EDITORIALE DELLA DOMENICA. SAN NICANDRO: REAGIRE ALLA SFIDUCIA PER UN RISVEGLIO CREATIVO

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Ormai lo dicono tutti: San Nicandro si specchia, qualche volta compiaciuto, nella sua splendida cornice come fosse un ritratto senza colori. Sembra che i sannicandresi siano sfiduciati e si tira avanti sempre nello stesso triste modo perchè solo un miracolo ci può, forse, salvare. Perchè allora non iniziare un vero e proprio cambiamento? Affrontiamolo sul serio il problema e facciamo in modo che, come dicono gli esperti di comportamento organizzativo, ci sia una reazione temporanea a cause vere e rilevanti e non divenga invece un aspetto stabile e permanente del nostro carattere. Come sanno bene gli psicologi e gli artisti, un pò di tristezza può produrre effetti positivi, soprattutto per noi sannicandresi forse così poco propensi a guardarci dentro, ad abbassare la superficie che tanto ci piace per scendere un pò più in profondità. La perdita di tante illusioni ed il senso di vuoto che esse generano, la nostalgia per un certo benessere passato e la paura di un futuro che per la prima volta facciamo fatica ad immaginare migliore del presente soprattutto per i giovani: sono queste le cause della nostra malinconia latente.

Occorre partire da una visione approfondita di quello che ci circonda per chiedersi cosa è possibile fare per cambiare. Nel momento in cui non abbiamo più voglia di favole, di chiacchiere inutili si apre la possibilità per un salto di consapevolezza. Primaria è una necessaria operazione di trasparenza e di verità. Sui dati di fatto oggettivi non dovrebbe poi esserci conflitto nemmeno tra parti politiche così divise che abbiamo eletto a rappresentarci: lo scontro dovrebbe essere sulle possibili soluzioni dei problemi. Possiamo aspettarci una fase di risveglio creativo se avremo davvero la capacità di elaborare al meglio la malinconia determinata dalla rinuncia ad una immagine di noi che non ci corrisponde più.

San Nicandro si aspetta da noi una grande capacità di rispondere alla sfida. E la sfuducia non è cosa di cui vergognarsi o dalla quale farsi spaventare fino all’immobilismo. Può essere una alleata preziosa per amministratori e cittadini capaci di attraversare questo momento di verità, arricchendosi interiormente e migliorando il proprio rapporto con la realtà esterna. A farci paura deve essere piuttosto la mancanza di idee. In fondo è così che si cambia davvero: non perchè il presente è insostenibile e triste, ma perchè desideriamo più di ogni altra cosa il futuro che ci aspetta.

Il Direttore