EDITORIALE DELLA DOMENICA. CONFRONTI E NON SCONTRI NELLA POLITICA SANNICANDRESE

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Dopo l’insediamento della nuova amministrazione comunale di San Nicandro avvenuta quasi un anno fa, si era pensato che qualcosa in politica sarebbe potuto cambiare soprattutto a livello di comportamenti da parte degli eletti in consiglio. Dopo la pausa estiva sono cominciati alcuni dissapori fini a concludersi con gli ultimi avvenimenti che hanno comportato variazioni all’interno della giunta e litigi continui tra alcuni partiti della maggioranza fino all’ultima dimissione dell’assessora Montemitro con un nuovo ingresso che ci sarà a giorni.

Insomma una amministrazione che non ha vita facile al suo interno. Ma perché tutto questo?

Tutte le elezioni hanno insegnato che i risultati perseguiti sono sempre effimeri e quindi è il caso di ripensare al percorso da seguire per assicurare la governabilità di San Nicandro. La prima cosa è rappresentata dal confronto che sembra essere completamente assente a favore dello scontro anche personale. Invece, accettare opinioni discordanti, attraverso uno scambio costruttivo, permette di migliorare se stessi e prendere soluzioni migliori. Imparare ad ascoltare ed a comprendere le diversità rende più flessibili.

L’atteggiamento più apprezzato in politica è rappresentato dal confronto con chi la pensa diversamente. Occorre continuamente mettersi in gioco. Evitare di incontrarsi e discutere è una debolezza che porta al fallimento. Non bisogna nemmeno avere paura di fare “il compromesso” che deve risultare espressione di scelte condivise, in tutto o in parte, di scelte ragionate ed argomentate anche muovendo da posizioni differenti. Per tutelare gli interessi dei sannicandresi anche il compromesso non è un fattore negativo. Lo diventa se la soluzione scelta vuole essere il perseguimento di potere. Il desiderio di governare è sempre legittimo ma non può e non deve giustificare scontri continui e ricambi di cariche assessoriali.

San Nicandro ha bisogno di essere amministrata nel modo migliore ma per farlo occorre riavvolgere il nastro e cominciare a risolvere i tanti problemi con il dialogo abbandonando la politica dello scontro e confrontandosi quotidianamente sui problemi, lavorando ogni ora della giornata, assicurando la presenza fisica nella sede istituzionale del comune. Occorre una svolta che sia tangibile e che sia percepita anche dai cittadini. Meglio costruire ponti e superare ogni ostacolo che chiudersi nella consapevolezza assurda che la ragione sia sempre dalla nostra parte perché si scontra con le ragioni degli altri che possono essere più forti delle nostre.

Un segno di discontinuità farebbe senz’altro bene alla nostra città.

Il Direttore