COVID19 FARA’ ANNULLARE SAGRE, MANIFESTAZIONI CIVILI E FESTE PATRONALI?

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Il Covid 19 porta ha portato con sé enormi problemi sanitari a cui si aggiungono altri importanti problemi economici. E’ chiaro che la salute collettiva è il problema prominente a cui va data soluzione ma se il mondo economico va a rotoli tutte le nazioni avranno un bel da fare per i propri cittadini senza lavoro e con le casse statali vuote, sempre nella speranza che l’Europa dia una mano a tutti i suoi stati. Ecco che proprio il mondo del lavoro comincia a spingere per una ripresa e per una riapertura.

Ed è proprio in quest’ottica che sia in Puglia che in Basilicata, ma anche in altre regioni soprattutto meridionali, si è cominciato a parlare se le tante manifestazioni, le sagre dei paesi e le feste patronali che capitano quasi tutti nella stagione primaverile ed estiva potranno essere organizzate o annullate.

I vescovi hanno già comunicato che fino al al 13 aprile, ma con il nuovo decreto si arriva al 3 maggio, tutti questi eventi devono essere annullati proprio per l’emergenza Coronavirus ipotizzando la possibilità che, una volta cessata l’emergenza sanitaria, le feste dovrebbero limitarsi alla sola festa religiosa.

E’ evidente che se fosse veramente così in tutta la Puglia, dalla provincia Foggia fino al Salento, dove le tradizioni fieristiche e delle feste popolari ma anche sagre e feste parrocchiali sono fortemente radicate, ci sarebbe un danno economico molto rilevante. Un dramma economico stimato in molte decine di milioni di euro e un danno irreversibile che porterà alla scomparsa di centinaia di Imprese del settore Aree Pubbliche che si fondano principalmente, se non esclusivamente, sulla partecipazione a questo tipo di manifestazioni.

La macchina organizzativa che sta dietro le organizzazioni di feste patronali, sagre e manifestazioni civili, come le luminarie, i fuochi d’artificio, il settore degli ambulanti, gli artisti ed altro racchiude persone che fanno questo tipo di attiviità con impegno e sacrificio.

Si deve anche ricordare che le tradizioni del territorio sono il punto di ritrovo di una comunità, dove si riscopre il senso vero delle radici, dell’appartenenza e, insieme al lavoro, servono a dare una ventata nuova e significativa di economia sul territorio.

Queste attività sono momenti di aggregazione, oltre a fornire lavoro agli operai, creano economia per ristoratori, bar e attività commerciali che traggono vantaggio durante le feste e tutte queste categorie sono proprio quelle già duramente colpite dalle restrizioni di legge che si sono rese necessarie promulgare per prevenire la diffusione del contagio. In sintesi, ad oggi, quello delle sagre, manifestazione e feste patronali, è ancora un problema irrisolto.

Covid-10 permettendo, se l’emergenza sanitaria potrà offrire la possibilità di fare questi eventi, sicuramente i vescovi permetteranno le consuete funzioni relative alla festa religiosa e non ad altro. Poi ci saranno decreti del governo nazionale che regolarizzeranno sia detti eventi che anche la prossima stagione estiva. Ma se la linea di prevenzione non cambia, ossia osservare il distanziamento tra persone come è stato già anticipato  dalla Organizzazione Mondiale della Sanità in merito agli stabilimenti balneari, sembra proprio improbabile che approvi processioni, concerti, ed altro in cui il distanziamento tra le persone  non può essere affatto assicurato.