ATTENZIONE RAGAZZI, BERE ALCOL AUMENTA IL RISCHIO DI SETTE TIPI DI CANCRO

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Quasi il 90 per cento delle persone non associano il “piacere” di bere alcolici con l’aumento delle probabilità di ammalarsi di cancro: questo è quanto rivela un nuovo report commissionato da Cancer Research UK.  Il rapporto arriva in vista della consultazione per le nuove linee guida proposte dai direttori dei servizi medici del Regno Unito che sono state comunicate nel mese di gennaio. Questi hanno richiamato l’attenzione sul legame tra alcol e cancro e hanno evidenziato la necessità di una maggiore consapevolezza delle persone di questo rischio. Bere bevande alcoliche comporta un aumento del rischio per ben sette diversi tipi di cancro (al fegato, al seno, all’intestino, alla bocca, alla gola, all’esofago e alla laringe), ma quando alla gente è stato chiesto quali sono gli effetti dell’alcol sulla salute, solo il 13 per cento degli adulti ha menzionato il cancro.

L’indagine ha inoltre evidenziato una mancanza di comprensione del legame tra il consumo di alcol e il rischio di sviluppare alcuni tipi di cancro. Quando è stato detto alle persone che l’alcol poteva essere la causa di 7 tipi diversi di tumori, l’80 per cento ha detto che pensava che questa sostanza causasse solo il tumore al fegato, ma solo il 18 per cento era a conoscenza del legame con il cancro al seno. L’alcol provoca 3.200 casi di cancro al seno ogni anno rispetto ai 400 casi di cancro al fegato.

Alison Cox, il direttore della prevenzione al cancro nella Cancer Research UK, ha detto: “Il legame tra alcol e cancro è ormai ben consolidato e non sono solo i bevitori cronici ad essere a rischio. Ciò si riflette nelle nuove linee guida emanate dai direttori dei servizi medici del Regno Unito, che hanno dichiarato che il rischio di sviluppare una serie di malattie, compreso il cancro, aumenta con la quantità di alcol che si beve.”

“Poche persone sanno che l’alcol aumenta il rischio di essere colpiti da sette tipi di cancro. Se le nuove linee guida vogliono fare la differenza e cambiare le abitudini, sono necessarie campagne di salute nazionali che forniscano informazioni chiare”.

Marcella Evi

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