENICA. UNA SCELTA DIFFICILE

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Tra due settimane l’Italia tornerà al voto per il rinnovo dei Parlamento e del Senato della Repubblica. E’ la notizia di prima pagina ogni giorno per i giornali e per le trasmissioni televisive. Questo perché ci sono due fatti eccezionali che si sono verificati contemporaneamente, il voto estivo che è stato un pò distratto dalle vacanze ed il brevissimo periodo di tempo per la campagna elettorale.

Anche quest’ultima sarà condizionata dalla legge elettorale che premia le coalizioni, tanto è vero che, da tutti i sondaggi, il centro destra sembra essere in vantaggio su tutti. Il centrosinistra, invece, che ha preferito non allearsi, occupa la seconda posizione.

Si assiste, intanto, ad una campagna elettorale che parla poco di programmi e si parla, da una parte, di una deriva istituzionale, mentre dall’altra, vengono evidenziati i tanti errori delle precedenti legislature.

A ridosso del centrodestra e centrosinistra c’è il terzo polo, il Movimento 5 Stelle ed, a seguire, altri con percentuali che, per qualcuno, potrebbe non raggiungere l’obiettivo dell’ingresso in Parlamento.

In tutto questo, la gente è distratta in quanto la crisi dell’invasione dell’Ucraina ha dato un forte scossone elle economie europee ed è preoccupata per i rincari, per le bollette dell’energia e per i prezzi dei generi alimentari.

Il nuovo Parlamento si troverà come tema principale ed urgente il reperimento di somme per gli aiuti alla popolazione. Aumenterà il debito che poi pagheranno i giovani? Quasi certamente perché dai fondi del bilancio statale non è possibile attingere nulla.

Però di cosa fare e come fare circa gli enormi e gravi problemi da affrontare la politica non dice niente o, per lo meno, solo proclami e parziale indicazione di una soluzione concreta. Senza poi parlare della pandemia Covid che, per tutti, sembra già superata tanto è vero che nessuno più ne parla mentre i problemi sanitari restano e, guarda caso, è già pronto l’ultimo dei vaccini per la prossima campagna.

Intanto si andrà al voto il 25 settembre e, oltre alla propria ideologia individuale, si dovrà tener conto del futuro economico dell’Italia. Qualunque coalizione vince quel problema sarà sempre lì per essere risolto. Ma si parla solo di derive ideologiche e di esperienze fallimentari pregresse mentre la gente è travolta da un insolito destino che la politica impone.

A chi credere?

Il Direttore