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BOLLETTINO EPIDEMIOLOGICO REGIONE PUGLIA 9 GENNAIO 2021

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Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, informa che oggi sabato 9 gennaio 2021 in Puglia, sono stati registrati 10880 test per l’infezione da Covid-19 coronavirus e sono stati registrati 1499 casi positivi: 494 in provincia di Bari, 127 in provincia di Brindisi, 161 nella provincia BAT, 248 in provincia di Foggia, 181 in provincia di Lecce, 272 in provincia di Taranto, 11 residenti fuori regione, 5 residenti in provincia non nota.

Sono stati registrati 27 decessi: 10 in provincia di Bari, 5 in provincia BAT, 2 in provincia di Brindisi, 2 in provincia di Foggia, 2 in provincia di Lecce, 6 in provincia di Taranto.

Dall’inizio dell’emergenza sono stati effettuati 1.110.495 test.

43.068 sono i pazienti guariti.

54.735 sono i casi attualmente positivi.

Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 100.451, così suddivisi:

38598 nella Provincia di Bari;

11389 nella Provincia di Bat;

7397 nella Provincia di Brindisi;

21849 nella Provincia di Foggia;

7989 nella Provincia di Lecce;

12580 nella Provincia di Taranto;

551 attribuiti a residenti fuori regione;

98 provincia di residenza non nota.

I Dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l’acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti.

CARABINIERI, RESOCONTO ANNO 2020

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Nell’intraprendere le innumerevoli sfide del nuovo anno, un sommario bilancio delle attività svolte nel 2020 potrà far percepire ai cittadini gli sforzi messi in campo per migliorare le attività di prevenzione e contrasto a tutela della sicurezza pubblica, in modo da rassicurare le vittime di reati, garantendo l’accessibilità e la disponibilità –anche tramite 112– dei presidi dei Carabinieri sul territorio.

La pandemia. Innanzitutto, non può essere sottaciuta l’opera di concorso dei Carabinieri –fino nei più piccoli paesi della Provincia- all’opera delle Istituzioni nel sostegno alla popolazione nelle difficoltà create dalla pandemia; oltre al silente e premuroso aiuto alle persone più bisognose, le Stazioni hanno vigilato sul rispetto, da parte di tutti, delle misure di contenimento del virus, con innumerevoli pattuglie giornaliere e notturne.

Inoltre, con il termine della prima fase a fine maggio, ai controlli sugli sposamenti delle persone si sono affiancati quelli alle attività commerciali/industriali che stavano riaprendo, accompagnando, facendo rispettare le regole previste per limitare la circolazione del virus negli ambienti di lavoro, il percorso di un nuovo inizio, a garanzia dei lavoratori e dei cittadini che si servono dei relativi servizi; in tali momenti, sono stati molto utili gli interventi specialistici anche dei Carabinieri del Nucleo Antisofisticazioni (NAS) e del Nucleo Ispettorato del Lavoro (NIL).

A settembre, poi, è stata avviata in tutti i Comuni un’opera di vigilanza sul rispetto, a cura degli Istituti scolastici, delle regole di contenimento del virus: i Comandanti delle Stazioni, oltre a vigilare sulla generale osservanza delle disposizioni governative, hanno offerto la propria collaborazione istituzionale per rimuovere eventuali contingenti difficoltà locali e poter garantire, all’inizio dell’anno scolastico, l’accesso alle scuole in sicurezza (ad esempio, agevolando forme di comunicazione tra dirigenti scolastici ed insegnanti, o suggerendo nel concreto una diversificazione degli ingressi per evitare assembramenti).

Infine, anche durante l’ultimo periodo festivo, ogni Stazione Carabinieri ha prodotto il massimo sforzo per vigilare sul massimo rispetto delle norme sugli spostamenti.

Attività operativa in generale. Nessun reparto dei Carabinieri in Provincia è stato chiuso a causa del COVID-19, nessuna Stazione ha lasciato scoperto la propria parte del territorio: la primaria funzione delle Stazioni Carabinieri, cioè la vigile presenza sul campo a garanzia della sicurezza pubblica, non è mai stata in discussione.

Lo dimostrano innanzitutto gli innumerevoli interventi delle pattuglie notte e giorno di tutte e 55 le Stazioni in Capitanata e delle “gazzelle” delle 7 Compagnie.

Di alcuni i media hanno già dato notizia: si tratta innanzitutto –per citare alcune delle tipologie più ricorrenti– delle attività di polizia giudiziaria condotte d’iniziativa dai Carabinieri (arresti in flagranza di reato o denuncia a piede libero) per spaccio al minuto o detenzione o coltivazione di stupefacente, furti in abitazione o di autovettura, evasione dagli arresti domiciliari; ma si tratta anche dei numerosi inseguimenti di ladri –spesso segnalati al 112 da cittadini che così facendo danno prova di senso civico- nonché delle richieste di aiuto di persone oggetto di maltrattamenti in famiglia o atti persecutori, in quel momento indebolite dagli aggressori ma rese forti dall’intervento dell’Arma.

Al riguardo, è stato veramente importante lo sforzo per la tutela delle vittime di violenza domestica e di genere: l’Arma foggiana, con le sue articolazioni territoriali capillarmente diffuse sul territorio, ha raccolto, nel 2020, ben 629 denunce, procedendo di concerto con l’Autorità Giudiziaria di Foggia per altrettanti procedimenti secondo le modalità del “codice rosso”, la nuova formula che prevede procedure velocizzate a tutela della vittima di tali reati; e non si tratta solo di donne vittime di soprusi, ma a volte anche di madri ostaggio di figli che pretendono soldi per procurarsi droga.

La costante presenza sul territorio consente anche di testimoniare il significativo calo dei reati in genere, risultante dal freddo esame delle statistiche diffuse; oltre agli omicidi e alle rapine, sono in calo anche i furti avvenuti in tutta la Provincia, del 23%. La rilevazione, che trova generale conferma nei dati acquisiti dalle singole Stazioni –poiché sono capillarmente radicate nel territorio, procedono per circa ¾ dei reati commessi in Provincia-, è di particolare importanza, soprattutto se si considera l’allarme sociale che consegue a tale fattispecie criminosa.

Ciò è anche frutto della presenza delle Squadre d’Intervento Operativo dei Reggimenti Mobili dell’Arma, inviate in Provincia all’inizio dell’anno in seguito alla recrudescenza di eclatanti fenomeni criminosi e rivelatesi pattuglie rinforzate molto efficaci nell’intensificazione del controllo del territorio a fianco di quelle dei reparti territoriali.

A proposito di rinforzi, quest’anno sono stati frequenti gli impieghi dello Squadrone Eliportato “Cacciatori di Puglia”, capace di operare e infiltrarsi nelle zone impervie del territorio della Capitanata con metodologie efficaci, che hanno consentito di incrementare la scoperta di piantagioni di marijuana, di individuare persone da tempo ricercate e in generale di battere una parte del territorio finora riservata.

Pertanto, nello scorrere i dati statistici, non si può non evidenziare come –nonostante l’emergenza pandemica e i correlati disagi– i risultati dei Carabinieri, in termini di prevenzione e contrasto ai reati, sono in linea con l’anno precedente; e anziché soffermarsi sui freddi numeri, quest’anno è ancor più significativo relazionare sui fenomeni criminali affrontati (da quello occasionale a quello organizzato in piccoli gruppi locali fino a quello mafioso), in modo da far percepire la qualità dei risultati raggiunti in termini di sicurezza diffusa.

Principali operazioni. Hanno già avuto eco internazionale le operazioni antimafia, coordinate dalla DDA di Bari, “Grande Carro”, condotta dal ROS, e più recentemente “Decima Bis”, che è efficacemente intervenuta sui traffici delle “batterie” foggiane; vanno ricordate –pur se i media ne hanno già dato ampio risalto– anche le operazione “Totem” e “Turnover”, non solo per il numero di persone arrestate ma soprattutto perché ha fortemente inciso sull’operatività dei clan attivi a Trinitapoli.

Non solo le consorterie mafiose, ma anche quelle più semplicemente organizzate limitano le libertà e minano la sicurezza dei cittadini. Partiamo dal fenomeno dello stupefacente: è purtroppo un dato consolidato la presenza di consorterie criminali, formate non solo da adulti ma anche da ragazzi, dedite allo vendita al dettaglio di stupefacente di ogni tipo.

Ecco le principali e più articolate attività di contrasto –dirette dalla Procura della Repubblica di Foggia e portate a conclusione in breve lasso di tempo portando alla luce elementi investigativi che hanno consentito idonee misure cautelari per i soggetti al momento ritenuti responsabili- allo spaccio (di cocaina, hashish e marijuana) organizzato nel territorio con i metodi più diversi per essere remunerativo; purtroppo, a conferma dell’alto livello della richiesta.

Il fenomeno è trasversale nelle zone della provincia, cosi come è ormai trasversale nella società: il consumo è richiesto in svariati territori, svariate fasce d’età e svariati ceti.

Da Manfredonia, ove i Carabinieri della Compagnia nel mese di febbraio hanno arrestato una rete di giovani ritenuti dediti allo spaccio di stupefacente (operazione “Retis), a San Marco in Lamis, ove un gruppo di ragazzi utilizzava una fermata dell’autobus come luogo neutro per vendere droga (Operazione “Terminal” dei Carabinieri di San Giovanni Rotondo ad aprile); sono stati sgominati gruppi organizzati di spacciatori a Cagnano Varano dai Carabinieri di Vico del Gargano (OperazioneImpulsadi aprile) e a Sannicandro Garganico (OperazioneEl Barrioa ottobre); invece, a San Paolo Civitate, in seguito al ferimento di una persona, le indagini dei Carabinieri hanno consentito a novembre di individuare una piazza di droga e arrestare gli spacciatori (OperazioneJolly”) nonché, sempre nel mese di novembre, di rinvenire elementi investigativi per il coinvolgimento di due famiglie nella cessione a pagamento dello stupefacente (OperazioneFamily businnes”). E solo qualche giorno fa a dicembre, a San Giovanni Rotondo, è stata conclusa l’Operazione “Drug express”, con l’arresto di soggetti ritenuti degli spacciatori locali.

A riprova dell’attenzione al particolare territorio ove operano, i Carabinieri di Capitanata hanno fatto emergere, con laboriose indagini coordinate dall’apposito pool creato dalla Procura della Repubblica di Foggia, le condotte criminose di alcuni imprenditori locali che hanno sfruttato le disagevoli situazioni esistenziali di stranieri, assoggettandoli a ritmi e condizioni di lavoro illegittimi. Nelle campagne di Foggia e Zapponeta a gennaio, in quelle di Manfredonia e San Giovanni Rotondo a maggio (Operazione “White labour”) e vicino Apricena nel mese di luglio, i Carabinieri hanno arrestato per caporalato imprenditori agricoli, spesso affidando alle cure di amministratori giudiziari le loro aziende, obbligate dalla legge a salvaguardare le posizioni dei lavoratori prima sfruttati. E purtroppo il dato più significativo di tali attività è la persistenza del fenomeno, su cui recentemente la legge, per contro, ha elevato le pene e soprattutto appuntito gli strumenti di contrasto.

