ANCORA UN SUCCESSO PER FRANCESCO PIO GALASSO E SAIOA HERNANDEZ

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Di fronte alla galleria Opere di Barbieri, Serrano, Soutullo e Vert, Vives, Marqués, Calleja, Barrera, Moreno Torroba, Chapí, Sorozábal, Penella e Breton.

Saioa Hernandez, soprano. Francesco Pio Galasso. Vincenzo Scalera, pianoforte. Teatro de la Zarzuela.

Grande pomeriggio di Zarzuela nel teatro di Madrid che porta il nome del genere. Sono stato molto curioso di sentire Saioa Hernández, che ha debuttato nella stessa stanza nove anni fa con “El Gato Montés” e che è diventata uno dei soprani più rivendicati in Italia dopo il suo successo all’inizio della stagione della Scala nel 2018 con “Attila”. Avrebbe dovuto alternarsi a Netrebko nella riapertura annullata del Covent Garden con “Tosca”. Nel 2019 ha cantato un notevole “Il Pirata” a Coruña e l’anno scorso ha dimostrato ancora una volta la sua classe al “Ballo in maschera” del Teatro Real.

Questa volta è stato un concerto interamente di Zarzuela e con un programma tanto generoso quanto impegnativo, insieme a Francesco Pio Galasso, tenore che è stato recentemente ascoltato a Madrid ne “La vida breve”. Entrambi si riferivano l’uno all’altro e si mescolavano molto bene, forse troppo bene. Hernandez è un soprano spinto di timbro personale e ampio flusso, che ricorda gli anziani come Angeles Gulín o Ghena Dimitrova.

Pio Galasso ha anche una voce importante con una scuola sulla linea di Franco Bonisolli. Il tenore significava “eccoci qua” dalla sua prima romanza, che “Non posso essere” de “La tabaccheria portuale” che molti grandi includevano come punta. Tutti i suoi interventi, con pagine di enjundia, persero questa strada, fino a concludersi con una resa napoletana. A proposito, tutte le pagine in spagnolo impeccabile. Un recital di duetto lirico con il baritono Juan José Rodríguez sarebbe curioso. Questo modo di cantare, molto di fronte alla galleria, costrinse Saioa Hernández ad impiegare a fondo tutto il suo grande potere vocale.

Dopo un’ora e tre quarti di questo spettacolo sonoro – tra l’altro non l’ora annunciata nel programma delle mani – la verità è che le orecchie sono finite un po’ stordite. Accompagnò il sempre efficace Vincenzo Scalera. Fortunatamente ci sono stati anche momenti in cui entrambi gli artisti sono stati in grado di cantare con sfumature maggiori. Così il tenore in “Bella innamorata” de “L’ultimo romantico” e il soprano soprattutto in “Tears of Mine” de “L’anello di ferro”. I duetti conclusivi di “The Legend of the Kiss” e “El Gato Montés” finirono per concludere un trionfo molto grande, con il pubblico inferto.

Cantare per la galleria continua a funzionare.

Madrid, 28 marzo 2021.

Gonzalo Alonso