SAN NICANDRO GARGANICO: QUALE FUTURO SI PROSPETTA?

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Da molti anni a questa parte, non posso fare a meno di esprimere la mia profonda preoccupazione per l’inerzia delle amministrazioni comunali che hanno gestito e gestiscono la nostra San Nicandro. Mi riferisco all’incapacità di utilizzare concretamente le straordinarie risorse presenti nel nostro territorio.

A San Nicandro, come in altri paesi della Capitanata, possediamo uno straordinario potenziale ecologico, agricolo e pastorale, oltre a paesaggi unici. Nonostante ciò, non siamo stati in grado di guardare oltre il nostro naso e di elaborare una visione strategica che trasformi le nostre risorse in opportunità lavorative per i nostri concittadini, in particolare per i giovani. Possiamo vantarci di avere quasi tutto, dalle colline alle pianure, senza dimenticare l’enorme bellezza e la ricchezza delle coltivazioni, dagli ortaggi tipici agli alberi d’olivo millenari. Eppure, tutto ciò si traduce in un deserto economico immane!

Basta pensare ad una start-up che superi i confini del semplice coltivatore. Ma perché non è possibile? Semplicemente perché manca una rete di trasformazione sul territorio, con percorsi di filiera corta in grado di trattenere il valore aggiunto in loco.

San Nicandro Garganico è l’esempio lampante delle potenzialità inesplorate della Capitanata! Parliamo di 425 imprese agricole attive e di una tradizione pastorale millenaria, per un comune che però non riesce a trasformare tutto ciò in concrete opportunità occupazionali.

Altrettanto significativa, per territorio e ambiente, è l’area costiera di Torre Mileto, con le sue dune incontaminate e la Torre Aragonese, che potrebbe diventare un’attrazione turistica di primo piano. La sua spiaggia dorata potrebbe essere un esempio di turismo sostenibile da molti anni. Al contrario, la costa non dispone di segnaletica, punti di ristoro stagionali e persino di servizi igienici.

I vasti tratti costieri si chiudono per la mancanza di beni e servizi di gestione, confermando la mancanza di un concetto unitario. Tuttavia, la spiaggia e la natura quasi incontaminata in sé attirano tantissimi visitatori. Dovremmo lavorare su eco-lodge, camping e percorsi guidati di birdwatching o snorkeling, puntando sulle offerte alimentari su prodotti locali. L’indotto turistico creerebbe opportunità per l’allungamento della stagione, puntando anche a collaborazioni proficue con artigiani, contadini e ristoratori.

Da non dimenticare la pastorizia: ancora oggi molti pastori praticano la transumanza, eredità di un sistema agro-zootecnico sostenibile che ha plasmato i paesaggi del Gargano sin dal Settecento. Notevole è la trasformazione del latte in formaggi DOP come il “Pecorino del Gargano”, ma la produzione è frammentata, spesso affidata a caseifici piccoli e privi di visibilità.

Creare un caseificio sociale condiviso, aperto a giovani allevatori, e promuovere percorsi esperienziali come fattorie didattiche e agricoltura sociale potrebbe generare posti di lavoro stabili e favorire il ricambio generazionale.

Un’altra problematica evidente è che la nostra San Nicandro gode, purtroppo, di un indice di vecchiaia tra i più alti dell’Area dei Laghi, tanto che si rischia lo spopolamento delle nuove generazioni. Solo un piano integrato che unisca agricoltura innovativa, pastorizia valorizzata e turismo green potrà invertire la tendenza, offrendo prospettive di lavoro concrete a chi oggi guarda altrove.

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