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VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO CULTURALE IMMATERIALE

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VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO CULTURALE IMMATERIALE

 La VI Commissione presieduta da Donato Metallo ha approvato all’unanimità le modifiche alle disposizioni in materia di beni culturali.

Si tratta di un disegno di legge con il quale si intende valorizzare il patrimonio culturale immateriale, che non fa riferimento solo a monumenti, siti di rilevante interesse culturale o storico-architettonico e collezioni di oggetti, ma anche tutte le tradizioni vive trasmesse dai nostri antenati: espressioni orali, incluso il linguaggio, arti dello spettacolo, pratiche sociali, riti e feste, conoscenza e pratiche concernenti la natura e l’universo, artigianato tradizionale.

La dottoressa Annamaria Candela dirigente del Servizio promozione e sviluppo delle economie culturali ha illustrato l’iniziativa legislativa.

“Il patrimonio culturale immateriale – ha spiegato il dirigente regionale – è fondamentale nel mantenimento della diversità culturale di fronte alla globalizzazione e la sua comprensione aiuta il dialogo interculturale e incoraggia il rispetto reciproco dei diversi modi di vivere. La sua importanza non risiede nella manifestazione culturale in sé, bensì nella ricchezza di conoscenza e competenze che vengono trasmesse da una generazione all’altra e nella valorizzazione dei luoghi in cui racconti o eventi o tradizioni orali affondano le loro radici, con paesaggi monumenti e personaggi storici o di fantasia che portano con sé”.

La Convenzione UNESCO del 2003 per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale (ICH- Intangible Cultural Heritage) prevede espressamente che ciascun elemento per poter essere candidato deve essere iscritto in un inventario nazionale o regionale, a seconda della competenza dei singoli Stati.

Gli elementi italiani iscritti nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell’UNESCO sono allo stato attuale 14, tra cui a titolo esemplificativo l’Opera dei Pupi Siciliani e l’Arte dei Muretti a Secco (elemento transnazionale).

Ai sensi della normativa vigente, spetta alle Regioni il compito di salvaguardare e promuovere il patrimonio culturale immateriale.

La principale misura di salvaguardia dell’ICH, secondo l’UNESCO, è data dall’istituzione di Inventari o Registri che hanno il compito di catalogare il patrimonio culturale immateriale di riferimento di una comunità, censendolo e assicurandone il monitoraggio periodico così da evitare di perderlo e assicurarne il passaggio alle future generazioni.

La Regione Puglia ha già una propria legge, la l.r. 25 giugno 2013, n. 17, “Disposizioni in materia di beni culturali”, che cita una volta sola il patrimonio immateriale nella dichiarazione di impegno generale di cui all’art. 1 comma 1 secondo cui “La Regione Puglia (…) valorizza il proprio patrimonio culturale materiale e immateriale, conservato negli istituti e nei luoghi di cultura e diffuso sul territorio”.

La Regione Puglia, inoltre, ha già istituito il proprio Sistema informativo del Patrimonio Culturale della Puglia (SIRPAC), che si configura come apparato schedografico relativo al patrimonio informativo attinente ai  beni immobili, beni mobili, beni immateriali, luoghi della cultura e eventi. Attualmente contiene i dati relativi a beni immobili e luoghi della cultura già riconosciuti, mentre sono  in fase di popolamento i dati relativi ai beni mobili.

Questo sistema informativo, la cui componente di front end è costituita dal portale CartApulia consente di leggere e rappresentare la complessità del patrimonio culturale regionale, con la finalità di effettuare una ricognizione dell’intero territorio attraverso l’analisi delle caratteristiche storiche, naturali ed estetiche, delle loro interrelazioni e della conseguente definizione dei valori paesaggistici da tutelare e valorizzare.

La catalogazione dei diversi elementi nel Sistema Informativo ha preso avvio già nel 2006 con un censimento puntuale di tutti i beni immobili e le aree di valore culturale e paesaggistico, localizzati in ambito extraurbano, già oggetto di pubblicazione o i cui dati erano presenti negli archivi delle Soprintendenze o delle Università pugliesi, e successivamente in ambito urbano.

Successivamente l’avvio dei processi di interoperabilità della piattaforma SIRPAC, con i sistemi informativi(SIGECWEB e DBUNICO) utilizzati del Ministero per il Beni e le Attività Culturali, e  nello specifico dall’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione (ICCD), ha consentito anche di importare ulteriori  informazioni sui beni del patrimonio culturale distribuiti sul nostro territorio regionale.

Il disegno di legge approvato dalla Commissione, interviene quindi per l’integrazione della legge regionale n. 17/2013 per enfatizzare il ruolo del patrimonio culturale di beni immateriali e per definire il ruolo della Regione specificamente per la valorizzazione dei beni culturali immateriali, con specifico riferimento alla istituzione dell’Inventario per il Patrimonio culturale immateriale in Puglia.