San Nicandro si sta impoverendo lentamente e questo fenomeno riguarda molti aspetti della nostra cittadina. La cultura non trova lo spazio per sfondare anche per l’inerzia della politica in generale che l’ha sempre considerata un optional per la vita di ogni giorno quando, invece, è il traino di tutte le iniziative di una comunità. Il settore commercio, a parte grosse realtà, stenta a tirare avanti e l’artigianato sta diventando solo ricordo del passato. L’agricoltura non riesce a risolvere i suoi antichi problemi e il turismo è una parola sconosciuta.
In sintesi, questa è l’analisi di una situazione grave specialmente quando cominciano a mancare parti importanti che denotano il lento consumo di una realtà economica in ginocchio.
A San Nicandro ha chiuso l’ultimo negozio di calzature. Quello di Corso Umberto tratta solo articoli sportivi. Dove si va a comprare le scarpe? Bisogna uscire fuori San Nicandro. E’ evidente che di questa specifica vicenda l’amministrazione comunale non ha colpa in quanto è un fatto esclusivamente privato. Molti lamentano anche l’assenza (ma prima c’era) di un negozio per prodotti ortopeutici. Di tutto questo l’amministrazione dovrebbe farsene carico cercando di capire le motivazioni perché è impensabile negare i servizi indispensabili ad una comunità.
Qualcuno dice che “tanto c’è il mercato quindicinale”. Ma sono economie che da San Nicandro vanno altrove impoverendo ancora di più il nostro tessuto economico.
Che fare? Non è semplice la risposta in quanto le ragioni di un decadimento vengono da molto lontano, da mancate programmazioni, da mancati incentivi verso il commercio o altri settori e mancato disegno di una economia su cui puntare per il futuro del nostro territorio.