SAN NICANDRO: “CERT’ VOT’, CH’ ‘RR’CUPA’RA’ U TTURACC’, C’ PERD’ LA FIASCA”

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Continua una nuova serie di articoli che parlano sui modi di dire e degli aforismi locali per capire e analizzare la quo ed offrire una visione chiara, lucida e trasparente della condizione umana in cui ognuno di noi può legittimamente dedurre o trarre da ciascuno di essi le considerazioni che gli sembrano più ovvie in riferimento ai tempi, alle usanze, ai problemi, ai comportamenti e agli altalenanti rivolgimenti che la società sta attualmente vivendo. Gli articoli sono tratti dal libro “Voci di Capitanata” di Donato D’Amico.

Il detto di oggi è: “Cert’ vot’, ch’ rrcupa’rà u tturacc’, c’ perd’ la fiasca’” cioè “Certe volte, per recuperare il turacciolo, si perde la fiasca”.

Quasi sempre, i problemi sorgono quando si opera con troppa leggerezza o eccessiva pignoleria, come riportato nel proverbio con l‘esempio del contadino, il quale, per recuperare istintivamente il turacciolo della fiasca finisce poi per perdere quest‘ultimo ima.

Sia tratta di un avvenimento realmente accaduto. Infatti, nella operazione di recupero il contadino urtò sbadatamente la fiasca e questa, rotolando sul terreno scosceso, andò a cadere nel torrente sottostante e sparì trascinata dalla corrente.

È un episodio semplice ma abbastanza emblematico perché ci avverte che dobbiamo operare sempre giudiziosamente, con avvedutezza, perché succede spesso che per recuperare il superfluo o di avere di più si finisce poi per perdere il necessario, l‘essenziale e perfino l‘indispensabile. Come dire: ci si preoccupa di recuperare gli spiccioli e poi si finisce per perdere l‘intero capitale, si corre dietro il pettegolezzo e si trascura il fatto concrete, si trattano le questioni marginali e si dimentica l‘attività essenziale.  E non c‘è da meravigliarsi, fatti ed episodi di questo genere succedono un po’ tutti i giorni.

Noi diciamo che non è questa la strada da seguire perché è in questo modo che l‘uomo finisce poi per perdere di vista l‘essenziale.

Allora, “intelligenti pauca“, cioè, a chi sa capire bastano poche parole, ossia non sono necessari lunghi discorsi per percepire ed intendere il nocciolo della questione, afferrarne il significato e comportarsi di conseguenza. Il tutto è racchiuso nel binomio attenzione-prudenza.