EDITORIALE DELLA DOMENICA. ELEZIONI EUROPEE: CON L’ASTENZIONISMO DEMOCRAZIA IN CRISI

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Alla fine della prossima settimana l’Italia andrà al voto per la elezione dei rappresentanti nel parlamento europeo. Nella partecipazione a questo voto, negli anni passati, c’è sempre stato un alto astensionismo e che significa che minore è la partecipazione e maggiore è il peso politico relativo di chi partecipa. Tutto questo vuol significare che pochi possono decidere indirizzi politici per i molti consolidando sempre più una fragilità democratica che dura da decenni. E’ come dire che chi non va a votare rimanendo a casa vota comunque con una delega in bianco per i cittadini votanti.

Se la partecipazione al voto dovesse ancora scendere allora è la stessa democrazia a essere insidiata. Questo “partito del non voto” potrebbe essere noncuranza o protesta, come segni da affidare alla politica. Questa maggioranza silenziosa non crede più alla politica che, almeno a livello europeo, ha perso appeal e coerenza. E non si tratta di specifiche parti della popolazione ma è un fenomeno che coinvolge un po’ tutte le categorie.

Cosa ha ideato allora la politica verso il “partito del non voto”? L’illusione del “voto utile”, cioè indirizzare il voto verso un partito o una coalizione che possa poi avere un peso sulle decisioni da prendere.

Insomma bisogna saper scegliere senza delegare gli altri, il voto è un diritto e un dovere civico e tutti devono fare le loro scelte. Il silenzio di chi non vota non è accettabile, occorre ritrovare il gusto della partecipazione politica ricordando sempre che sono in molti che hanno pagato con il sangue la conquista di questo fondamentale diritto.

Si metta da parte l’indifferenza e si dia più spazio alla logica di una scelta, qualunque essa sia, perché domani non si potrà avere nessun diritto di giudicare l’operato di chi ha vinto o di chi ha perso per scelte fatte da altri pure per te.

Il Direttore