Continua una nuova serie di articoli che parlano sui modi di dire e degli aforismi locali per capire e analizzare la quo ed offrire una visione chiara, lucida e trasparente della condizione umana in cui ognuno di noi può legittimamente dedurre o trarre da ciascuno di essi le considerazioni che gli sembrano più ovvie in riferimento ai tempi, alle usanze, ai problemi, ai comportamenti e agli altalenanti rivolgimenti che la società sta attualmente vivendo. Gli articoli sono tratti dal libro “Voci di Capitanata” di Donato D’Amico.
Il detto di oggi è: “Vù luà i castagn’ do foch’ ch’ li man’ mija” cioè “Vuoi togliere le castagne dal fuoco con le mie mani”.
Il proverbio è fortemente allusivo di una situazione alquanto complessa e difficile per chi si trova nella necessità di doverla affrontare e definire. Tant‘è che risulta abbastanza palese il tentativo di scaricare su altri la responsabilità di risolverla. Ed è una situazione talmente bruciante da essere paragonata alle castagne arrostite, che solitamente scottano come il fuoco. Così possiamo dire che approfittare della bontà del prossimo per volgere a proprio vantaggio situazioni in sè poco favorevoli costituisce azione indegna e vergognosa. Si tratta di un‘azione premeditata ed orchestrata in modo da dirigerne gli effetti nel senso voluto. Tale operazione diventa addirittura spregevole se l‘autore dell‘intera orchestrazione agisce in mala fede, cioè se ricorre all‘astuzia per raggiungere risultati a spese altrui.
Nel contesto sociale, non mancano persone che ostentano ricchezza, onestà, disponibilità e poi, di nascosto, tramano per abbindolare il prossimo. In altri termini, per costoro, tutte le strade sono buone pur di riuscire nel loro intento. Mai come in questo caso, il fine giustifica i mezzi.
Solo che oggi le persone sono più avvedute grazie alle esperienze maturate. Dunque, esse no. Si lasciano imbrogliare e non cedono facilmente alle lusinghe di lestofanti. Diciamo che oggi i tempi son più che maturi per votare sfruttamento e abusivismi e percorrere, tutto insieme, la strada della generosità disinteressata.
Auguriamoci fortemente che anche la soluzione politica e sociale evolva nel s ns di una maggiore prestazione di servizi e provvidenze che valgano a determinare non certamente un assistenzialismo clientelare, ma una maggiore garanzia a protezione d L cittadini nei confronti delle istituzioni e della pubblica amministrazione. In altri termini, noi ci auguriamoci di non chiedere più favori a nessuno, ma solo di vedere soddisfatti i nostri sacrosanti e inalienabili diritti.