EDITORIALE DELLA DOMENICA, RUOLO DELL’ASSOCIAZIONISMO E CONSULTA COMUNALE

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In questa settimana si è fatto un gran parlare non tanto della Fiera di Ottobre in sè, ma della individuazione dell’associazione a cui affidare la gestione della festa. La Pro Loco che ne aveva fatto richiesta in quanto organizzatrice delle precedenti edizioni è stata esclusa a favore del Comitato Feste con cui collaboreranno altre due sigle associative, Oro tra le mani e Confcommercio. Si è parlato di tutto e di più e questo impone all’amministrazione comunale una attenta riflessione sul ruolo dell’associazionismo locale e sulle rispettive competenze.

Innanzi tutto occorre regolamentare meglio questo mondo costituendo una “Consulta comunale delle associazioni” ove vengono iscritte tutte le associazioni in possesso dei requisiti necessari e la loro specifica attività statutaria. Il volontariato è un mondo che comprende ogni settore della vita pubblica ed è importante che l’ente pubblico conosca le singole competenze di ciascuna e il loro settore di riferimento.

La Consulta diventa un organo che si interfaccia direttamente con l’amministrazione comunale e predispone annualmente un programma generale delle attività delle singole associazioni in modo che si abbia un prospetto generale di tutti i possibili eventi annuali in modo che il comune possa predisporre anche un piano finanziario di sponsorizzazione per le manifestazioni.

In questo contesto associativo è possibile un dialogo comune anche tra associazioni affini, un calendario che si sviluppi per tutti i mesi dell’anno, un aiuto logistico di sussidiarietà da parte delle associazioni non direttamente coinvolte con gli eventi, ecc.

La Consulta diventa un organismo che non guarda il colore politico di turno ma guarda al futuro e alla crescita collettiva di tutto il territorio. Ed ancora, una Consulta efficiente potrebbe essere da pungolo alle singole amministrazioni per le varie attività da svolgere misurandone anche la capacità dell’ente comune ai fini del raggiungimento dei risultati voluti.

San Nicandro, e questo lo insegna la nostra storia, non ha mai avuto tanta voglia di confrontarsi perché spesso c’è un personalismo sfrenato. Ma se non si cambia mentalità e con si capisce che uno è solo uno ma che uno più uno diventa anche tre, si continuerà a discutere sul niente in quanto solo il niente rimarrà l’unico argomento per fare quattro chiacchiere trascinandosi lungo il corso in attesa che venga la sera e domani sarà sempre lo stesso giorno.

Il Direttore