“Altro suicidio avvenuto nel carcere di Foggia che è il più sovraffollato in Puglia e tra i più sovraffollati d’Italia. Ospita quasi il doppio dei detenuti, su una capienza di 364. Diverse parti sono fatiscenti o da ristrutturare; gli spazi, a cominciare dalle celle, sono largamente inadeguati; il personale è gravemente carente e secondo i sindacati è quasi la metà di quello che necessiterebbe; il personale medico è quasi inesistente e per problemi che potrebbero essere trattati in carcere oppure programmati, si finisce col ricorrere al pronto soccorso degli ospedali pubblici e questo manda in tilt un sistema già molto compromesso, esponendo il personale del carcere e gli stessi cittadini a rischi particolarmente gravi che vanno di sicuro evitati; per non parlare di come vengono gestiti i detenuti con problemi psichiatrici, come nel caso del detenuto che si è impiccato ieri in una cella a Foggia, che non ricevono una risposta adeguata al loro bisogno di salute, mentre la legge prevede un percorso di sostegno specialistico e cure adeguate”. Così esordiscono Nunzio Angiola, consigliere comunale a Foggia e segretario provinciale del Movimento politico Cambia, con Maria Laura Sica, dirigente dello stesso Movimento.
“Se si pensa alle possibili soluzioni, sicuramente, una riforma legislativa potrebbe aiutare. Rivedere le leggi penali per ridurre il ricorso alla detenzione, soprattutto per i reati minori e non violenti, sarebbe un passo avanti. Inoltre, è necessario migliorare il sistema giudiziario, accelerando i processi e riducendo i tempi di custodia cautelare. Ma veniamo a ciò che può fare il Comune di Foggia. Noi insistiamo affinché siano garantiti idonei investimenti alle strutture del carcere di Foggia, che non consentono livelli accettabili di vita soprattutto in certe stagioni; affinché si investa su nuovi spazi per combattere il sovraffollamento che ha superato ogni limite di decenza; affinché il carcere sia messo nelle condizioni di assicurare forme di relazione e assistenza nel pieno rispetto del dettato costituzionale; affinché ai tanti uomini e alle tante donne che lavorano nel carcere di Foggia sia consentito di prestare il loro servizio in ambienti e condizioni adatti alla missione che lo Stato si propone di svolgere; affinché sia potenziato il personale che opera nel carcere di Foggia, non solo riguardo agli agenti di polizia penitenziaria preposti a mantenere l’ordine e la sicurezza, soprattutto in situazioni di emergenza o di conflitto tra detenuti, ma anche al personale amministrativo, educativo e sanitario, tutti ruoli cruciali per il funzionamento efficace e umano degli istituti penitenziari; affinché sia assicurata ai detenuti una risposta adeguata al loro bisogno di salute, attraverso il coordinamento e la proficua collaborazione tra il personale medico e paramedico interno e quello dei nosocomi pubblici; affinché, si ponga un argine al dramma dei suicidi che rappresentano una vergogna per un Paese civile ed avanzato come l’Italia. Chiediamo con insistenza, per ultimo ma non perché meno importante, la nomina del Garante Comunale per i Diritti dei Detenuti e da questo punto di vista siamo stanchi delle bugie dell’assessore De Santis che promette e non fa”, chiosano infine i due esponenti di Cambia, Angiola e Sica.