Sempre il territorio. Indagini del Nucleo Investigativo di Foggia e del Nucleo Operativo Ecologico di Bari (NOE), chiuse nel mese di febbraio e coordinate dalla DDA di Bari (OperazioneBlack Cam”), hanno evidenziato una perdurante e continuativa attività di scarico di rifiuti, costituiti da inerti da demolizione, provenienti da cantieri edili della Provincia di Foggia, e smaltiti in un’area protetta del “Parco Nazionale del Gargano”, in agro di Manfredonia,  al fine di assicurare un risparmio di spesa ai “microconferitori”, derivante dalla mancata attivazione delle corrette procedure di gestione di rifiuti, imposte dalla legge: è stato accertato lo smaltimento illecito di circa 70 tonnellate di rifiuti speciali anche pericolosi, con un risparmio di spesa pari a circa 50mila euro.

In tema ambientale, vanno citate le capillari attività di prevenzione e contrasto al fenomeno del capillare smaltimento illecito di rifiuti, ai roghi e all’abbruciamento di residui della lavorazioni agricole, condotte innanzitutto grazie alla vigilanza coordinata dei Carabinieri Forestali. Si tratta di quotidiana attività di vigilanza delle pattuglie sul campo (e ove necessario repressione), appositamente indirizzata a far percepire l’illiceità e gravità per i danni all’ambiente delle condotte.

Degno di nota anche le attività di contrasto alle rapine. Va ricordata l’indagine dei Carabinieri di San Giovanni Rotondo e San Severo, coordinati dalla Procura di Foggia, che ha consentito di arrestare 4 persone di Orta Nova ritenute responsabili degli assalti ai furgoni che trasportano sigarette, commessi a San Nicandro Garganico e in agro di San Giovanni Rotondo, per un valore rispettivamente di 100.000 e 150.000 €.

Sull’argomento, da citare in questa sede è l’attività d’indagine conclusa nel mese di marzo dai Carabinieri ad Anzano di Puglia per una rapina ai danni di un’anziana signora: sono stati raccolti elementi che hanno consentito di sottoporre a fermo di indiziato di delitto tre giovani che durante l’inverno irruppero nell’abitazione della donna, la minacciarono con un coltello e la chiusero in casa per fuggire con la refurtiva.

Da segnalare in questo contesto, a riprova dell’attenzione riposta anche al contrasto dei reati contro il patrimonio, l’indagine che ha permesso ai Carabinieri di Cerignola di individuare e arrestare nel mese di novembre le persone ritenute gli autori di un tentato furto ad un Postamat nel centro di Cerignola: in quattro, una domenica mattina, fecero esplodere un ordigno rudimentale nello sportello ATM dell’ufficio postale centrale e, con un altro ordigno, danneggiarono la finestra adiacente allo sportello, allo scopo di ricavare un accesso alla stanza di alloggiamento dello stesso. La detonazione distrusse completamente lo sportello Postamat, scaraventandone i detriti a diverse decine di metri di distanza.

Le indagini dei Carabinieri in Capitanata, coordinati dalla locale Procura, sono state rivolte, nel 2020, anche a particolari fenomeni accaduti nel territorio, che hanno avuto ampia eco mediatica per le modalità in cui sono stati commessi e che potrebbero diventare condizionanti la libera impresa: si tratta degli incendi alle attività industriali e ai mezzi di lavoro.

Al riguardo, per l’incendio del deposito e dei numerosi automezzi della “Buttol” che si occupa del trattamento dei rifiuti a San Severo, che a gennaio ha provocato ingenti danni, i Carabinieri locali hanno individuato elementi per arrestare gli autori nel mese di luglio.

Sempre a luglio, inoltre, a San Marco in Lamis, sono state arrestate le persone ritenute responsabili di concorrenza illecita e del danneggiamento a seguito di incendio ai danni di due autobus di gran turismo di una ditta locale (OperazioneLockdown”, trattandosi di crimine commesso per accaparrarsi la gestione del servizio del trasporto di personale sanitario verso l’ospedale durante i difficili mesi primaverili).

A proposito di incendi, i Carabinieri di San Giovanni Rotondo, proprio in questi ultimi giorni, hanno arrestato una persona ritenuta responsabile di incendio –avvenuto lo scorso mese di luglio– ed estorsione in danno di proprietario di una grossa azienda agricola della zona; poco prima, era stato individuato e arrestato anche il presunto responsabile dell’esplosione di un ordigno artigianale posizionato sotto un’autovettura a San Giovanni Rotondo.

E significativi anche i risultati, emersi con la direzione della Procura di Foggia, proprio nel contrasto alle estorsioni nel mondo agricolo:

  • a maggio, i Carabinieri di Cerignola hanno chiuso un’indagine a carico di un gruppo di persone del posto, che dopo aver danneggiato delle piante, hanno provato a chiedere soldi a imprenditori agricoli;
  • a settembre, a Torremaggiore (OperazioneIn vino veritas”) i Carabinieri di San Severo hanno scoperto e arrestato le persone ritenute autori di furti di piantine di vite e di danneggiamenti in danno di viticoltori della zona.

Si tratta, in sintesi, di operazioni di polizia giudiziaria già narrate dai media durante l’anno, tutte coordinate dalla Procura della Repubblica di Foggia e chiuse con l’arresto delle persone al momento ritenute –in base alle indagini condotte– responsabili dei relativi reati, che danno comunque conto delle dinamiche criminali su cui è stata concentrata l’attività dei Carabinieri poiché condizionanti le libertà dei cittadini.

Menzione a parte spetta all’evasione dal carcere: i primi di marzo sono evasi dal carcere di Foggia 72 detenuti, la maggior parte dei quali è stata catturata nel territorio, con un impegno investigativo imponente da parte dei carabinieri del Nucleo Investigativo di Foggia, che è culminato con il rintraccio e l’arresto dell’ormai noto Aghilar.

Legalità e sicurezza. Con la trattazione di alcune delle principali operazioni dell’anno trascorso, si vede tracciato il profilo delle attività condotte dall’Arma in Provincia ma soprattutto le direttrici dell’impegno, insieme alle altre Forze di Polizia e con il coordinamento e direzione della Procura e della Prefettura, per garantire anche nell’anno in corso libertà e sicurezza; la percezione della presenza, dell’accessibilità e della funzionalità dei presidi dei Carabinieri, nei grossi centri come anche nelle realtà più piccole, deve essere volano di libertà, per raccogliere le richieste di legalità dei cittadini e trasformarle in sicurezza.

Una delle nuove sfide dell’Arma in Capitanata sarà incentrata sul rispetto delle regole, che comincia proprio dalla quotidianità, dalle piccole cose di tutti i giorni, da comportamenti e atteggiamenti sbagliati che troppo spesso vengono sottovalutati; l’uso delle cinture di sicurezza in auto, del casco in moto –o come in questo periodo della mascherina– sono solo un esempio delle abitudini che segnano la differenza tra la corretta percezione del significato di legalità e, al contrario, un’egoistica e comoda valutazione di ciò che è “importante” o meno.

Ecco, l’obiettivo dei Carabinieri foggiani per il 2021 sarà, oltre alla prosecuzione e al consolidamento degli sforzi nella lotta alla criminalità, il maggiore coinvolgimento possibile dei cittadini in un impegno condiviso per una sempre più sentita e partecipata operazione di “divulgazione del rispetto”, rispetto per le regole di civile convivenza, ma soprattutto rispetto per sé e per gli altri.

 

 

PERCHE’ SAN NICANDRO NON METTE A DISPOSIZIONE SPAZI PER LA VACCINAZIONE ANTI-COVID-19?

La città di San Nicandro Garganico è stata duramente colpita dalla pandemia Covid-19 e, ad oggi, i numeri non sono certamente confortanti. Intanto è iniziata la campagna di vaccinazione che durerà, almeno da quanto è dato prevedere, almeno fino alla fine della prossima estate.

La vaccinazione comporta comunque che ogni cittadino si rechi presso il centro indicato dall’Asl che, nel nostro caso e almeno finora, dovrebbe essere la sede del nostro distretto sanitario e cioè San Marco in Lamis.

Perché, allora, non pensare a qualche misura per dare la possibilità ai sannicandresi di vaccinarsi in loco?

In tante parti d’Italia le amministrazioni comunali comunicano all’Asl di competenza la messa a disposizione di spazi comunali, mezzi luoghi e strutture per la somministrazione del vaccino Covid-19.

Potrebbe essere un’iniziativa anche di supporto all’Asl per la campagna vaccinale che dovrebbe raggiungere il suo apice a breve termine visto anche la situazione di affanno del sistema regionale al fine di un buon risultato della campagna stessa anche in vista di nuovi vaccini che non hanno certamente bisogno della catena del freddo come quella prevista dal vaccino Pzifer

Con questa forma di collaborazione con l’Asl Fg, l’amministrazione comunale renderebbe un grandissimo servizio alla popolazione, eviterebbe spostamenti inutili e con risultati di un più elevato numero di somministrazione di vaccini. Si potrebbe anche pensare di attivare un numero comunale per filtrare le prenotazioni e poi girarle all’Asl anche con una collaborazione da parte dei medici di base che dovrebbero, almeno da quanto viene dichiarato, anche loro essere protagonisti di questa grandissima campagna vaccinale.

CONTE: “AIUTI ECONOMICI AGLI OPERATORI TURISTICI DI SAN GIOVANNI ROTONDO”

Dopo la richiesta da aiuto riguardante il settore turistico di San Giovanni Rotondo contenuta in una mozione del consiglio comunale della citta di Padre Pio inviata al Presidente del Consiglio, Conte ha risposta in maniera affermativa inviando al Sindaco la lettera che, in allega, si pubblica.

ALLEGATO: LETTERA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO CONTE

NASCE IL COMITATO PROMOTORE “FOGGIA IN AZIONE”

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30 cittadini per “azionare” Foggia 

A distanza di circa due mesi dalla nomina del dott. Michele Triventi a coordinatore cittadino, oggi presentiamo il Comitato Promotore di “Foggia in Azione”, locale sezione del Partito che fa capo all’ex Ministro Carlo Calenda.

Il Comitato, composto da 30 componenti, in piena sinergia con Nunzio Angiola, Deputato di Azione e Professore Ordinario di Economia Aziendale nell’Università di Foggia, si avvale della disponibilità di professionisti, imprenditori, giovani laureati, studenti e pensionati che condividono il progetto di Azione e che, con entusiasmo, hanno deciso di proporlo alla città di Foggia.

