EDITORIALE DELLA DOMENICA. A QUALE CANDIDATO DARE LA PROPRIA FIDUCIA?

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Tra una settimana San Nicandro sarà chiamata ad una scelta importante che sicuramente condizionerà in un modo o nell’altro l’intera comunità sannicandrese. Infatti scegliere il candidato sindaco al ballottaggio vuol dire affidargli il futuro di tutti noi, come del resto si è fatto con tutti gli altri sindaci che si sono succeduti nel tempo. Quindi un momento importante in cui si dà fiducia in qualcuno che si reputa leale, trasparente e con tanta propensione all’ascolto. Allora cosa può convincerci a fare la scelta giusta? Quel momento in cui si è in cabina elettorale e facciamo il segno della croce sul nome consegniamo il nostro destino a lui, ma lui farà lo stesso con noi?

Innanzi tutto valutiamo la sua sensibilità all’ascolto, se lo fa con entusiasmo e curiosità, se è aperto al dialogo, se ci dà l’attenzione che vogliamo. Non deve darti ragione per forza, ma convincerti della bontà del suo ragionamento. Deve essere capace per un’attività di governo dimostrando buon senso nell’affrontare i problemi dicendo sempre come la pensa: meglio avere di fronte una persona che con onestà mostra una verità scomoda, rispetto ad un adulatore i cui discorsi sanno di falsità.

Ed ancora. La scelta deve essere indirizzata verso chi dimostra di essere più leader dell’altro e capace di dirimere i tanti ostacoli che sicuramente si affacceranno durante la vita amministrativa sia verso l’esterno che all’interno della propria maggioranza. Accertarsi, per quanto possibile, se vorrà finire la legislatura a tutti i costi o continuare l’azione di governo cittadino in caso di accertate lentezze nel raggiungimento del programma elettorale o nel caso di passaggi amministrativi considerati opachi non per proprie scelte ma per decisioni altrui.  Sapere come potrà essere la squadra che lo affiancherà in riferimento anche alle competenze individuali e al sostegno sicuro nell’arco del quinquennio per evitare modifiche di maggioranze.

Insomma sono tante le domande da farsi per decidere il proprio voto. Il ballottaggio ha una sua dimensione che non è la stessa delle votazioni del primo turno in quanto c’è già stata una prima selezione. Ora c’è di fronte l’elettore e il candidato. Se si ha la forza di metter da parte l’arte della politica, rimane solo la persona a cui dare la nostra preferenza con la sua storia personale, con i suoi pregi e i suoi difetti, senza interferenze esterne. Forse sbaglieremo nella scelta, ma almeno siamo stati noi gli artefici del nostro destino.

Il Direttore