La normativa vigente in Italia sulla sicurezza dei beni storici, artistici ed architettonici appartenenti alla CHIESA è abbastanza complessa in assenza di una normativa che riguarda la sicurezza dei beni di “ culto” ( e che coinvolge la stessa “ proprietà “) che in ITALIA appartiene nella stragrande maggioranza dei casi alla chiesa cattolica ( e quindi al Vaticano) che provvedono alla stipula diretta delle assicurazioni, mentre in Francia no. Lo Stato in Francia provvede quindi direttamente alla copertura assicurativa dei beni di culto in generale e su 93 opere , solo 10 sono assicurate da privati del settore.
Dopo l’incendio della cattedrale “Notre-Dame de Paris” abbiamo saputo quasi tutti, che appartiene al patrimonio mondiale dell’ UNESCO come tante altre opere in Europa e nel Mondo. Dopo gli incendi verificatisi al “teatro la Fenice di Venezia” ed al duomo di Torino, dove era custodita in una teglia di vetro “la Sacra Sindome“ , la normativa sulla sicurezza dei beni storici , artistici ed architettonici in cui rientrano anche la gran parte dei beni di culto non è stata modificata gran che ma pure sappiamo che gli italiani sono “allergici” ad osservare le disposizioni di legge e così finisce che solo dopo ogni evento o calamità ritenuta quasi sempre “straordinaria”, l’elenco normativo si allunga .
Vedremo cosa accadrà dopo questo caso che per fortuna non ha avuto vittime. Cosicché dopo questo ennesimo incendio far notare che per le chiese, non vale ciò che si pretende come “obbligatorio” alle altre strutture pubbliche o aperte al pubblico in modalità permanente o temporanea in caso di eventi, si passa “ tanto per cambiare da guastafeste”. Ciò anche perché sempre più spesso all’interno delle nostre chiese si organizzano sempre più spesso concerti ed eventi di alto livello con la partecipazione di grandi masse di fedeli che ormai la politica dei “parolai e delle promesse al vento” non riesce più a trascinare .Basta vedere l’assenza di partecipazione dei cittadini ai consigli comunali.
Per chi come me crede nell’informazione anche attraverso questo Blog, ritengo che i cittadini tutti, credenti e non, devono essere consapevoli, non solo che il loro Paese discrimina gli edifici in base a criteri ben poco degni di uno Stato sedicente laico, ma anche che, entrando in quegli edifici, le norme di sicurezza che li tutelano altrove non sono vigenti nelle chiese o cattedrali. Infatti non si è mai vista una sola uscita di sicurezza con maniglioni a spinta verso l’esterno; dell’ illuminazione di emergenza segnalata; di impianti automatici o di sistemi manuali antincendio, di piani di sicurezza ed evacuazione esposti in bacheca.
Con ciò non voglio mettere minimamente in discussione, e in alcun modo, la libertà dei cittadini di entrarci o meno, ovviamente , ma per la “ Chiesa cattolica “ che è senza alcun dubbio il maggiore potere finanziario e detentore di beni immobili, mobili e di tesori di culto oggi esistente e non, questo problema che riguarda la “sicurezza e la pubblica incolumità”, dovrebbe porselo.
D’altronde nessuno può realisticamente stimare quanto valga il patrimonio immobiliare del Vaticano , ovverossia quanto possa essere stimato in valore la BASILICA di SAN PIETRO, o il DUOMO di MILANO, o di qualsiasi altra cattedrale in Italia ed all’estero come “ Notre-Dame de Paris”. E ciò, se si pensa che, per la sola ristrutturazione e ripristino dei danni , occorreranno diverse migliaia o svariati miliardi di euro che il governo francese solo dopo qualche giorno richiede ai privati, attraverso la lanciata gara di solidarietà estesa anche all’Europa ed al mondo intero.
Da noi, che il patrimonio storico – artistico – culturale è invece quasi sempre assicurato da società private, bisogna dire che per la gran parte non è neppure censito e riportato nella esatta consistenza nei “ catasti storici ed archivi ” dello Stato, tanto da diventare gli immobili della chiesa dei veri “ buchi neri“ anche dello “stato pontificio“. Un vero universo entro il quale non c’è solo il Vaticano , ma una vera galassia di satelliti fatta di ordini religiosi, confraternite, fondazioni ed enti morali sempre in continua metamorfosi.
Lo Stato Italiano forse proprio per evitare l’ingerenza nei beni della chiesa , in genere e nella prassi non ha individuato nelle chiese, quelle attività soggette a “ rischio “ nelle varie tipologie , se non come “luogo di lavoro “ , non avendole specificatamente elencate nel Decreto Ministeriale del febbraio 1982 e nel Decreto del Presidente della Repubblica n. 151 / 2011, che introduce nuove categorie di strutture soggette a controlli ed a CPI (Certificato Prevenzione Incendi).
“Nella diverse risposte date ai diversi quesiti rivolti negli anni trascorsi ai diversi comandi dei VV.FF. (Ministero degli Interni) per i locali di “pubblico spettacolo”, si chiarisce che le chiese “non sono locali di spettacolo e trattenimento secondo i chiarimenti contenuti nella circolare n. 52 / 1982, punto 4.1” e “pertanto non sono compresi nel punto 83 del D.M. 16 febbraio 1982”. Ma sono “fatte comunque salve le disposizioni contenute nell’art. 15, punto 5 del D.P.R. del 29 luglio 1982, n. 577″, che disporrebbero anche per le chiese alcuni adempimenti di legge per il certificato di prevenzione incendi”.
Siamo come al solito di fronte al solito caos legislativo all’italiana in assenza di normative sulle chiese e sugli stessi eventi (vedi ad esempio i riti del venerdì Santo e Pasquali), dove in determinate occasioni religiose ed eventi straordinari sono sovraffollati fino all’inverosimile, sia all’interno che all’esterno degli edifici, con evidenti conseguenze nel garantire il tempestivo arrivo dei soccorsi e di mezzi dei VV. del FF che per il loro ingombro e massa presentano notevolissime “criticità” di accedere nei centri storici.
Colgo l’occasione di rivolgere un saluto ed una Buona Pasqua, raccomando prudenza nella Pasquetta.
Gianni Della Torre