AGEVOLAZIONI PER ARTIGIANI DI PICCOLE BOTTEGHE E NEGOZI STORICI. CHE FARE?

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Ieri Civico 93 ha pubblicato la notizia che è stato approvato all’unanimità in Consiglio regionale il disegno di legge che ha come obiettivo la promozione e la valorizzazione delle attività storiche e di tradizione della Puglia. Sono pervenute in redazione richiesta di chiarimenti in merito.

Per quello che, almeno per ora, si può rispondere è il commento del consigliere regionale Paolicelli che dichiara che le piccole botteghe e i negozi storici fanno parte della storia, delle nostre tradizioni, senza di loro il tessuto urbano e i nostri centri storici non sarebbero gli stessi. Per questo si è pensato anche ad un elenco speciale cui questi lavoratori potranno chiedere di essere iscritti al fine di ottenere agevolazioni economiche. Bisogna quindi attendere la definizione di questo elenco per accede ai contributi.

Questa legge, comunque, serve a salvaguardare e custodire tutti quei negozi, locali storici e botteghe artigiane che per anni hanno dato reso le nostre città e i borghi unici della Puglia riconoscibili in tutto il mondo fino a diventare dei veri attrattori per migliaia di turisti, oltre a essere un indotto per l’economia regionale.
Le insegne poste sulle antiche botteghe, i prodotti unici frutto del lavoro fatto rigorosamente ‘a mano’ dagli artigiani, le particolari architetture che fanno da cornici a queste attività meritano di essere salvaguardate soprattutto in questo periodo in cui tutti stanno provando a rialzarsi dal duro colpo inflitto dalla crisi cui si è aggiunta la pandemia. La legge mira infatti a favorire l’occupazione provando a dare continuità al lavoro di tanti artigiani.

E proprio Confartigianato di Puglia precisa come la legge valorizza il contributo allo sviluppo economico, culturale e turistico generato dalle attività caratterizzate da una combinazione di fattori legati alla continuità nel tempo, ai prodotti offerti, alla storicità della denominazione oltre alla collocazione in strutture architettoniche e in contesti di particolare interesse storico o culturale per la comunità, come i centri storici. Più le attività sono risalenti nel tempo, risultano fedeli al passato e conservano connotati storici e identità, arredi e caratteri vintage, più rientrano nella tutela riconosciuta dalla Regione. La legge distingue le attività in tre macroaree: botteghe artigiane; negozi storici (esercizi commerciali); locali storici (ristorazione e somministrazione alimenti). A loro volta queste aree contemplano tre categorie a seconda degli anni di esercizio dimostrabili: 30, 40 o 70. In particolare, le imprese che possono provare 70 anni di attività potranno fregiarsi del titolo di bottega, negozio o locale “patrimonio di Puglia”.

È fondamentale però – continua la Confartigianato – che non ci si fermi all’attribuzione del titolo, gratificante per carità, ma effimera: occorre utilizzare questo patrimonio imprenditoriale per inaugurare un percorso di sostegno, sviluppo e rivalutazione anche nell’ambito delle politiche giovanili e della creazione di nuove professionalità. Un’operazione, questa, che deve far parte di una strategia più complessiva, che porti finalmente a compimento, dopo anni di attesa, il sistema dei Maestri Artigiani e delle Botteghe-Scuola e il rilancio dell’apprendistato duale.  Per questo continueremo a lavorare con la Regione: perdere l’opportunità di dare continuità e futuro alle nostre imprese e ai nostri giovani, sarebbe un errore imperdonabile»