“Siamo onorati di presentare alla città di Foggia un gruppo di persone serie, per bene e competenti che vogliono impegnarsi in un progetto nuovo e credibile, per ridare al Capoluogo la dignità che merita. Perché Foggia è più forte di chi la vuole debole”, scrivono Nunzio Angiola e Michele Triventi.

L’invito ad aderire ad Azione è rivolto a tutti i cittadini che vogliano davvero cambiare le cose e sostenere la crescita culturale, economica e sociale della città, facendo costante riferimento a quattro principi fondamentali: onestà, responsabilità, competenza e meritocrazia.

Nota di rilievo per la Capitanata è anche la nomina di Triventi come “Responsabile regionale Enti Locali” del Partito e dell’industriale Umberto Sacco a responsabile provinciale “Sviluppo Economico e Imprenditorialità”.

Per informazioni ed adesioni è possibile rivolgersi a foggiainazione@gmail.com

 

MEDICI ED INFERMIERI: UNA BUSSOLA PER CALCOLARE IL VERO FABBISOGNO

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L’emergenza Covid-19 ha rilanciato il tema del fabbisogno di personale nel Ssn. Ma quante assunzioni sono necessarie, con quali specializzazioni e in quali zone del paese? Occorre definire una metodologia che dia risposte standard a queste domande.

Medici e infermieri in tempi d’emergenza. L’emergenza Covid-19 ha rilanciato il tema del fabbisogno di personale nel Sistema sanitario nazionale, argomento già sollevato in passato da alcuni sindacati di categoria, più per consolidare rendite di posizione acquisite che per proporre una necessaria revisione della modalità di presa in carico dei pazienti. Se negli anni scorsi l’affermazione apodittica “manca il personale” spesso non corrispondeva al vero, ora la riduzione del finanziamento del Servizio sanitario nazionale degli ultimi tempi e il Covid-19 hanno reso evidente il problema, in particolare per le regioni in piano di rientro che spesso hanno dovuto subire un blocco quasi totale del turn over.

Il tema è centrale, anche nella bozza di legge di bilancio 2021 approvata il 16 novembre dal Consiglio dei ministri e ora all’esame del Parlamento. In sintesi, oltre a prevedere un incremento di circa 1 miliardo del fabbisogno sanitario standard per il 2021 e ulteriori aumenti sino al 2026, all’articolo 76 vengono prorogate le disposizioni sull’impiego di personale nel Sistema sanitario nazionale previste sia dal decreto “Cura Italia” che dal decreto “Rilancio”.

Davanti all’immissione straordinaria di risorse nel sistema, finalizzata sostanzialmente a reclutare temporaneamente personale per tamponare l’emergenza Covid, occorre interrogarsi su come verranno poi utilizzati questi professionisti, una volta che il sistema sia tornato alla gestione ordinaria. Vogliamo utilizzare queste risorse per continuare a dare linfa ad assetti organizzativi inefficienti e inefficaci (vedi mancata presa in carico della cronicità in gran parte dell’Ssn)? Oppure vogliamo ripensare il sistema dalle fondamenta, attraverso una ristrutturazione organizzativa ambiziosa, e incominciare a prevedere una coerente distribuzione delle risorse per ottenere i risultati migliori in termini di assistenza sia a livello territoriale che ospedaliero?

Una nuova organizzazione per il Ssn. Sotto il profilo della ristrutturazione organizzativa dell’Ssn, alcuni timidi segnali si possono trovare nella bozza del Piano nazionale ripresa e resilienza (Pnrr). Del progetto iniziale sono rimasti (per ora?) 9 miliardi di euro, di cui 4,8 dedicati all’assistenza di prossimità e alla telemedicina e 4,2 all’innovazione, ricerca e digitalizzazione dell’assistenza sanitaria. Se sono condivisibili i principi richiamati nel documento (come il potenziamento della rete territoriale, l’integrazione socio-sanitaria e di assistenza sanitaria integrata, le centrali operative territoriali – Cot – e gli ospedali di comunità) che puntano a obiettivi coerenti, resta aperta la discussione non solo sulla rotta da seguire, ma soprattutto sui modelli organizzativi a cui approderà il sistema. Il tema non è di poco conto in quanto proprio quei modelli condizioneranno le metodologie attraverso le quali le regioni decideranno se e come riorganizzare le reti di offerta (ospedaliera, territoriale, prevenzione) e, dunque, se ricollocare il personale già in servizio o reclutarne unicamente di nuovo (ammesso che si trovino le figure professionali sul mercato del lavoro) con i finanziamenti europei.

Con un investimento rilevante sul territorio, sulla domiciliarità e sulla digitalizzazione, infatti, la rete ospedaliera va profondamente riformata, rafforzando esclusivamente i dipartimenti di emergenza e accettazione di 1 e 2 livello e riconvertendo gli altri ospedali a una nuova vocazione territoriale. Su questo tema, però, i decisori tacciono o, come si rileva dalla scheda 15 del Patto per la salute 2019/2021, vogliono addirittura cambiare il decreto ministeriale 70/2015 per consentire la riapertura di ospedali chiusi o riconvertiti, riportandoli alla originaria missione di assistenza per acuti.

In cerca di una metodologia. Anche al di là delle attuali contingenze, il tema è centrale da tempo, se non altro per ragioni di controllo della finanza pubblica. Come evidenziato dalla tabella 1, l’evoluzione normativa ha riconosciuto la necessità di avviare una nuova stagione di assunzioni nell’Ssn, subordinandola dal 2021 (articolo 11, c. 1, Dl 35/2019) “(…) all’adozione di una metodologia per la determinazione del fabbisogno di personale in coerenza con quanto stabilito dal Dm 70/2015”.

Esistono già, dunque, metodologie di definizione del fabbisogno di personale in sanità da cui partire?A livello nazionale, la necessità di individuarle si era manifestata per la valutazione dei piani di fabbisogno di personale presentati da regioni e province autonome ai sensi della legge di stabilità 2016 (articolo 1, comma 541) e del Dm 70/2015. Proprio in sede di tavolo ministeriale di monitoraggio del decreto, un gruppo di regioni (Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna, Lazio e Puglia) ha prodotto una prima metodologia di calcolo del fabbisogno di personale per i presidi ospedalieri, riportata in un documento tecnico approvato in Commissione salute nel dicembre 2017.

La metodologia calcola il fabbisogno di personale in base a tre fattori: organizzazione della rete di offerta, produzione e tempo lavoro. Poiché è frutto di una mediazione tra modelli di calcolo adottati in Ssr diversi, su alcuni punti, come ad esempio per l’attività ambulatoriale o per le sale operatorie, il documento rinvia a criteri regionali o a successivi approfondimenti che finora non sono stati pubblicati. La metodologia costituisce la principale linea di indirizzo per il Ssn, pur non essendo ancora stata convertita in norma, trova applicazione in alcune regioni e viene utilizzata dai “tavoli ministeriali” in particolare nel monitoraggio delle regioni in piano di rientro.

Per quanto riguarda l’area territoriale, la situazione è molto diversa. L’eterogeneità organizzativa dei diversi Ssr è qui indubbiamente più ampia rispetto alla parte ospedaliera e a ciò si aggiunge la stratificazione di norme nazionali che hanno dato solo un perimetro ad alcuni ambiti organizzativi (ad esempio il distretto) lasciando per il resto largo spazio alle scelte delle singole regioni. Tanta complessità ha fatto sì che sovente le regioni – fatte salve alcune realtà con sistemi consolidati di programmazione e monitoraggio delle risorse, come ad esempio il Veneto – nell’emanare le linee guida per le aziende sanitarie ai fini della predisposizione dei Piani triennali di fabbisogno del personale, abbiano indicato come riferimento il numero di residenti dell’Asl. La sfida lanciata nel 2016 dal Piano nazionale di criticità di giungere a un modello univoco di stratificazione dei fabbisogni della popolazione, potenzialmente utile in una logica di programmazione del personale, è ancora aperta e al momento non appare in via di soluzione.

Occorre, pertanto, sviluppare una metodologia che permetta di dare una misura alle diverse componenti del sistema di offerta (ospedaliera e territoriale) mettendo in correlazione bisogno di salute, prestazioni sanitarie e risorse (principalmente personale). Generalmente, il paradigma teorico prevede di partire dai bisogni di salute della popolazione per programmare prestazioni e servizi e poi allocare il finanziamento. Per il Ssn non è possibile realizzare una correlazione diretta tra bisogni e risorse, in quanto la capacità produttiva delle aziende sanitarie si è strutturata nel tempo rispondendo a stimoli diversi. D’altra parte, le risorse o sono un vincolo di partenza o rincorrono modelli organizzativi consolidati, anche inefficienti. Nel definire la metodologia di fabbisogno di personale è dunque imprescindibile partire non solo da numeri teorici relativi a parametri statici (ad esempio, posti letto o numero di abitanti), ma anche dai dati di attività, che da una parte ci danno una dimensione da confrontare con il reale bisogno di salute e dall’altra ci permettono di specificare attraverso un riferimento standardizzabile le risorse necessarie alla loro produzione.

Da anni, il Ssn si è dotato da anni di un sistema di flussi informativi per i dati di produzione della maggior parte dei livelli di asistenza che possono essere utilizzati, come noi abbiamo fatto in alcune esperienze operative, per mettere in correlazione bisogni sanitari e risorse umane necessarie, secondo un processo ciclico di misurazione – programmazione- produzione – rivalutazione e adeguamento programmatorio.

In conclusione, sulla base dell’esperienza gestionale e di quanto sinora esposto, occorre che sul dimensionamento del fabbisogno di personale:

1) siano adottati standard nazionali flessibili, che prevedano un range di valori minimo e massimo;
2) si definiscano dapprima gli standard teorici partendo dai bisogni, anche basandosi su misure a “corpo” come tipologia di ospedale, numero di posti letto, numero di abitanti;

3) si identifichino standard che utilizzando i flussi di attività reale (prestazioni e servizi erogati) definiscano la quantità e qualità del personale necessario per l’attività;

4) si confrontino gli standard teorici di personale (punto 2) con quelli derivanti dalla misurazione dell’attività effettivamente erogata (punto 3). Per l’attività ospedaliera, sostanzialmente è già possibile, per il territorio si possono utilizzare norme, riferimenti e indirizzi nazionali già esistenti (ad esempio, attività consultoriale, psichiatria, specialistica e così via), in attesa di una loro revisione o di un loro sviluppo.

