ABBIGLIAMENTO DEGLI STUDENTI A SCUOLA, PIU’ DECORO CON L’ARRIVO DELLA BELLA STAGIONE

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Even though their academic interests vary from biological sciences, creative writing and theatre, (l-r) Austin Wong, Andrea Krajisnik, Aly Owen, Josh Gonzalez and Sarah Suits developed new friendships while living in residential housing. They're shown walking beside the Arts and Humanities Residential College at Parkside (left) and Parkside Apartments (background).

Su “La Tecnica della scuola” alcuni lettori scrivono in merito all’abbigliamento degli studenti e sul decoro e rispetto verso i docenti i compagni di classe. Si discute sull’abbigliamento non affatto morigerato che tengono gli alunni a scuola. Infatti con l’arrivo della bella stagione e del caldo che coincide con il termine delle lezioni e l’inizio degli Esami di Stato nella scuola secondaria di primo e di secondo grado gli studenti e le studentesse si dimenticano del bon ton e del modo di vestirsi a scuola offrendo uno spettacolo che non tiene affatto conto della morigeratezza dei costumi a scuola.

Si vedono, infatti, ragazzi che vanno a scuola in canotta e in bermuda (ed anche con infradito) come se dovessero andare al mare e ragazze con vestiti leggeri che spalle completamente scoperte, gonne molto corte e addirittura con scarpe tacco 12. Questo modo di vestire non è certamente consono all’ambiente scolastico e alcuni dirigenti scolastici (ma dovrebbero farlo tutti) hanno, giustamente, emanato delle circolari per invitare gli studenti a recarsi a scuola con un abbigliamento adatto al luogo e all’ambiente. Ovviamente ciò ha provocato rimostranze da parte degli studenti e dei genitori e questi ultimi hanno l’importante e delicato compito di richiamare i figli anche sull’abbigliamento da indossare per la scuola.

In un ambiente scolastico ci si veste in maniera adeguata e la stessa cosa vale per tutti gli uffici e gli enti pubblici e privati. La foggia del vestire cambia a seconda del luogo in cui ci troviamo e quindi non ci si può vestire in tenuta da spiaggia recandosi a scuola o anche sul posto di lavoro. Tali considerazioni, ovviamente, rientrano sempre in un discorso educativo perché la buona educazione ci insegna non solo come gli adolescenti e i giovani debbano comportarsi quando sono a scuola, ma anche quando indossano l’abbigliamento adatto per l’ambiente scolastico.

Nel Salento come risposta alla decisione dei presidi di non allentare i freni inibitori dell’abbigliamento, sono intervenuti gli studenti della rete USLecce il cui Comitato Studentesco così chiarisce: “Crediamo che la scuola debba educare ad una sana e consapevole scoperta di sé stessi, al rispetto del proprio corpo e di quello degli altri e delle altre. I luoghi della formazione dovrebbero rappresentare un luogo libero in cui sentirsi a proprio agio ed esprimersi liberamente e che queste dichiarazioni siano minatorie della funzione sociale che la scuola ha. È evidentemente necessario costruire forme di rispetto per i luoghi della conoscenza, ma queste non possono tradursi in imposizioni e minacce senza alcun fondamento pedagogico, quanto piuttosto su una cultura del dialogo e della cooperazione invece che della ghettizzazione, utili a fornirci gli strumenti per elaborare un nostro pensiero critico e del rispetto di noi stessi e degli altri. Sui nostri corpi e nelle nostre scuole decidiamo noi.”