Girano dappertutto in bikini o in slip da bagno. In spiaggia si allargano come se fosse loro. In acqua sparano musica a tutto volume. E non riescono mai a fermare le urla dei figli piccoli
I cafoni del mare non sono una minoranza, ma un vero popolo, molto trasversale, anche dal punto di vista del reddito. Anzi: spesso sono proprio le persone più ricche e con più mezzi che entrano a far parte di diritto di questa larghissima e variopinta comunità. Pensate, solo per fare un esempio, a quelli che girano con lussuose imbarcazioni dotate di potenti motori. entrano in una rada o, peggio, si avvicinano a una spiaggia, a velocità sostenuta, alzando le onde e disturbando chi è a bordo di piccole barche o semplicemente sta facendo il bagno al mare.
I cafoni del mare hanno un’altra caratteristica che li rende quasi una specie antropologica: diventano brutti, inguardabili esteticamente, modificano i loro connotati in virtù di una innaturale mancanza di pudore e di sobrietà, e soffrono, senza saperlo, di una sorta di delirio di onnipotenza. Fa molto caldo? E loro possono girare nudi, ovunque. C’è voglia di musica a mare? E i cafoni del mare la “sparano” dalle loro imbarcazioni. La spiaggia è di tutti? E loro se ne impossessano, come se fosse una proprietà esclusiva, e piazzano dappertutto ombrelloni, lettini e gadget. I comportamenti dei cafoni del mare, una sorta di dizionario dell’orrore in versione estiva, sono a tutto campo, e vanno dall’abbigliamento al tono di voce, dallo smaltimento dei rifiuti ai figli che urlano dappertutto. Hanno in tasca una sorta di galateo all’incontrario, un manuale di maleducazione e volgarità.
In costume ovunque
Il popolo del “costume dappertutto”, circola ovunque, con un semplice bikini o con un due pezzi, a torso nudo, con il costumino da piscina, e senza lo straccio di un pantalone ovunque, come se fosse sempre in spiaggia. Siamo arrivati così alla necessità, da parte di molte amministrazioni comunali (dal Veneto alla Calabria, dalla Liguria alla Sicilia) di ricorrere alle multe per difendere il decoro e la decenza delle loro cittadine. I cafoni del mare non danno tregua con la loro arroganza. Bar, ristoranti, uffici pubblici, chiese: entrano ed escono dappertutto. E questi comportamenti non dipendono certo dal reddito, ci sono persone semplici che sanno essere sobrie, anche in estate; e persone ricche che si sentono autorizzate a girare semi-nude come se fossero nel bagno di casa loro. Fino a costringere le amministrazioni locali a intervenire, talvolta solo in modo virtuale. Non è certo possibile riempire città e borghi di vigili che vanno a controllare come la gente si veste quando circola per strada.
I costumi pacchiani
A dare una bella mano ai cafoni del mare, ci pensano poi i noti personaggi dell’universo delle star a cavallo tra cinema, tv e pubblicità. Sono loro, spesso, i primi cafoni. Per esempio quando fanno pubblicità milionaria a costumi pacchiani, quando mettono la loro faccia e la loro popolarità al servizio della cafonaggine in versione abbigliamento estivo. Da mare.
Tempo fa, Cindy Crawford, all’epoca considerata una delle 50 donne più belle del mondo, ha avuto la sciagurata idea di posare, come testimonial, per una ditta di bikini, e ha scelto il pezzo peggiore: un modello micro, a stelle e strisce, i colori della bandiera americana. Un perizoma da spiaggia. Molte donne purtroppo la imitano in una fiera di frammenti di tessuto che scoprono, più che coprire, le parti più interessanti e più sexy di un corpo femminile. E giù con la fantasia dei colori: si va dal leopardato al fucsia fluorescente. Il bikini diventa sempre più piccolo, fino ad assumere le sembianze di un nuovo modello, il V-kini che non lascia nulla, neanche l’attimo di uno sguardo, alla fantasia di un ammiratore.
Sia chiaro: ognuno è libero di vestirsi come meglio crede. Non siamo in una caserma, e quindi se qualcuno preferisce alla pura e semplicità meravigliosa nudità di un corpo, gli ammiccamenti da pornoshop di un bikini davvero micro, cavoli suoi.