La necessità di standard è ancora più urgente oggi, con le prevedibili ulteriori immissioni di infermieri, medici, tecnici e altro personale (programmazione della formazione universitaria coerente, quantitativa e qualitativa permettendo) in seguito all’applicazione delle norme d’urgenza e del varo del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Solo così si eviterà, o quantomeno si ridurrà, il rischio che i piani di fabbisogno di personale si basino solo sul buon senso o, peggio ancora, sulle pressioni delle varie categorie. (lavoce – Ragnar Gullstrand e Fulvio Moirano)

 

BOLLETTINO EPIDEMIOLOGICO REGIONE PUGLIA 8 GENNAIO 2021

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Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, informa che oggi venerdì 8 gennaio 2021 in Puglia, sono stati registrati 11.020 test per l’infezione da Covid-19 coronavirus e sono stati registrati 1.349 casi positivi: 400 in provincia di Bari, 122 in provincia di Brindisi, 98 nella provincia BAT, 338 in provincia di Foggia, 120 in provincia di Lecce, 268 in provincia di Taranto, 2 residenti fuori regione, 1 caso di residenza non nota.

Sono stati registrati 27 decessi: 9 in provincia di Bari, 2 in provincia BAT, 1 in provincia di Brindisi, 11 in provincia di Foggia, 1 in provincia di Lecce, 3 in provincia di Taranto.

Dall’inizio dell’emergenza sono stati effettuati  1.099.615 test.

42.409 sono i pazienti guariti.

53.922 sono i casi attualmente positivi.

Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 98.952, così suddivisi:

38.104 nella Provincia di Bari;

11.228 nella Provincia di Bat;

7.270 nella Provincia di Brindisi;

21.601 nella Provincia di Foggia;

7.808 nella Provincia di Lecce;

12.308 nella Provincia di Taranto;

540  attribuiti a residenti fuori regione;

93  provincia di residenza non nota.

I Dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l’acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti.

CARABINIERI: ARRESTI, DENUNCE E SANZIONI PER VIOLAZIONI MISURE ANTI-COVID

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Sono proseguiti anche durante le festività, a Cerignola, i servizi straordinari ad alto impatto da parte dei carabinieri della locale Compagnia. Durante i controlli, rivolti soprattutto al monitoraggio delle aree più sensibili della città e delle principali arterie stradali nonché alla prevenzione dei reati predatori, sono state identificate circa 550 persone e controllati oltre 370 veicoli. Due persone sono state arrestate in esecuzione di altrettanti provvedimenti emessi dall’Autorità Giudiziaria, altre 8 persone sono state denunciate in stato di libertà per reati vari. Dieci persone sono state segnalate alla Prefettura di Foggia per uso personale di sostanze stupefacenti e 39 persone sono state sanzionate per inosservanza delle disposizioni governative volte a contrastare la diffusione del Covid-19. I militari hanno elevato anche decine di contravvenzioni per violazioni al Codice della Strada.

I carabinieri della Stazione ofantina hanno arrestato un 38enne del posto, raggiunto da un ordine di carcerazione emesso dalla Procura della Repubblica di Foggia, dovendo lo stesso espiare la pena residua di 7 anni, 1 mese e 4 giorni di reclusione per cumulo di pene concorrenti per i reati di rapina e ricettazione. Dopo le formalità di rito, il 38enne è stato associato alla casa circondariale di Foggia.

Si sono aperte le porte del carcere di Foggia anche per un54enne di Cerignola, che si trovava già detenuto agli arresti domiciliari per i reati di tentato omicidio aggravato e detenzione di arma da taglio. Nei suoi confronti è stata eseguita una ordinanza, emessa dall’Ufficio di Sorveglianza del Tribunale di Foggia, che ha sostituito la detenzione domiciliare con quella in carcere. Il provvedimento è scaturito a seguito di violazioni alle prescrizioni commesse dal 54enne, accertate e segnalate all’Autorità Giudiziaria dai carabinieri di Cerignola.

Sempre a Cerignola, un 27enne, incensurato, è stato denunciato in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Foggia per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. I militari del Nucleo Operativo e Radiomobile di Cerignola e i carabinieri dello squadrone eliportato Cacciatori Puglia, durante una perquisizione in un casolare sito nell’agro di Cerignola ed in uso al 27enne, hanno rinvenuto oltre 100 grammi di hashish, una dosa di cocaina ed un bilancino di precisione. Droga e materiale sono stati sottoposti a sequestro. Gli accertamenti svolti dai carabinieri del Laboratorio Analisi Sostanze Stupefacenti del Comando Provinciale di Foggia hanno consentito di stabilire che, stando alle tabelle ministeriali, dall’hashish sequestrato si sarebbero potute ricavare circa 168 dosi di sostanza stupefacente.

Ben 39 persone sono state sanzionate per violazioni alla normativa anti-Covid-19. Le sanzioni hanno riguardato principalmente l’inosservanza del divieto di assembramento, il mancato utilizzo della mascherina e la violazione del “coprifuoco”. In particolare, i carabinieri della Stazione di Cerignola, alcune sere fa, sono intervenuti presso un centro scommesse della città, che si trovava aperto nonostante i divieti imposti dalla normativa vigente e al cui interno erano presenti 15 avventori. Oltre al gestore, che non ha osservato il divieto di apertura, sono stati sanzionati gli avventori per assembramento. È stata disposta la chiusura immediata dell’attività per 5 giorni ed è scattata una segnalazione alla Prefettura di Foggia.

Durante i controlli, che hanno riguardato anche la sicurezza stradale ed il monitoraggio del rispetto delle norme del Codice della Strada, 5 conducenti sono stati denunciati in stato di libertà alla Procura di Foggia per guida senza patente reiterata e 2 sono stati denunciati per rifiuto di sottoporsi ad accertamenti clinici diretti a verificare l’assunzione di sostanze stupefacenti. Sono state elevate 4 sanzioni amministrative per guida senza patente, 17 per mancata copertura assicurativa con contestuale sequestro di altrettanti veicoli e 12 per mancato utilizzo delle cinture di sicurezza; due patenti sono state ritirate.

La perlustrazione delle vaste aree rurali della città ha permesso ai carabinieri della Sezione Radiomobile di rinvenire nelle campagne 4 autovetture rubate, recuperate per la successiva restituzione ai legittimi proprietari.

SAN NICANDRO GARGANICO, UOMO ARRESTATO 2 VOLTE IN 10 GIORNI DAI CARABINIERI

La notte dello scorso 4 gennaio i Carabinieri della Stazione di Apricena hanno nuovamente arrestato l’uomo che tra il 24 e il 25 dicembre aveva consumato un furto in abitazione a San Nicandro Garganico e aveva poi opposto resistenza all’arresto, motivo per cui il G.I.P. del Tribunale di Foggia lo ritenne responsabile dei reati di tentata rapina e resistenza a pubblico ufficiale e a seguito dell’udienza di convalida gli applicò la misura cautelare degli arresti domiciliari.

Questa volta, i militari della Stazione di Apricena, mentre transitavano su Corso Garibaldi di San Nicandro Garganico, venivano attirati dai rumori provenienti dall’interno del locale, denominato “Insert Coin”, dove sono installati dei distributori automatici.

I militari, scesi dall’autovettura di servizio, si avvicinavano all’attività e, nel mentre realizzavano che all’interno c’era qualcuno, la saracinesca si alzava e si trovavano faccia a faccia con D.A.P., classe 85, a loro già noto. Questi alla vista dei militari lasciava cadere l’ascia di cui era munito e si faceva condurre in caserma, dove veniva dichiarato in stato di arresto per i reati di evasione e furto aggravato dall’aver esercitato violenza sulle cose.

Al termine dell’udienza di convalida il G.I.P. del Tribunale di Foggia ha disposto che lo stesso fosse nuovamente condotto presso la propria abitazione e lì sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari.

CELESTE PERTA E’ FINALISTA AL “SANREMO JUKE BOX 2021″

Celeste Perta è finalista al “Sanremo Juke Box 2021”. ll grande sogno di Sanremo si avvicina anche per Celeste e, con esso, la sua l’emozione perchè avrà l’onore di cantare calcare il palcoscenico ligure del contest “Sanremo Juke Box”.

Potrete ascoltarla e votarla anche nella COMPILATION che verrà presentata in anteprima della Finalissima del 6 Marzo 2021 direttamente dalla Città del Festival della Canzone Italiana

Mancano soltanto 2 mesi al grande evento che Celeste affronterà con la sua bravura e con un nostro grande applauso per la sua performance.

Un grande in bocca al lupo!

LETTERE AL DIRETTORE

Caro direttore,

sono un cittadino Sannicandrese molto indignato. A questo punto vorrei chiedere una sola cosa al nostro assessore al commercio. Come mai le scuole restano chiuse e fate fare il mercato? Che criteri di valutazione avete usato? Secondo voi è più rischioso andare a scuola o fare lo struscio nel mercato?

Vi rendete conto della situazione in cui si trova San Nicandro con oltre 150 contagiati. Volete che  ci chiedono definitivamente  e buttano le chiavi. Vorrei che chi ci governa fosse un pò più responsabile. Approfitto per fare i migliori auguri al nostro sindaco per una pronta guarigione

T.C

1909: IL LAGO DI VARANO E LA SUA MESSA IN VALORE SECONDO L’ON. ZACCAGNINO

I primi anni del ‘900, con il progresso tecnologico che si portavano dietro, videro nascere diverse ipotesi di trasformazione e “utilizzo” del Lago di Varano a scopi commerciali e/o militari. Qui di seguito si riporta integralmente l’articolo tratto da “La Stampa” dell’8 giugno 1909.

Nella ricerca dell’autore dell’opuscolo “1912? Armate la Marina”, si poteva essere guidati dal cui prodest.
E siccome nell’opuscolo si sosteneva doversi pagare niente meno che un mezzo miliardo per fare del lago di varano una grande base navale di operazioni, così si poteva supporre che di tale ardita propaganda garganica fosse in qualche modo complice il deputato del luogo, l’on. Zaccagnino.

Ma questi, intervistato dal Giornale d’Italia, dopo aver negato di essere l’autore dell’opuscolo, ha dichiarato: prima che quella pubblicazione uscisse, non avevo mai pensato che si potesse ideare di scavare Varano, che è profondo in media 5 metri, di altri 7 metri.

Anche a me questo pare un progetto troppo grandioso. Ben è vero che l’Austria ha tre grandiosi porti da guerra, tre grandi basi d’operazione, Pola, Scbenicco, Cattaro, ma le condizioni delle sue coste sono diverse e noi dobbiamo adattare le nostre coste e i nostri porti adriatici ai nostri bisogni militari e marittimi, ma non possiamo addirittura creare condizioni nuove.

Non può negarsi però che il Varano ha in Adriatico una posizione assolutamente eccezionale. Esso è come un grande quadrato acqueo di circa 7000 ettari di fronte la regione balcanica, circondato tutt’intorno da monti di elevata e sufficiente altezza.

Dirimpetto, a ben appropriata distanza, sono le isole di Tremiti e la Pelagosa.

