BORSELLINO E LA STRAGE DI VIA D’AMELIO

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Il 19 luglio 1992 a Palermo la strage in cui Paolo Borsellino perse la vita insieme agli agenti di scorta Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Emanuela Loi, Claudio Traina e Vincenzo Fabio Li Muli.

Su iniziativa della mamma di Paolo Borsellino, Maria Pia Lepanto, un anno dopo la strage, nella voragine lasciata dall’esplosione del tritolo in via D’Amelio, venne piantumato un piccolo ulivo proveniente da Betlemme. L’iniziativa si realizzò grazie alla solidarietà del Movimento per la Pace delle Donne in nero palestinesi e israeliane, della Comunità araba e della Comunità Salesiana di Cremisan e delle Ong Ciss di Palermo e Cocis di Gerusalemme.

Un simbolo di pace e di giustizia, universale e sempre più necessario secondo la sorella del giudice, Rita Borsellino, che, ricordando le parole di Giovanni Paolo II, ha ribadito che “non c’è pace senza giustizia”. “E giustizia non ce n’è – ha aggiunto la dott.ssa Borsellino – non ce n’è perché non se ne è voluta, allora il messaggio sia questo: vogliamo la giustizia e, siccome è una cosa realizzabile, realizziamola”.

“Il messaggio di mia madre – ha spiegato Rita Borsellino – è quello che mi ha dato la forza di fare quello che ho fatto poi nei 25 anni successivi: era tanto diverso da me, troppo difficile per me, ma le sue parole mi sono rimaste sempre dentro e mi hanno accompagnato… La sua forza è stata la mia forza in questi anni”.
La forza delle donne che da Betlemme 25 anni fa hanno fatto arrivare l’ulivo della Pace in via D’Amelio, la forza delle donne che Papa Francesco tiene tanto in considerazione. E proprio il Papa sarà a Palermo il 15 settembre prossimo. “E’ bellissimo – commenta Rita Borsellino – anche questo è un segno importantissimo: la presenza di Papa Francesco in una città come questa, complessa, difficile, ma anche una città che sa esprimersi con grandi verità, con grandi verità…”.