UN INVERNO SENZA INFLENZA

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Nonostante la pandemia, nell’inverno 2020-2021 il numero dei morti non è aumentato rispetto agli anni precedenti. Un mistero? La conferma di tesi negazioniste? No, la spiegazione è proprio nelle misure di protezione e precauzione contro il Covid-19.

Le morti da novembre a marzo. La pandemia in corso da marzo 2020 nei mesi scorsi ha causato un elevato numero di decessi. Ma nelle prime settimane di quest’anno – contrariamente a quanto dicono i numeri ufficiali sui decessi Covid-19 diffusi quotidianamente dalla Protezione civile – i dati pubblicati dal Sistema di sorveglianza della mortalità giornaliera relativi alla mortalità totale non segnalano alcuno scostamento rispetto a quanto accaduto negli anni precedenti.

Questa evidenza ha ridato fiato ai circoli negazionisti che l’hanno usata per argomentare contro l’affidabilità dei dati ufficiali sui decessi Covid-19: se il numero totale dei decessi nelle prime settimane del 2021 è in linea con la media relativa agli anni precedenti vuol dire che la pandemia non sta più causando morti, e quindi il numero ufficiale dei morti da coronavirus è sbagliato in eccesso, sostengono.

Al primo mistero se ne aggiunge poi un secondo. Nei mesi da dicembre a marzo è normale osservare un aumento dei decessi dovuto alle epidemie influenzali. Il picco capita usualmente tra gennaio e febbraio.

Nell’inverno appena terminato ciò non è avvenuto. A gennaio-febbraio 2021 non si osserva alcun scostamento al rialzo nel numero totale dei decessi. In aggiunta, l’Istituto superiore di sanità segnala che il numero totale di casi di influenza – non solo quelli che hanno dato luogo a decessi – è risultato di molto inferiore ai livelli abituali della stagione, praticamente nullo. L’epidemiologo Donato Greco dice che è la prima volta che succede negli ultimi cinquanta anni.

Per quale motivo quest’anno non ci sono decessi da influenza? Anzi, per quale motivo non ci sono proprio casi di influenza? Non solo in Italia, peraltro: lo stesso fenomeno è accaduto ovunque.

Due misteri che messi assieme indicano la soluzione. In realtà, il doppio mistero ha una spiegazione banale. Le misure di contenimento messe in atto per contrastare la pandemia hanno bloccato del tutto la circolazione del virus influenzale: “L’insieme di tutte le nostre seppur imperfette precauzioni, fatte di mascherine, distanziamenti, chiusure di attività e tutto il resto non è stato sufficiente a fermare la pandemia da Covid-19. Ma c’è un lato positivo: è stato sufficiente per eliminare l’influenza di stagione”.

Se i decessi totali nelle prime settimane del 2021 ci appaiono in linea con quanto accaduto negli scorsi anni, ciò è dovuto a un doppio effetto delle misure di contenimento della pandemia:

– hanno azzerato i casi di influenza e i decessi conseguenti;

– hanno ridotto – ma non azzerato, purtroppo – i decessi causati da Covid-19.

La controprova si può vedere in figura 1: chiusa la finestra tipica dell’epidemia influenzale (le bande gialle in figura 2), nelle ultime settimane di osservazione i decessi totali sono ritornati a essere superiori al livello medio degli scorsi anni.

Un commento finale sulle letture superficiali e incaute dei dati e su quanto gravi possono essere le conseguenze che ne derivano. Il caso che stiamo esaminando è un esempio da manuale del paradosso della prevenzione, come l’ha chiamato Christian Drosten.

Funziona così: vengono messi in atto provvedimenti per limitare la diffusione del contagio; i provvedimenti hanno successo e, proprio perché hanno successo, il numero di decessi osservati non appare preoccupante; non essendoci evidenza preoccupante, i provvedimenti adottati vengono considerati inutili e se ne chiede a gran voce la soppressione.

Come quelli che segano il ramo sul quale sono seduti. (lavoce-enrico rettore)