Tutto ciò lo rende, nelle deficienti condizioni della nostra costa adriatica assolutamente prezioso per un adattamento ai bisogni della nostra marina da guerra. Tutti i competenti che in questi giorni banno interloquito nella questione, si sono giustamente meravigliati dell’esagerazioni contenute nella nota pubblicazione; non hanno detto però una sola parola contro l’adattamento del nostro bel Varano garganico a qualche uno di guerra.

D’altra parte, da discorsi finiti con tecnici e competenti credo che il lago di Varano si voglia usare soltanto come ben adatto porto di rifugio per le torpediniere. Il nostro bel lago di Varano ha le caratteristiche di un lago alpino; colà vi e una vita ancora primordiale; ivi s’ignora tuttora l’uso o il maneggio della vela e le barche sono spesso cavate nei grossi tronchi di alberi come selvagge piroghe. Selve di canne che alla vista paiono delle terreferme, non sono che isole galleggianti, formate da detriti di erbe palustri su cui le canne vegetano rigogliosamente. AI tempo del Ministero Sonnino, ottenni che la Commissione dei porti includesse il lago di Varano fra quelli nei quali si faranno dei lavori, e si stabilì che si facessero lavori per un milione, ma non ho mai sognato di avere 500 milioni per il Varano.

Il Varano è un lago che ha una media profondità di 4 o 5 metri. Per l’Adriatico questa è già una bella profondità. II porto-canale di Ravenna non ha che 5 metri di profondità ed è un buonissimo porto.
Varano è un lago potenzialmente navigabile ma non può adibirsi alla navigazione perchè è separato dal mare da una duna sabbiosa di 500-600 metri. Scavare adunque un canale profondo 5 metri fra lago e mare, munendolo di buoni moli fino a 5 metri di fondale nel mare, significa rendere il lago effettivamente navigabile e portare così la vita e l’avvenire alle regioni garganiche.

Con un milione di lire già stanziato si scaverà un canale di tre metri e mezzo, si costruiranno i porti e i moli fino a un fondale di tre metri e mezzo nel mare, oltre a una strada che allaccerà il porto alla strada garganica, ma ci vorrebbero alcune centinaia di mila lire perché il canale e i moli raggiungessero i fondali di 5 metri quale è appunto in profondità del lago.

Ma è già un primo passo quello che abbiamo fatto e una ciliegia tira l’altra.

– E non si faranno maggiori lavori?

Noi siamo modesti e per ora ci contentiamo di questo perché a noi prende che il lago diventi navigabile. Ma la ragione precipua per cui questi lavori sono e stati approvati con la legge è, come dissi, quella di avere nel Varano un buon rifugio per le torpediniere. Per ciò appunto i fondali sono stati stabiliti a tre metri e mezzo; e sono ben lieto che la Marina, per la mia iniziativa e l’opera mia intendesse svolta durante la campagna portuale, potrà avere fra breve nel Varano a sua disposizione un porto per il rifugio delle sue torpediniere.
Sono già allo studio i progetti e fra un anno al massimo i lavori saranno appaltati.

– Ma oltre gli scopi guerra, Il Varano non può essere utilizzato per scopi economici?
lo sono convinto che il Varano ha un grande avvenire per lo meno commerciale, poiché messo in comunicazione col mare è diventato, in effetti navigabile, cagionerà la messa in valore della regione garganica, meravigliosamente bella, pittoresca e feconda. Questa, separata come è ora dal resto d’Italia, è ancora come allo stato vergine. Messa in comunicazione col mare, si presta ud uno sfruttamento e ad un incremento non dissimile da quello delle terre balcaniche così vivamente agognate dai commerci moderni e che sono al Gargano di fronte.

– Ma non vi è Laggiù molta malaria?

Vi è un dislivello costante del lago sul mare, di circa 50 centimetri e questo produce ai bordi del lago, delle paludi malariche. Ma quando si sarà aperta una comunicazione tra il lago e il mare, il dislivello cesserà, le acque del lago diventeranno salse e sane, come è per la Laguna Veneta, e non vi sarà più malaria.
Restano i paludelli intorno l lago ma si tratta di una zona che non supera i 300 ettari e vi si stanno già eseguendo bonifiche. Restano ancora le isolette di canne galleggianti sui detriti, prediletti ricoveri di anofeli, ma si possono distruggere con qualche centinaio di lire.

E’ assolutamente certo che appena sarà scavato il canale e saranno compiute le bonifiche in corso che hanno fondi e residui sufficienti in bilancio, non vi sarà più malaria.

Del resto il lago di varano fu già un buon porto in tempi antichi: portus Uriae.

Nelle circostanti colline vi è ancora qualche rudero della antica e importante città di Uria.

L’onorevole Pietro Foscari telegrafa da Venezia alla Tribuna, pregando di smentire in modo assoluto qualsiasi sua relazione con l’opuscolo sul “1912?”.

Domenico Sergio Antonacci

ANNO 2020 BOOM DI NASCITE ALL’OSPEDALE DI CERIGNOLA

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Nel 2020 l’Ospedale “G.Tatarella” di Cerignola, nonostante le difficoltà organizzative causate dalla pandemia da SARSCoV-2, ha “arricchito” la popolazione locale di ben 51 neonati in più rispetto all’anno precedente, per un totale di 789 parti.

Un trend positivo, visto il calo di nascite in tutta l’Italia. Tante le mamme di Cerignola e dei paesi limitrofi: Canosa di Puglia, Lavello, Bisceglie che hanno scelto di partorire al Tatarella, dove l’intesa e il lavoro di squadra dall’equipe di Ginecologia e Ostetricia, diretta dal dr. Alessandro D’Afiero e dell’area pediatrica, diretta dal dr. Angelo Acquafredda, supportati da uno staff di eccezionali operatori sanitari, ha reso possibile un percorso nascita a misura di donna e mamma. Entrambe le Unità Operative sono state designate a Centro HUB nella Regione Puglia per curare il Covid-19, riservando stanze di degenza ed assistenza personalizzata alle mamme e agli eventuali neonati positivi

Tanti i progetti di punta del dr. Pietro Cialdella, Referente della struttura semplice di Neonatologia e del gruppo di infermieri e puericultrice che lo supportano, coordinati dal dott. Ciro A. Tampone:

➢ il modello organizzativo del rooming in;

➢ l’allattamento al seno;

➢ il percorso nascita;

➢ la “coppia protagonista del capolavoro chiamato figlio”.

Tutti progetti che richiedono una formazione adeguata e continua del personale sanitario e che hanno visti premiati i tanti sforzi e impegni, con l’incremento delle nascite.

L’U.O.C. di Pediatria vanta un altro primato nell’anno 2020: sono state effettuate oltre 220 Prestazioni Complesse Assistenziali (PCA) screening, diagnosi e cura sui bambini affetti da diabete, pubertà precoce, bassa statura problemi di tiroide, ecc.

Nell’area della Fibrosi Cistica (malattia multiorgano, cronica e degenerativa) la Referente, dott.ssa Pamela Vitullo coadiuvata da una esperta equipé di infermieri e fisioterapisti, coordinati dal coordinatore infermieristico dott. Ciro Tampone e da altri sanitari: dietista, psicologi, hanno contribuito ad un incremento della percentuale di occupazione dei posti letto di oltre 80%, oltre all’attività ambulatoriale: n. 100 Day Hospital e n. 300 visite ambulatoriali; il tutto in un anno in cui il Covid-19, ha creato non poche difficoltà.

Il ringraziamento va alle mamme che hanno scelto di partorire all’Ospedale “G. Tatarella, al personale tutto dell’U.O.C. della Pediatria/Neonatologia/Fibrosi Cistica, ai nostri Dirigenti dell’ASL Foggia che ci consentono di lavorare al meglio per i nostri assistiti.

Il nostro impegno per il futuro sarà quello di: cercare di arrivare ad oltre 1000 parti annuali; continuare a dare speranza ai pazienti cronici; cercare di curare più bambini possibile

 

BOLLETTINO EPIDEMIOLOGICO REGIONE PUGLIA 7 GENNAIO 2021

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Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, informa che oggi giovedì 7 gennaio 2021 in Puglia, sono stati registrati 3.176 test per l’infezione da Covid-19 coronavirus e sono stati registrati 657 casi positivi: 170 in provincia di Bari, 95 in provincia di Brindisi, 50 nella provincia BAT, 137 in provincia di Foggia, 81 in provincia di Lecce, 129 in provincia di Taranto. 5 casi di provincia di residenza non nota sono stati riclassificati e attribuiti.

Sono stati registrati 21 decessi: 6 in provincia di Bari, 7 in provincia BAT, 1 in provincia di Brindisi, 3 in provincia di Foggia, 1 in provincia di Lecce, 3 in provincia di Taranto.

Dall’inizio dell’emergenza sono stati effettuati 1.088.595 test.

41.468 sono i pazienti guariti.

53.541 sono i casi attualmente positivi.

Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 97.603, così suddivisi:

37.704 nella Provincia di Bari;

11.130 nella Provincia di Bat;

7.148 nella Provincia di Brindisi;

21.263 nella Provincia di Foggia;

7.688 nella Provincia di Lecce;

12.040 nella Provincia di Taranto;

538 attribuiti a residenti fuori regione;

92 provincia di residenza non nota.

I Dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l’acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti.

SOSPENSIONE ATTIVITA’ DIDATTICHE AL “DE ROGATIS-FIORITTO”DI SAN NICANDRO

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Preso atto dell’ultimo bollettino Covid, diramato dalla Prefettura di Foggia, pervenuto in data odierna, dal quale risulta un notevole incremento della curva epidemiologica, che determina di fatto nel nostro Comune n. 129 soggetti positivi e 32 posti in isolamento fiduciario, e che tale situazione specifica la conseguente attivazione delle misure di sorveglianza sanitaria e isolamento fiduciario nell’ambito dei relativi “contatti stretti” e, ai fini del contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19 è stata emanata oggi l’ordinanza che disciplina quanto segue.

  • La sospensione di tutte le attività didattiche in presenza dal 07.01.2021 al 15.01.2021 delle Scuole dell’Istituto d’Istruzione Secondaria Superiore “De Rogatis-Fioritto”; – – –
  • L’inibizione, presso detti luoghi, di qualsivoglia attività, ad eccezione dell’accesso del personale scolastico autorizzato dai Dirigenti Scolastici;
  • La sospensione del ricevimento, in presenza, del pubblico da parte degli uffici di segreteria dell’Istituto d’Istruzione Secondaria Superiore “De Rogatis–Fioritto”

 

ATTIVITÀ DELLA POLIZIA DI STATO IN PROVINCIA DI FOGGIA NEL 2020

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L’impegno profuso dalla Questura di Foggia per l’ordine e la sicurezza pubblica si è modulato nella gestione di molteplici esigenze operative, anche legate a specifiche situazioni emergenziali, ed è stato diretto ad assicurare il pacifico e regolare svolgimento delle numerose manifestazioni pubbliche, svoltesi nell’ambito del territorio comunale e provinciale, con il concorso di tutte le forze di polizia.

