CONGEDO PER I CAREGIVER DI PAZIENTI ONCOLOGICI, UN PASSO AVANTI PER I DIRITTI FAMILIARI

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I caregiver familiari, ossia coloro che si prendono cura di un proprio caro gravemente malato, spesso in condizioni di estrema difficoltà, stanno finalmente vedendo un passo avanti nel riconoscimento dei loro diritti grazie a una proposta di modifica al Disegno di Legge n. 1689, che mira a introdurre un congedo specifico per i familiari che assistono pazienti oncologici in fase terminale.

La proposta, presentata dai senatori Fallucchi e Garavaglia, si inserisce in un pacchetto di misure volte a migliorare la qualità di vita dei caregiver e a garantire maggiore supporto a chi affronta la difficile realtà della cura a domicilio.

Un particolare ringraziamento va ad Anna Mancuso, presidente di Salute Donna ODV per il costante impegno e per lo stimolo prezioso che ha contribuito alla definizione di questa iniziativa.

Un congedo di 12 mesi per i caregiver

L’emendamento introduce un congedo fino a 12 mesi per i lavoratori dipendenti, pubblici e privati, che assistono un familiare convivente affetto da malattia oncologica in fase terminale, certificata dall’ospedale o dalla ASL competente.

Durante il congedo il caregiver avrà diritto a un’indennità pari a quella di malattia e alla continuazione dei contributi previdenziali, tutelando così i diritti pensionistici del lavoratore. Nel settore privato l’indennità sarà anticipata dal datore di lavoro, che la recupererà tramite conguaglio contributivo.

Congedo familiare per gravi motivi

L’emendamento interviene anche sull’articolo 4 della Legge 53/2000, ampliando il diritto a un congedo per gravi motivi familiari, con conservazione del posto di lavoro. Il congedo non sarà retribuito, ma consentirà al lavoratore di affrontare situazioni familiari critiche senza rischio di perdere l’occupazione

Una tutela necessaria

Il riconoscimento dei diritti dei caregiver è fondamentale per evitare che chi assiste un malato terminale sia costretto a scegliere tra il lavoro e la cura della persona amata.

“Questa proposta nasce dalla necessità di garantire dignità, sostegno e diritti a chi ogni giorno si fa carico del dolore e delle fragilità dei propri cari – affermano Garavaglia e Fallucchi –. È un atto dovuto verso chi, nel silenzio e spesso nella solitudine, svolge un ruolo sociale essenziale”.