Da qualche giorno, i rubinetti delle abitazioni collocate ai piani alti in diverse zone della città di Foggia sono a secco o quasi.
La cosa sta provocando disagi molto pesanti, e purtroppo il problema non sembra destinato a risolversi, almeno in tempi brevi. Il sito dell’Acquedotto Pugliese non elenca tra i lavori in corso, opere che interessano l’abitato del capoluogo dauno.
Telefonando al servizio reclami, si ottiene una risposta lapidaria e tutt’altro che rassicurante: «Gli invasi sono a secco e la crisi idrica ha reso necessario ridurre la mandata dell’acqua».
In parole semplici, questo significa che vengono diminuite la quantità e la pressione dell’acqua immessa nella rete, in modo da ridurre gli sprechi e garantire comunque la distribuzione a tutti.
Brutte notizie, insomma. L’addetto al servizio reclami aggiunge che i maggiori disagi di quanti abitano ai piani alti non sono un problema di AQP in quanto l’Acquedotto garantisce la fornitura d’acqua fino al punto di consegna, in genere piano terra o contatore. Il resto devono farlo gli utenti, con autoclavi, politiche di risparmio, e via dicendo.
Il futuro? Tutt’altro che roseo. A precisa domanda, l’addetto risponde che il problema è destinato ad aggravarsi nelle prossime settimane, stante la perdurante siccità e la mancanza di acqua negli invasi.
L’approvvigionamento idrico della città di Foggia viene assicurato dalla diga di Occhito, che presenta attualmente una disponibilità di 73.623.280 metri cubi, a fronte di una capacità complessiva di 250.000.000 di metri cubi. L’anno scorso, alla stessa data, c’erano 135.655.100 metri cubi.
In un anno, il volume si è praticamente dimezzato. L’invaso si sta prosciugando. Il livello dell’acqua è passato dai 185,85 metri sul livello del pare del 2024, ai 179,46 attuali.
Della crisi idrica si è occupato il Consiglio Regionale in una seduta monotematica nello scorso mese di marzo. Nell’occasione è stato evidenziale che è proprio l’invaso di Occhito quello maggiormente a rischio: se il livello delle piogge non dovesse migliorare, il volume utile per il prelievo potrebbe azzerarsi entro luglio 2025.
E non è tutto, nel Piano di Emergenza approvato dal consiglio regionale si legge che «in caso di peggioramento della situazione e totale assenza di piogge, i fabbisogni potabili potrebbero non essere completamente soddisfatti nel 2025.» (Letteremeridiane)
Geppe Inserra