Tra gli eventi di rilievo, che hanno comportato un particolare impegno, si menzionano le visite istituzionali de:

  • il Presidente del Consiglio dei Ministri, Prof. Giuseppe CONTE, in data 03 Agosto 2020 a Cerignola, per partecipare alla presentazione del “Progetto Legalitour”, insieme alla Ministro dell’Istruzione, On. Lucia AZZOLINA, e al Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia, Sen. Nicola MORRA;
  • il Ministro dell’Interno, Luciana LAMORGESE, insieme al Capo della Polizia – Direttore Generale della Pubblica Sicurezza, Franco GABRIELLI, avvenuta il 15 febbraio 2020, in occasione della inaugurazione della Sezione Distaccata della D.I.A.;
  • il Procuratore Nazionale Antimafia, dott. Federico CAFIERO de RAHO, presso l’Università di Foggia, in data 27 Gennaio 2020, per affrontare i temi della legalità nel contrasto alla criminalità.
  • Analoghi eventi, di carattere sociale e sportivo, che hanno rivestito primaria importanza per l’impegno profuso, con il contestuale potenziamento delle misure di vigilanza e controllo, riguardano:
  • la marcia contro tutte le mafie “Foggia Libera Foggia”, promossa dall’Associazione “Libera” di Don Luigi CIOTTI – cui hanno partecipato circa 20.000 (ventimila) persone, congiuntamente alla Ministro delle Politiche Agricole Teresa BELLANOVA, e agli esponenti politici istituzionali dell’intera Regione – nel pomeriggio del 10 Gennaio 2020, per rispondere all’escalation criminale verificatasi nei primi giorni dell’anno;
  • il Giro d’Italia, con la tappa del 10 Ottobre 2020, conclusasi a Vieste;
  • il Giro d’Italia femminile, con due tappe svoltesi il 18 e 19 settembre 2020;
  • il Rally del Gargano, tenutosi il 5 e 6 Settembre 2020.Una notevole mole di lavoro, che ha determinato un significativo impegno, è stata svolta per assicurare il rispetto della normativa per arginare il diffondersi dei contagi da COVID-19, con innumerevoli servizi svolti su strada, ivi compresi quelli relativi alle proteste dei commercianti foggiani di fine Ottobre ed inizio Dicembre 2020.A tal fine, duemila sono state le Ordinanze questorili di ordine pubblico e vigilanza emanate, di cui più di un terzo dedicate ai servizi anti Covid-19, che hanno consentito il rilevamento di ben n. 1.531 infrazioni. Specifici servizi, a cadenza settimanale, e con un impiego massivo di appartenenti alle forze dell’ordine, sono stati effettuati per le operazioni “Alto Impatto”, svolte a Foggia, Cerignola, San Severo e Manfredonia, consistite nell’effettuazione di numerosi posti di blocco e perquisizioni nei confronti di soggetti aventi precedenti per reati contro il patrimonio e stupefacenti.L’attenzione della Polizia di Stato si è anche rivolta alle campagne presenti nel tavoliere, con attività dedicate al rispetto dell’ambiente nonché alla lotta del caporalato e dei reati in agricoltura.Inoltre, è stata assicurata una cornice di sicurezza in occasione di tutti gli interventi di bonifica e di prevenzione sanitaria effettuati nelle foresterie e nei vari insediamenti spontanei di extracomunitari presenti in Capitanata.Si rassegna la sottostante tabella sull’andamento della delittuosità nel 2020, rispetto a quanto avvenuto nel 2019.
  • Andamento della delittuosità.
  • Del pari, sono stati organizzati numerosi servizi tesi al contrasto dell’abusivismo commerciale, della prostituzione su strada, dei parcheggiatori abusivi e delle rapine ai mezzi di trasporto di valori, con la creazione di apposite task force.
  • Servizi straordinari del territorio, estesi anche alle attività commerciali, sono stati esperiti, altresì, nel centro storico della città di Foggia per la “Movida” ed in alcuni quartieri delicati, come “Ferrovia”, “Candelaro”, “Croci”, “Carmine Vecchio”, “Macchia Gialla”, nonché nei Comuni più grandi della Provincia ed in quelli di Trinitapoli, Margherita di Savoia e San Ferdinando di Puglia, ricadenti nella B.A.T.
  • Al riguardo, si evidenzia la clamorosa evasione, durante il periodo di lockdown, dal carcere di Foggia, del 9 Marzo 2020, quando tra centinaia di detenuti in rivolta a causa del Coronavirus, ben 72 fuggirono dal carcere, ma, entro il successivo mese di Luglio, tutti quanti sono stati nuovamente catturati dalle varie forze di polizia operanti sul territorio.
  • Le molteplici azioni, sempre più composite e integrate, intraprese dalla Questura di Foggia, e finalizzate a prevenire e/o contrastare le minacce nel settore dell’ordine e della sicurezza pubblica, sono state perfezionate anche grazie all’elaborazione di idonee strategie di intervento di medio/lungo termine, capaci di interpretare il rapido evolversi degli scenari, garantendo il bisogno di sicurezza dei cittadini.
  • Analogamente dicasi in merito al lavoro svolto dalla Questura per assicurare il regolare svolgimento delle consultazioni regionali del 20 e 21 Settembre 2020, nonché della annessa campagna elettorale, che ha comportato la presenza di numerosi leader politici di rilievo nazionale.
Andamento delittuosità Provincia di Foggia – 2019 e 2020
DELITTI 2019 2020  Variazione %
OMICIDI VOLONTARI CONSUMATI 13 8 -38%
TENTATI OMICIDI 28 22 -21%
LESIONI DOLOSE 910 690 -24%
VIOLENZE SESSUALI 38 38
FURTI 11.923 9.199 -23%
a. Furto con strappo 172 143 -17%
b. Furto con destrezza 420 181 -57%
c. Furti in danno di uffici pubblici 0 0
d. Furti in abitazione 911 848 -7%
e. Furti in esercizi commerciali 534 368 -31%
f. Furti su auto in sosta 1.113 885 -20%
g. Furti di opere d’arte e materiale archeologico 3 2 -33%
h. Furti di automezzi pesanti trasportanti merci 27 32 19%
i. Furti di ciclomotori 74 66 -11%
j. Furti di motociclo 101 81 -20%
k. Furti di autovetture 3.650 2.784 -24%
RICETTAZIONE 317 268 -15%
RAPINE 293 234 -20%
a. Rapine in abitazione 28 18 -36%
b. Rapine in banca 3 3
c. Rapine in uffici postali 3 1 -67%
d. Rapine in esercizi commerciali 58 39 -33%
e. Rapine in pubblica via 121 112 -7%
DANNEGGIAMENTO SEGUITO DA INCENDIO 323 303 -6%
TRUFFE E FRODI INFORMATICHE 2.133 2.099 -2%
ALTRI DELITTI 4.866 4.723 -3%
TOTALE DELITTI 25.468 21.945 -14%

Dall’esame dei dati si evince che, nel corso dell’ultimo anno, si è assistito ad un trend decrescente, che ha comportato una diminuzione della delittuosità pari a circa il 14%. In particolare, sono fortemente diminuiti gli omicidi volontari, che da 13 sono passati ad 8 (-38%), i tentati omicidi (-21%) e le lesioni personali (-24%). Permangono, invece, immutati i dati concernenti i reati di violenza sessuale, mentre in netta flessione è il numero delle vittime di femminicidio.

Tra i reati contro il patrimonio si registra un calo dei furti (-23%), delle rapine (-20%), delle ricettazioni (-15%) e dei danneggiamenti seguiti da incendio (-6%). In particolare, sono diminuite del 67% le rapine presso gli uffici postali, del 36% quelle presso le abitazioni private e del 33% quelle presso gli esercizi commerciali. I furti con destrezza sono in ribasso del 57%, quelli presso gli esercizi commerciali del 31% e quelli di autovetture del 24%.

Le truffe e le frodi informatiche sono diminuite solo del 2%.

Tra i fattori che hanno inciso sull’andamento della delittuosità in Provincia si annoverano le misure limitative della mobilità personale sul territorio, legate alla normativa anti COVID-19 ed il rafforzamento dei servizi di prevenzione e repressione dei reati operati dalle forze dell’ordine con attività sempre più serrate, massive ed incisive.

Difatti, grazie anche ai rinforzi degli organici delle forze di polizia disposti, ad inizio d’anno, dalla Ministro dell’Interno Luciana LAMORGESE, è stato conferito un rinnovato impulso all’azione di prevenzione e di contrasto dei reati in genere, sia mediante un’intensificazione dei servizi di controllo del territorio, che attraverso accurate indagini concluse con importanti operazioni di polizia giudiziaria.

Particolarmente proficua è stata la forte sinergia tra le varie forze di polizia che spesso hanno lavorato congiuntamente, grazie alla preziosa opera di coordinamento svolta dalla Procura della Repubblica di Foggia e dalla Direzione Distrettuale Antimafia ed Antiterrorismo di Bari, ed al raccordo operativo offerto dalla Prefettura di Foggia e della B.A.T., a dimostrazione della compattezza della “Squadra Stato”.

Complessivamente, durante l’anno 2020, la Polizia di Stato ha tratto in arresto n. 516 persone ed ha denunziato all’Autorità Giudiziaria n. 2.129 individui.

In particolare, delle 516 persone tratte in arresto, 103 rispondono di reati per violazione della normativa sulle sostanze stupefacenti, 69 per furto, 43 per violazione della normativa sulle armi, 38 per rapina, 35 per estorsione e 34 per associazione di tipo mafioso, a testimonianza di un’alta percentuale di arresti per reati riconducibili ad attività criminali tipiche delle consorterie associative mafiose.