L’effetto pin-up è comprensibile e gratificante. Ma provate a guardare con un minimo di attenzione in più la scultorea bellezza femminile di una donna cinta nel suo costume pezzo unico. Vi farà tremare i polsi dal fascino, la guarderete non solo con interesse e con curiosità, ma anche con rispetto. Un pezzo intero semplice, con colori semplici, con taglio semplice. L’eleganza che si mostra in spiaggia.
I costumi minislip degli uomini
Quanto agli uomini, ne vedi alcuni e dici: poveracci. Si trascinano con una pancia tonda e vulcanica, ma pensano di essere erotici mostrandosi con un leggero costume Speedo, pezzi da bambini, o da adulti che sono restati, nella testa e nello stile, dei bamboccioni minorenni. Dai minislip si passa con altrettanta disinvoltura ai boxer enormi, imbottiti di fiori, multicolori, che servono a gonfiare muscoli e parti basse. Qui i testimonial per eccellenza del cattivo gusto sono i calciatori e gli ex calciatori: andrebbero tutti spediti a un corso di abbigliamento, a frequentare lezioni sul come vestire per andare a mare. Anche per l’uomo, come per la donna, ciò che conta, ciò che fa la differenza tra un costume e l’altro, è la sua sobrietà. Un sinonimo per eccellenza di classe naturale.
Come essere eleganti in spiaggia
Eppure, per essere eleganti in spiaggia, bastano davvero poche cose. Non dovete sentirvi come durante una sfilata di moda. Ci sono cose da evitare: slip troppo piccoli, tanga, infradito usurati, canottiere, magliette troppo colorate. E ci sono indumenti, semplici, da indossare. Un caftano, un cappello, una maglietta a maniche lunghe: piccole cose che possono fare una grande differenza. E tutte ispirate dalla semplicità, anche nell’abbigliamento.
La spiaggia come proprietà privata
La spiaggia, anche quando è a pagamento, e quindi di fatto “privatizzata”, resta comunque uno spazio di tutti e per tutti. E invece il cafone del mare si sente come al fronte, e tenta in tutti i modi di conquistare spazio: piazza dappertutto sedie, lettini, sdraio. E sparge nelle sue vicinanze, come un ras della sabbia, materassini e canotti, tende e frigoriferi.
Rifiuti seminati come il grano
Bottiglie e bottigliette, plastica, cartacce, mozziconi di sigarette, giocattoli rotti: il passaggio dei cafoni del mare sulla spiaggia è riconoscibile come quello di una mandria. O come i seminatori di grano, che invece di qualche chicco da far crescere, spargono, dove possono, la loro immondizia.
Al mare come in discoteca
Quando circola in barca, su un gommone come a bordo di un mega-yacht, il cafone del mare spara la sua musica, un gesto di oscena violenza, dalle prime ore del mattino, se soffre di insonnia oppure si è ritirato tardi in barca, a notte fonda. E guai a chiedere di abbassare la musica: bene che vada, avrete buone possibilità di prendervi un insulto a buon mercato, con diritto di replica a vostro rischio e pericolo.
Smartphone e il cellulare usati senza tregua
Il cafone del mare non ha alcuna intenzione di assorbire qualche elementare regola del bon ton applicato alle nostre protesi elettroniche. Mitraglia video, post, foto e storie: si sente al centro del mondo. Se parla con qualcuno, più che il vivavoce, usa l’urlo della voce. Anche se deve insultare la fidanzata della quale è geloso, oppure se sente l’irrefrenabile bisogno di lamentarsi per aver mangiato male a ristorante.
Figli che urlano
I cafoni del mare non sono mai soli: c’è sempre una tribù che li accompagna e li protegge. La famiglia, i bambini, gli amici. E, a proposito di bambini, se sono maleducati, urlano e pretendono di giocare dappertutto, per il cafone del mare godono di una sorta di salvacondotto: al mare possono fare quello che vogliono. E se disturbano, il problema riguarda sempre e solo le vittime, mai i carnefici. (nonsprercare)