Il primo Maggio è la festa del lavoro e dei lavoratori anche di quelli disoccupati e trattati con sfruttamento delle loro condizioni sociali.
Il dovere di ognuno di noi, a prescindere dalla collocazione sociale, è incentivare e promuovere iniziative che tutelino il diritto inalienabile di avere posto nella Società civile attraverso il posto lavorativo.
L’importantissima norma costituzionale:” la Repubblica è fondata sul lavoro” vuol significare che la Leggi sul lavoro hanno la preminenza sulle altre, hanno priorità assoluta sulle altre leggi.
Ma tutelare il lavoro vuol dire anche che Repubblica deve garantire la sicurezza del lavoratore nell’esercitare la sua professione.
Quanti morti per la mancata attenzione alla tutela della persona fisica dovuta anche allo sfruttamento del lavoratore.
Gli appelli quasi quotidiani del Presidente della Repubblica non vengono rispettati dal datore di lavoro e per questo occorre vegliare perchè vengano applicate le giuste misure di sicurezza.
Ma il Primo Maggio è anche la ricorrenza per ricordare a ogni cittadino che l’immigrato, come lo erano gli italiani che cercavano lavoro in Argentina, Stati Uniti, e negli stati Europei erano accolti con “diffidenza” e spesso vivevano la vita lavorativa in condizioni non civili, per usare un eufemismo.
Accettiamo con gioia chi accoglie il lavoratore rispettando la sua dignità e accettiamo l’emigrato nel vero significato dell’accoglienza.
Michele Russi – Padova