DUE PASSI NELLA STORIA DI SAN NICANDRO: LA LOGGETTA

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Loggetta della Terra Vecchia

Delle vecchie mura di San Nicandro restano solo alcune tracce: quelle vicino la torre di avvistamento e la parte vicino la torre di tramontana. Da queste mura è stato aperto un arco munito fino alla fine del 1800 di un portone in legno. Il portone non esiste più anche se si notano ancora i cardini dello stesso.

Su quest’arco venne costruita quella che poi doveva diventare uno dei simboli più conosciuti di San Nicandro, la Loggetta. Probabilmente fu costruita per rendere l’ingresso del castello esteticamente più bello.

La Loggetta ha una forma trapezoidale con undici arcate: cinque all’interno e sei all’esterno. Quindi undici balconcini protetti da ringhiere in ferro battuto con motivi floreali.

Diceva Silvio Petrucci: “La ringhiera a ferro battuto al modo andaluso gonfiava il suo petto d’oca sovraccarico di fiori”. In effetti sa tanto di spagnolo lo stile, forse un omaggio a Re Ferdinando.

Niente di più sbagliato perché in qual periodo, come rileva anche Giuseppe Galasso, reggente della corona fu nominato Domenico Cattaneo Principe di Sannicandro, in quanto il re aveva appena nove anni.

Forse poiché la costruzione fi fatta erigere quasi certamente dalla famiglia Picciolo durante l’epoca baronale, l’appellativo di Loggetta baronale derivi proprio da questo motivo anche se fu abitualmente sede dei principi che governarono Sannicandro.