Ogni giorno si registrano stragi di vite umane le più feroci immaginabili, da parte di bande di delinquenti dei Paesi che noi, mondo occidentale, consideriamo popoli oppressi.
Permettiamo la partenza, in quei Paesi, di giovani vite, laureati, sacerdoti, persone che con spirito solidaristico, si offrono volontarie per soccorrere quanti vivono nella ferocia dei loro governanti o sfrenate bande barbariche di ribelli.
Senza protezione adeguata, in assenza di misure di prevenzione per assicurare comunque una minima sicurezza a coloro che si offrono per lenire la ferocia dei loro oppressori.
Le Nazioni Unite, Ente sovrannazionale sorto per assistere, con azioni umanitarie, i popoli oppressi e che dovrebbe proteggere “l’esercito” dei volontari civili e religiosi, si dimostrano non all’altezza del loro mandato.
Non si contano funerali di Stato, manifestazioni di cordoglio e tante famiglie distrutte dai tanti eccidi, tanto da formare, queste ultime, un vero” popolo” oppresso.
Purtroppo l’Onu e i nostri servizi segreti si dimostrano non in grado di garantire la pur minima sicurezza agli operatori di pace, come dimostra la recente strage del Congo.
E’ il caso che i nostri governanti, autorità umanitarie civili e religiose, pensino nella maniera più adeguata a quanti si offrono volontari, forse inconsapevoli di andare incontro al martirio più feroce.
Mettendo a rischio la nostra stessa incolumità nazionale con continui ricatti, economici e commerciali, da parte di bande armate di quei Paesi senza controllo.
I nostri governanti e Autorità religiose devono impedire la partenza dei tanti volontari che ogni giorno di offrono di raggiungere le tante zone pericolose del pianeta, se non in condizioni di sicurezza certificata.
Michele Russi