Si badi che l’84% delle persone arrestate e denunziate è di nazionalità italiana e vive ed opera nel territorio della Provincia di Foggia, a dimostrazione del fatto che la stragrande maggioranza degli eventi delittuosi sono ascrivibili a persone del posto.

eADV

Le operazioni di polizia di contrasto al crimine organizzato sono state realizzate con il supporto del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato. Tra le principali si segnalano le seguenti:

  1. In data 9 gennaio 2020, in Foggia, la Squadra Mobile ha tratto in arresto un pluripregiudicato, inserito nella criminalità organizzata, reo di essere stato il mandante di un tentativo di estorsione ai danni di un commerciante, utilizzando due minorenni catturati precedentemente mentre commettevano il reato.
  2. Il 20 gennaio 2020, in Foggia, nel contesto di una operazione ad alto impatto finalizzata a colpire con perquisizioni soggetti vicini o intranei alla “Società Mafiosa Foggiana”, la Squadra Mobile ha eseguito due distinti provvedimenti di fermo per indiziato di delitto, aventi come destinatari quattro soggetti ritenuti responsabili di due diversi tentativi di estorsione, aggravati dal metodo mafioso, in danno di operatori commerciali ed imprenditoriali.
  3. Nel primo pomeriggio del 14 aprile 2020, in pieno lockdown, in Apricena, personale della Squadra Mobile di Foggia, unitamente ad equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine, faceva irruzione in un casolare di campagna interrompendo un summit mafioso e traeva in arresto tre pregiudicati latitanti, contigui alle cosche del Gargano, di cui due precedentemente evasi dal carcere di Foggia, ed il proprietario del sito.
  4. Nella mattina del 15 aprile 2020, a Foggia, personale della Squadra Mobile ha eseguito un decreto di fermo di indiziato di delitto a carico di un cittadino albanese ritenuto responsabile di due distinti episodi dinamitardi, avvenuti il 16 gennaio 2020 ed il 12 novembre 2019, rispettivamente in danno del centro sociale polivalente per persone anziane “Il sorriso di Stefano” e dell’esercizio commerciale “Poseidon”.
  5. In data 21 maggio 2020, in Cerignola, personale della Squadra Mobile, del locale Commissariato e del Reparto Prevenzione Crimine hanno eseguito una ordinanza di custodia cautelare personale a carico di 13 persone ritenute responsabili, a vario titolo, di traffico di sostanze stupefacenti, furto di ingenti quantitativi di derrate alimentari nel Nord-Italia ed estorsione secondo il noto schema del c.d. “cavallo di ritorno” (Operazione “Cerignola Enterprise”).
  6. Il 10 luglio 2020, la Squadra Mobile di Foggia, in collaborazione con quella di Brindisi, ha eseguito una misura cautelare in carcere a carico di 8 persone ritenute responsabili di associazione per delinquere connessa all’assalto ad un portavalori avvenuto in Provincia di Brindisi nel mese di gennaio del 2018.
  7. In data 8 ottobre 2020, la Squadra Mobile ed il GICO della Guardia di Finanza, hanno arrestato, su ordine di carcerazione, 3 persone, tra cui un avvocato, responsabili di estorsione aggravata dal metodo mafioso (Operazione “Rodolfo”).
  8. La mattina dell’11 novembre 2020, in Cerignola, personale del locale Commissariato, a seguito di una perquisizione effettuata in un esercizio commerciale chiuso da tempo, ha rinvenuto e sequestrato ben 52 kilogrammi di sostanza stupefacente di vario tipo, tra cocaina, eroina ed hashish, oltre a sostanza da taglio, numerosissimo materiale per il confezionamento e due pistole con relativo munizionamento, traendo in arresto un pregiudicato che aveva la disponibilità del suddetto locale.
  9. Il 16 novembre 2020, in Foggia, personale della Polizia di Stato e dell’Arma dei Carabinieri eseguiva 40 misure cautelari  personali a carico di elementi appartenenti o contigui all’organizzazione criminale “Società Mafiosa Foggiana” ritenuti  responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, estorsione, tentata estorsione, usura, turbativa d’asta e traffico di sostanze stupefacenti, tutti aggravati dal metodo mafioso (Operazione “Decimabis”).
  10. Il 3 dicembre 2020, in Foggia, personale della Squadra Mobile ha eseguito un decreto di fermo di indiziato di reato a carico di due pregiudicati affiliati alla “Società Mafiosa Foggiana” in quanto ritenuti responsabili di diversi episodi di estorsione in danno di operatori economici della Città. Successivamente, nell’ambito del medesimo contesto investigativo, in data 25 dicembre 2020, i predetti sono stati raggiunti da una ordinanza di custodia cautelare in carcere estesa anche al capo mafia TRISCIUOGLIO Federico ed ad un altro pregiudicato, entrambi già arrestati nell’operazione “Decimabis”.
  11. In data 11 dicembre 2020, in Cerignola, personale della Squadra Mobile e del locale Commissariato di P.S. ha tratto in arresto un incensurato, in quanto in una abitazione nella sua disponibilità sono stati rinvenuti un fucile mitragliatore da guerra AK 47, due pistole di cui una con matricola abrasa e diverso munizionamento.
  12. Il 12 dicembre 2020, in San Severo, personale del locale Commissariato di P.S. ha rinvenuto e sequestrato, in un box ubicato nel quartiere San Bernardino, un fucile mitragliatore kalashnikov, due pistole con matricola abrasa, centinaia di cartucce e munizioni, nonché sostanza stupefacente e materiale utilizzato per il camuffamento quali maschere di gomma, parrucche e passamontagna.

I positivi risultati conseguiti nel contrasto al crimine mafioso sono stati resi possibili grazie ad un maggiore numero di denunzie sporte dalle vittime dei fatti estorsivi, all’emergere di nuovi collaboratori di giustizia, al rinvenimento di documenti attestanti la lista degli adepti assoldati dalla mafia e alla capacità degli investigatori di individuare mandanti ed esecutori materiali dei più efferati delitti, anche quando la criminalità organizzata è ricorsa a manovalanza estera o minorile.

Negli ultimi mesi dell’anno, peraltro, sono intervenute delle significative sentenze di condanna (ad es. Operazione “Decima Azione”) che hanno scalfito l’impunità di cui si vantavano gli esponenti della “Società Mafiosa Foggiana”.

La presenza di consorterie di tipo mafioso autoctone rende Foggia e Provincia un privilegiato punto di transito, destinazione e di smistamento di ingenti quantità di sostanze stupefacenti, quale risultato di un insieme di fattori di natura geografica, commerciale e criminale.

Sul fronte della lotta al traffico di sostanze stupefacenti l’anno 2020 si è caratterizzato per il rinvenimento di diverse piantagioni di marijuana, nonché per i numerosi e significativi sequestri di cocaina ed eroina, quest’ultima ritornata recentemente sulle piazze di spaccio. A fronte di ciò, rimane tuttora elevato il numero dei consumatori di sostanze stupefacenti che ne alimentano il mercato.

Molteplici sono stati i sequestri di armi, munizioni ed esplosivi rinvenuti nella Provincia, che hanno consentito di sottrarre alla criminalità dei potenti strumenti offensivi tra cui anche armi da guerra, kalashnikov e micidiali ordigni dinamitardi.

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Numerose sono state le operazioni portate a compimento per contrastare il fenomeno della ricettazione e del riciclaggio di veicoli rubati, fenomeno particolarmente contrastato dal Commissariato P.S. di Cerignola che ha rinvenuto e sequestrato refurtiva e automezzi, compendio di furto per un valore commerciale pari a circa 50 milioni di Euro.

Sul fronte dei sequestri e delle confische di beni patrimoniali si rammentano quelli effettuati in sinergia con la Guardia di Finanza, in danno di pregiudicati soprattutto dell’area di San Severo, per un valore superiore a 2 milioni di Euro.

Particolare attenzione è stata dedicata dalla DIGOS ad alcuni episodi delittuosi in danno di amministratori pubblici, con l’individuazione dei responsabili di alcuni danneggiamenti. È stata anche scoperta una rete di compravendita di voti elettorali in occasione delle ultime consultazioni regionali e sono stati identificati e sottoposti a misure cautelari personali 23 tifosi ultras baresi e leccesi che, domenica 23 febbraio 2020, hanno ingenerato tafferugli sull’autostrada A16.

In conclusione, si rassegnano alcuni dati statistici in ordine all’attività istituzionale svolta durante il 2020 dai vari uffici della Polizia di Stato insistenti nella Provincia e cioè la Questura, i Commissariati di P.S. di Cerignola, Manfredonia, San Severo e Lucera, il Reparto Prevenzione Crimine di San Severo e gli Uffici delle Specialità della Polizia Stradale, Ferroviaria e Postale.

Polizia anticrimine e giudiziaria
Persone arrestate 516 Persone denunciate a piede libero 2.129
Sequestri e confische di beni patrimoniali 4 Proposte di sorveglianza speciale 25
Rimpatri con fogli di via obbligatori 54 Avvisi orali emessi 185
D.A.SPO. 7 Ordini di allontanamento 15
Pratiche di stalking trattate 49 Cannabinoidi sequestrati kg. 920,2
Ammonimenti 18 Eroina sequestrata kg. 7,4
Controlli a persone sottoposte a vincoli 14.383 Cocaina sequestrata kg. 5,3
Controllo del territorio
Pattuglie impiegate 24.296 Persone controllate 231.018
Veicoli controllati 127.286 Infrazioni al COVID-19 1.531
Infrazioni al Codice della Strada 17.407 Patenti ritirate 338
Carte circolazione ritirate 1.431 Soccorsi stradali prestati 1.043
Polizia Scientifica
Sopralluoghi di Polizia Scientifica 258 Persone foto segnalate 3.019
Polizia Amministrativa
Controlli amministrativi 2.126 Sanzioni amministrative 541
Sequestri amministrativi 266 Chiusure esercizi commerciali 17
Passaporti rilasciati 3.298 Licenze amministrative rilasciate 153
Porto di fucile rilasciati/rinnovati 1.690 Dinieghi e revoche per armi 102
Minori
Pratiche di adozione e/o affidamento 46 Ispezioni a Comunità per Minori 11
Deleghe Autorità Giudiziaria minorile 59 Interventi su minori abbandonati 4
Immigrazione
Permessi di soggiorno rilasciati/rinnovati 9.526 Stranieri espulsi 115
Sanatorie per stranieri 2.132 Allontanamenti comunitari 19
Polizia Stradale
Pattuglie impiegate 5.704 Veicoli controllati 20.112
Infrazioni al Codice della Strada 10.483 Persone controllate 21.838
Carte di circolazione ritirate 185 Patenti ritirate 164
Infrazioni COVID-19 236 Incidenti stradali rilevati 206
Soccorsi stradali prestati 606 Incidenti stradali mortali 12
Persone arrestate 11 Persone denunciate a piede libero 112
Polizia Ferroviaria
Pattuglie impiegate 1.921 Servizi scorta ai treni 107
Vigilanza in stazione – pattuglie 1.571 Contravvenzioni elevate 42
Persone arrestate 3 Persone denunciate a piede libero 27
Polizia Postale e delle Comunicazioni
Persone arrestate 1 Denunce e querele ricevute 609
Persone denunciate a piede libero 112 Deleghe giudiziarie esitate 370
Uffici postali controllati 437 Siti Internet monitorati 280

 

MANUEL GAGGIANO AL “SANREMO JUKE BOX 2021”

Il sannicandrese Manuel Gaggiano è finalista al “Sanremo Juke Box 2021”. l grande sogno di Sanremo si avvicina e, con esso, immagino l’emozione di ciascuno del nostro Manuel che avrà l’onore di cantare calcando il palcoscenico ligure del contest “Sanremo Juke Box”.

