EDITORIALE DELLA DOMENICA. LE MANI DEGLI AGRICOLTORI, I GUARDIANI DELLA TERRA

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Sono terminate le agitazioni degli agricoltori di tutta Italia i quali, con i loro trattori nelle piazze italiane ed europee, hanno manifestato il grave pericolo di un lavoro che li penalizza fortemente al punto di uno stop delle varie produzioni per impossibilità di coprire i costi.

Si capisce che se si fermasse il settore, le ripercussioni sarebbero fatali per tutti, sia per i produttori che per i consumatori finali. Ed allora che fare?

Il lavoro nei campi è stato sempre ai margini delle scelte ma proprio questo lavoro ha garantito la vita di tutti ed il merito è solo degli agricoltori che con il loro sudore e con le loro mani hanno nutrito tante generazioni.

Sì, le mani che segnate dal vento, dal freddo, dall’acqua, dai calli e dalle ferite raccolgono, zappano fino a diventare guardiani della terra di cui conoscono ogni cosa, sia il sorriso quando il raccolto è buono e sia il pianto quando arrivano i temporali, le grandinate, la neve con la perdita di ogni speranza.

Le mani degli agricoltori sono la testimonianza del loro lavoro, mani solcate da un sapere antico che non conoscono riposo. Il mestiere più antico del mondo che si tramanda nel tempo fatto di tante mani che non sono mai perfette perché trasudano fatica e una storia fatta di speranze perché legata a tante variabili che non possono essere controllate.

Purtroppo molti agricoltori sono costretti a cambiare mestiere tanto è vero che nelle campagne si trovano sempre meno giovani mentre il futuro di questa tradizione dovrebbe appartenere proprio a loro per recuperare una dignità che con il tempo hanno perduto.

Allora occorre dare maggiore attenzione a chi continua a produrre ed a raccogliere il cibo che poi troviamo sulle nostre tavole e pensare alle mani degli agricoltori, mani ruvide, solcate da una storia antica e che è testimonianza di duro lavoro e di un sapere antico che si tramanda di generazione in generazione.

Il Direttore