Foggia è una terra che resiste, ma è anche una terra stanca. Ed è proprio in questo stanco respiro che oggi sentiamo un vuoto ancora più profondo, cioè quello lasciato da chi ha rappresentato la speranza la giustizia, la lotta. Dopo l’addio del Procuratore Ludovico Vaccaro, che ha appassionato ancor di più noi giovani dell’associazione ad amare il nostro territorio diffondendo la legalità, anche Antonio Laronga è pronto a lasciare. “Foggia è una terra particolare”, ha detto. Ma particolare è un aggettivo che ormai suona come un codice per dire, difficile, pericolosa, abbandonata. Quasi di resa.
Mi pongo una domanda: davvero possiamo accettare che chi ha combattuto in prima linea sia costretto ad andare via? Che i presidi di legalità si spengano uno dopo l’altro? Come giovane donna cresciuta in questa piccola cittadina, San Nicandro, ho imparato presto che la mafia non è solo quella delle sparatorie, ma quella delle minacce silenziose, dei negozi bruciati, dei posti di lavoro concessi solo a certe condizioni. La mafia si insinua nelle paure, e più lo Stato si ritira, più lei avanza.
La rinuncia del dott. Laronga rappresenta un segnale gravissimo per l’intero territorio. Quando anche chi ha incarnato il volto della legalità sceglie di non proseguire, è doveroso interrogarsi sul contesto che lo ha spinto a questa scelta. Foggia come altri paesi limitrofi meritano istituzioni forti, ma hanno bisogno prima di tutto di essere sostenuti concretamente nella lotta alla criminalità!
E a tal proposito non riesco a non citare la morte di Falcone e Borsellino e di tanti altri eroi civili che hanno combattuto la mafia.
Questo è stato il prezzo altissimo pagato per aver scelto di non voltarsi dall’altra parte. Hanno affrontato minacce, isolamento e alla fine anche la morte, pur di difendere lo Stato e la legalità. Hanno dato la loro vita per gli altri.
Quando oggi vediamo magistrati che scelgono di lasciare incarichi delicati come quello di Foggia, senza neppure candidarsi non possiamo non pensare a quel passato. Ma c’è una differenza: Falcone e Borsellino furono lasciati soli. Oggi, forse, chi sceglie di andare via lo fa proprio per non ritrovarsi nella stessa solitudine, senza le tutele, senza una rete istituzionale forte alle spalle, proprio perché non è solo una scelta personale. È lo specchio di una città in cui chi difende la legalità si trova troppo spesso da solo. Ed è questo che non possiamo accettare. La legalità non è un’idea astratta: è presenza, è coraggio, è protezione. È lo sguardo di chi, ogni giorno, sceglie di stare dalla parte giusta, nonostante tutto.
E allora sapete cosa vi dico? NOI NON CE NE ANDIAMO. E chiediamo che chi ha giurato di servire la giustizia non venga lasciato solo. Perché questa terra, tanto “particolare”, ha anche il diritto di rinascere una volta per tutte. (foto: sanseveronews))
Giovanna La Piscopia