La grotta di San Michele Arcangelo con il suo simbolo-motto “Quis ut Deus”, a Monte Sant’Angelo sul Gargano è il luogo Sacro seppur mai consacrato che racchiude, da circa duemila anni, “l’alchimia” della Fede.
E’ un mix potentissimo di pace interiore e armonia con il Mondo intero. Per permettersi e meritarsi lo stato di Grazia e riscoprire il senso dell’esistenza, che la sera del 28 Settembre, vigilia della Festa dell’Arcangelo potentissimo, i pellegrinaggi partono da vari centri del Promontorio del Gargano, da giovanotto partecipavo anche io da Carpino, diretti alla Celeste Basilica.
E’ così dal V secolo compagnie di devoti, organizzate da Confraternite e Associazioni, dopo il calar del sole del 28 Settembre, si danno appuntamento presso le Chiese di Vieste, San Marco in Lamis, Manfredonia, Mattinata e altri centri, fra cui Carpino e Sannicandro Garganico.
Per poi intraprendere quel cammino notturno di svariati chilometri, in media 30 e raggiungere Monte Sant’Angelo alle 12 del 29 Settembre. In orario per la Messa del Pellegrino che si celebra alle ore 12 in punta del 29 Settembre.
Un gesto antico e suggestivo che dà il via ai tradizionali tre colpi battuti forte con le nocche delle dita della mano sulle porte degli edifici sacri.
Tanti si iscrivono ai pellegrinaggi, chi per fede e chi per curiosità, alla scoperta di luoghi sconosciuti vissuti tra i rumori insoliti delle ore di buio, animati dalle voci in preghiera ma anche da chiacchiere per darsi forza.
Questo, lungo i tratturi ancora percorsi da pastori e greggi, fra salite, pianori, foreste e discese, discese a volte ripide e perciò più insidiose per gambe e piedi non abituati a lunghi percorsi.
Ai Pellegrini è richiesto anzitutto la predisposizione al silenzio e all’ascolto, ma anche che portino l’occorrente per una notte all’aperto, torcia, sciarpe e abbigliamento comodi, cibo, acqua e bevande calde, ombrello e bastone per appoggiarsi.
Ma è soprattutto lo stato d’animo, indispensabile per immettersi nell’atmosfera unica della Grotta e della scalinata che introduce al Santuario, quell’antro illuminato dell’Altare che alcuni raggiungono ancora in ginocchio.
Infatti, iI Culto di San Michele Arcangelo è molto legato all’aspetto penitenziale della Fede.
Ma anche gli addobbi che accompagnano le “Cumpagnie” di pellegrini, primi fra tutti i pennacchi, gli allegri bouquet fatti di piume colorate venivano issati, in passato, sui carretti e sui cavalli che li trainavano. Ma anche sui bastoni su cui i devoti si appoggiavano nel lungo camminar notturno.
I pennacchi venivano poi riportati a casa come “prova” di aver espiato la propria penitenza recandosi alla Grotta del Santo Michele Arcangelo.
E’ un momento, quello del Pellegrinaggio a San Michele, in cui si incontrano amici delle contrade sperdute fra i tanti colli, che si gusta la preziosità dell’amicizia ritrovata. San Michele vuole che siamo amici per la Vita che difende a “spada tratta”.
Michele Russi