Potrete ascoltarlo e votarlo anche nella COMPILATION che verrà presentata in anteprima della Finalissima del 6 Marzo 2021 direttamente dalla Città del Festival della Canzone Italiana

Mancano soltanto 2 mesi al grande evento che Manuel affronterà con la sua bravura e con un nostro grande applauso per la sua performance.

Un grande in bocca al lupo!

TRASPORTO SCOLASTICO: ENTRO IL 3 FEBBRAIO RICHIESTE DAI COMUNI PER RISTORO IMPRESE

Anci informa che è stato pubblicato il decreto, di concerto con il Ministero Istruzione relativo al riparto del contributo pari a 20 milioni (art, 229 c. 2 bis Dl Rilancio) destinato direttamente ai Comuni per il ristoro alle imprese esercenti il servizio di trasporto scolastico delle perdite economiche dovute all’emergenza Covid-19 nell’a.s. 2019/2020.

I Comuni  interessati al contributo devono raccogliere i dati presso ciascuna impresa esercente i servizi di trasporto sul proprio territorio e  inviare, entro il 3 febbraio 2021 all’indirizzo dg.ts@pec.mit.gov.it , la tabella excel e l’apposita richiesta di finanziamento, compilando il modulo con firma digitale del legale rappresentante dell’ente o di un suo delegato posta in calce al decreto.

Entro i successivi 20 giorni dalla scadenza del termine per la presentazione delle domande, sentita l’Anci, saranno individuati con decreto direttoriale Mit i Comuni beneficiari e gli importi spettanti.

PERCHE’ LE SCUOLE SUPERIORI DI SAN NICANDRO NON SONO STATE CHIUSE FINO AL 15 GENNAIO?

Sono pervenute in redazione numerose segnalazioni da parte delle famiglie con figli che frequentano gli istituti superiori di Portone Perrone a San Nicandro Garganico. E’ stato fatto notare che l’amministrazione comunale ha emanato  l’ordinanza di chiusura e quindi la sospensione di tutte le attività didattiche da oggi e fino al 15 gennaio limitatamente alle Scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di I Grado dell’I.C.S. “D’Alessandro-Vocino”; – delle scuole dell’infanzia e primaria dell’Istituto Suore Riparatrici del Sacro Cuore –  Scuola dell’Infanzia–Primaria Parificata “Mario Zaccagnino; – delle scuole dell’infanzia dell’Istituto Suore Riparatrici del Sacro Cuore – Scuola dell’Infanzia Paritaria “Donato del Castello”.

In via breve, è stato affermato da parte dell’0amministrazione comunale che gli istituti superiori dipendono dall’amministrazione Provinciale di Foggia e la competenza non è dell’ente locale.

Questo sicuramente è vero ma, quando si tratta di problemi igienico-sanitari, è il primo cittadino il massimo organo a cui spettano decisioni che riguardano attivazioni di misure di sorveglianza sanitaria come, nel caso specifico, di contenimento dell’emergenza epidemiologica da Covid-19.

E’ stato fatto anche rilevare, a tal proposito, che molte volte gli istituti di Portone Perrone sono stati chiudi proprio dal sindaco pro-tempore in caso di non funzionamento dell’impianto di riscaldamento.

Di quanto sopra, onde evitare conflitti di competenze, si rimette la questione all’ente comune circa le segnalazioni suddette per la valutazione del caso.

LIBERI DI NON VACCINARSI, MA NON A RISCHIO DEGLI ALTRI

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Il diritto costituzionale di rifiutare un trattamento sanitario. L’articolo 32 della Costituzione sancisce la libertà di rifiutare qualsiasi trattamento sanitario, salvo quello per il quale la legge istituisca un obbligo. Ora, l’ordinamento italiano conosce numerosi casi di vaccinazioni rese obbligatorie da norme di legge per singole categorie di persone o per tutti: quelle contro il tetano (1963), contro la tubercolosi (2000), contro la difterite, il tetano, la pertosse, la poliomielite, l’epatite B, l’Haemophilus influenzae tipo b, il morbillo, la parotite, la rosolia e la varicella (2017); ma a tutt’oggi nessuna norma ha reso obbligatoria la vaccinazione contro il Covid-19; né avrebbe evidentemente potuto, in assenza del vaccino stesso.

Così stando le cose, la questione che si pone è se, pur in assenza di una legge che la renda obbligatoria, e finché duri la pandemia, sia consentito a un imprenditore richiedere la vaccinazione come misura di sicurezza ai propri dipendenti che abbiano la possibilità di sottoporvisi. In altre parole, se il vincolo non specificamente previsto da una legge per la generalità delle persone possa essere attivato a carico di determinate persone per effetto del contratto di lavoro di cui esse sono titolari (ma anche, eventualmente, per effetto di un contratto di trasporto, di ristorazione, o di altro genere). Coloro che sostengono la risposta positiva – tra i quali l’ex-procuratore della Repubblica Raffaele Guariniello e chi scrive – fondano questa tesi su alcune norme di legge, una di carattere generale e una di carattere specifico, che obbligano il datore di lavoro a realizzare le condizioni di massima sicurezza e igiene in azienda. Vediamone il contenuto.

L’obbligo di sicurezza a carico dell’imprenditore. L’articolo 2087 del Codice civile obbliga l’imprenditore, pubblico o privato, ad adottare “le misure che, secondo la particolarità del lavoro, l’esperienza e la tecnica, sono necessarie a tutelare l’integrità fisica e la personalità morale dei prestatori di lavoro”. Occorre dunque chiedersi se, in una situazione di pandemia da Covid-19, una fabbrica o un ufficio nel quale tutti siano vaccinati contro questo virus realizzi condizioni di sicurezza contro il rischio dell’infezione apprezzabilmente maggiore, rispetto alla fabbrica o ufficio nel quale una parte dei dipendenti non sia vaccinata. Se le indicazioni della scienza medica sono univocamente in questo senso, l’imprenditore deve ritenersi obbligato dall’articolo 2087 a richiedere a tutti i propri dipendenti la vaccinazione, dove questa sia per essi concretamente possibile.

L’articolo 279 del Testo Unico sulla sicurezza negli ambienti di lavoro (decreto legislativo n. 81/2008) prevede in modo più specifico l’obbligo per l’imprenditore di richiedere la vaccinazione del dipendente. La previsione è riferita al rischio di infezione derivante da un “agente biologico presente nella lavorazione”; tuttavia, se l’obbligo è esplicitamente previsto dalla legge per questo rischio specifico, è ragionevole ritenere che lo stesso obbligo gravi sull’imprenditore per la prevenzione di un rischio grave di infezione derivante dalla pura e semplice compresenza di diverse persone in uno spazio chiuso.

Si obietta che anche la persona vaccinata può essere portatrice sana del Covid-19; ma il rischio di contagio, in questo caso, è molto inferiore rispetto al caso della persona che sta incubando la malattia: incubazione che la vaccinazione impedisce. Finché dura la pandemia, dunque, anche le persone vaccinate dovranno continuare a rispettare le misure di prevenzione fin qui praticate, come l’indossare la mascherina e mantenere la distanza prescritta dalle altre persone; ma la vaccinazione sarà comunque un rilevantissimo fattore di sicurezza aggiuntivo; e come tale il datore di lavoro avrà il dovere, dove possibile, di applicarla.

Ipotizziamo il caso di un ospedale o casa di cura che non richieda il rispetto di questa misura ai propri medici e infermieri (cui pure sia data la possibilità di vaccinarsi): se dall’omissione deriverà la malattia di una persona, dipendente o paziente, l’azienda ne sarà evidentemente responsabile, allo stesso modo in cui lo sarebbe se il danno fosse derivato dal mancato rispetto di una qualsiasi altra misura di sicurezza suggerita dalla scienza, dalla tecnica e/o dall’esperienza.

Il possibile motivo ragionevole di rifiuto. A questo punto si pone la questione delle conseguenze che possono derivare per il medico o l’infermiere che, pur potendo vaccinarsi, rifiuti di soddisfare la richiesta della casa di cura od ospedale. In primo luogo dovranno essere esaminate le ragioni del rifiuto: potrebbe essere addotta, per esempio, una condizione di immunodeficienza o altra condizione che sconsigli la vaccinazione. In questo caso la Direzione sanitaria dovrà adottare, se possibile, misure appropriate per consentire comunque lo svolgimento della prestazione nella condizione della massima possibile sicurezza; in caso contrario potrebbe rendersi necessaria la sospensione della prestazione con attivazione dell’integrazione salariale. Se invece il rifiuto non è ragionevolmente motivato, si pone la questione di quale sia il provvedimento più appropriato: potrà prospettarsi la sospensione dal lavoro senza retribuzione alla persona ingiustificatamente renitente (perché ad essa la causa della sospensione è imputabile) e sostituzione fino a che la pandemia non sia cessata: una legge che lo prevedesse sarebbe una auspicabile fonte di chiarezza. Dove questo non sia possibile, non può escludersi il licenziamento, dal momento che – per giurisprudenza costante – può sicuramente essere licenziato chi rifiuta senza giustificato motivo una misura necessaria per la sicurezza propria e dei terzi.

Potrà costituire motivo ragionevole di rifiuto della vaccinazione la preoccupazione per i suoi possibili effetti indesiderati? A me pare di no, dal momento che il compito di valutare la sicurezza dei vaccini, come di qualsiasi altra misura di protezione della salute, è affidato dall’ordinamento agli organi competenti. D’altra parte, i rischi derivanti dalla mancata vaccinazione, per la persona renitente come per chi con essa entra in contatto, sono sicuramente molto più gravi dei rischi connessi con la vaccinazione.

Ammissibilità di un ragionevole dovere contrattuale di vaccinazione. Con questo si reintroduce un obbligo generale di vaccinazione che la legge non prevede? No. I renitenti potranno continuare a non vaccinarsi. Ma non potranno pretendere di essere ammessi in un ambiente di lavoro in cui la loro presenza sia fonte di rischio per la salute altrui. Lo stesso discorso vale in relazione ad altri rapporti contrattuali, quali quello di trasporto, di albergo, o di ristorazione, o in relazione all’accesso a spazi aperti al pubblico, come supermercati o sale per spettacoli, dove l’ordinamento non vieta affatto che venga richiesto un certificato di vaccinazione. Anche senza che venga emanata una legge ad hoc, opportuna ma non indispensabile, ben possono essere i rapporti contrattuali di diritto privato a sostenere la diffusione della copertura vaccinale, perché dove sia a rischio la salute delle persone il contratto può prevedere questa misura di protezione, là dove essa sia concretamente praticabile. (la voce – pietro ichino)