DOMENICA TORNA L’ORA LEGALE

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Nella notte tra sabato 26 e domenica 27 marzo le lancette dell’orologio andranno spostate di un’ora avanti.  L’ora legale durerà fino a domenica 30 ottobre, quando rientrerà in vigore l’ora solare.

Quello dell’ora legale è un appuntamento ormai abituale, ma che già dal 2018 è stato posto sotto esame dalla Commissione europea.

Ma quali sono le ragioni che hanno spinto il nostro Paese a rigettare la proposta dell’Unione Europea di eliminare il doppio orario? Nel 2018 la Commissione invitò i paesi membri a valutare la possibilità di annullare il cambio di orario. Fu, quindi, lanciata online una consultazione, con lo scopo di conoscere il parere dei cittadini dell’Unione i quali si espressero in maggioranza a favore dell’abolizione della doppia ora. L’UE chiese, di conseguenza, a tutti gli stati di decidere se mantenere l’ora legale o quella solare.

Contraria alla revisione delle direttive sull’orario, l’Italia decise di depositare una richiesta formale al Parlamento di Bruxelles per poter mantenere il sistema attuale, in vigore dal 1966.

Perché l’Italia si oppone? Il nostro Paese si è schierato, insieme ad alcuni altri del bacino Mediterraneo come Spagna e Grecia, a favore del sistema attuale, perché permette molti più vantaggi nello sfruttamento delle giornate e un minor dispendio energetico: spostare in avanti di un’ora le lancette nel periodo estivo, quando il sole sorge alle 4.30 e tramonta alle 20, permette infatti di avere luce dalle 5.30 fino alle 21, allungando di fatto il periodo a disposizione per attività all’aria aperta, nei locali, a vantaggio quindi del turismo e anche del benessere generale. Consente, poi, di ridurre in consumi di energia elettrica in una fascia oraria in cui la gente è sveglia, come dalle 20 alle 21.

Cosa accadrà in futuro? Il “no” alla possibilità di scegliere un solo orario da mantenere tutto l’anno, poi, è legato alla necessità di evitare una situazione caotica in Europa, dove da paese a paese si potrebbe essere costretti a dover modificare l’ora.

Il Parlamento europeo ha approvato la risoluzione legislativa sull’abolizione dell’ora legale con 410 voti a favore, 192 contrari e 51 astensioni. Secondo la nuova norma, chi tra gli Stati europei deciderà di mantenere l’ora legale, il prossimo 27 marzo 2022 non dovrebbe più regolare gli orologi.

Il testo approvato rappresenta la posizione del Parlamento europeo nei futuri negoziati con i ministri Ue per la formulazione definitiva della normativa.