ALLARME XILELLA FASTIDIOSA A BREVE ANCHE SUL GARGANO

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Egregio direttore,

penso di aver sempre lottato in difesa della mia terra e della mia gente del “mio Gargano” mettendoci sempre la faccia senza nessun tornaconto di sorta. Così ho fatto anche agli inizi del “lontano 2018-19” lottando per i sacrosanti diritti della gente di questo mio Gargano impegnata in un’impari lotta contro l’invasione e la proliferazione selvaggia di cinghiali e lupi. Vere piaghe sociali che stanno portando all’eutanasia un territorio già difficile. All’epoca mettevo in guardia le competenti autorità politiche regionali, provinciali, all’interno dell’area del P.N.G. e quelle tecniche preposte alla salvaguardia del nostro territorio che fra le tante criticità, in primo piano andava posto l’allarme impellente per l’eventuale nefasto arrivo della Xilella fastidiosa. Invasione silente che ci avrebbe distrutto in pochi anni un patrimonio olivicolo e agrumario fatto di secoli di duro lavoro e certosina conservazione di tali piante che sono un simbolo del nostro Gargano, oltre che, degli autentici “patriarchi verdi”. Ma il dramma che paventavo (ed è sempre più prossimo ad avverarsi) era, non tanto la distruzione degli ulivi della immensa piana olivetata del Tavoliere, perché, in massima parte, essi sono delle cultivar piantate negli ultimi decenni o, anche prima, ma delle cultivar selezionate e riproducibili in laboratorio. Invece, il dramma vero lo vivremo, a breve, alle falde del nostro Gargano e, poi, nelle aree collinari interne del nostro promontorio, dove vi sono ulivi innestati su olivastri e antichi tanto quanto la storia dell’uomo su questo monte. Piante plurisecolari dal diametro, in molti casi, di oltre tre metri che danno un olio non commerciabile per la sua rara peculiarità e dal sapore antico tanto quanto l’olio che degustò Diomede. La stessa sorte la subirà anche la nostra oasi agrumaria, dove la storia degli agrumi ha scritto, in questo lembo estremo d’Italia la storia di questa terra. L’invasione di questo insetto vorace “divoratore” di linfa di alberi di ulivo, agrumi, querce e perfino di oleandri è, ormai alle porte. Si pensava che non avesse superato la linea di difesa del sud barese ed invece, ha invaso già gli uliveti della piana di Andria arrivando, con certezza fino a Canosa. Se non fermata immediatamente con cordoni fito sanitari tale invasione degli ulivi plurisecolari che adornano il nostro Gargano, dal livello del mare e fino alla sommità di alte colline, avremo una moria di alberi che faranno delle nostri dolci piane olivetate e dei nostri terrazzamenti, dei cimiteri di alberi che mostreranno i segni di un’incuria tecnico-politica imperdonabile attraverso le immagini di coline scarne e pietose che mostreranno, per lunghi anni, un cimitero “en plein air”  di queste antiche piante così generose di cui resteranno solo tronchi rinsecchiti e improduttivi, ma soprattutto avremo perso, in un breve arco di tempo, un patrimonio inestimabile sotto ogni profilo !!

1** Settore olivicolo.        

I nostri uliveti sono, per la maggior parte, antiche cultivar autoctone, innestate su olivastri antichi tanto quanto questa montagna, quindi, le quantità di olio prodotto sono pregiate e di alta qualità ma sempre esigue per recuperare almeno le spese (perché di reddito non se ne parla più ormai) e il nostro olio, completamente biologico, deve essere tutelato attraverso una reclamizzazione in mercati di nicchia garantiti e non svenduto all’ammasso o, preda di commercianti che avendo i mercati ce lo pagano con prezzi da fame. Quindi si propone che l’E.P.N.G. si ponga a capofila nella ricerca di mercati, faccia delle proposte alla regione e alla U.E. affinché ci siano condizioni di priorità nella ricezione di contributi per coloro i quali operano nel territorio del parco, per il contributo d’ insediamento ad acta e mantenimento di tali antiche e plurisecolari piante che non sono competitive come le nuove cultivar (e non solo contributo di primo insediamento). Garantire la modernità all’interno di tali aziende per renderle produttive e con reddito (es. contributi per migliorare le condizioni dei terreni, come acquisto di macchine agricole adatte per la raccolta, rifacimento di muretti a secco di confine di proprietà, rifacimento dei terrazzamenti, eventuali spietramenti per far in modo che un uliveto pedemontano possa essere arato, smacchiamenti di piante infestanti, irrigazioni, ove possibile e si crei una nicchia, inizialmente assistita e reclamizzata di tale prodotto con il P.N.G. che riprenda il suo ruolo di ente capofila e vada alla ricerca dei mercati di qualità.

 

N.B.

Ma prima di porre in atto tali condizioni per migliorare la vita dei nostri agricoltori bisogna correre ai ripari, fin da ora, contro un nemico delle nostre pane di ulivo, di agrumi e delle nostre ataviche cerrete dalla dilagante epidemia degli uliveti garganici a causa della “Xilella fastidiosa” che entro l’arco di un quinquennio sarà presente inesorabilmente anche in provincia di Foggia e, quindi, anche sul Gargano. Allora se l’E.P.N.G. non istituirà immediatamente un tavolo tecnico-politico sovraterritoriale per porre rimedi utili e non attuerà misure di prevenzione e cura in tempo utile, tutto il patrimonio olivicolo, agrumario e boschivo plurisecolare del nostro Gargano potrebbe andare distrutto nell’arco di pochi anni e con esso migliaia di anni di cultura dell’olio e di cultivar rare ancora presenti e resistenti sulla nostra montagna. Ora la “Xilella fastidiosa” è, purtroppo, già alle porte del nostro Gargano e sta per attraversare i confini naturali del fiume Ofanto e invaderà, a breve, il nostro promontorio. Non fra tre o quattro anni ma, forse, entro due anni al massimo. Allora esorto il presidente dell’E.P.N.G. a prendere tutte le iniziative per combattere e vincere questa guerra contro questo nefasto ma pericolosissimo e letale insetto. E se si perde tempo a trovare una soluzione (ma la si vuol trovare davvero??) per frenare la crescita incontrollata di cinghiali e lupi ibridi, non si può più perdere tempo nell’intraprendere questa lotta per la salvaguardia del nostro patrimonio verde fatto di ulivi plurisecolari, di oasi agrumarie tra le più belle del mondo e le nostre foreste garganiche.  Se le pubbliche autorità saranno ancora sorde, allora cerchiamo di organizzarci noi e non in nome di alcuna ideologia ma nel solo nome e per la difesa della nostra nobile e bella terra di Capitanata e del Gargano. Se resteremo inerti non ci sarà più tempo per piangerci addosso o additarci gli uni contro gli altri per addossare colpe…SAREMO TUTTI COMPLICI E TUTTI COLPEVOLI MA, NEL FRATTEMPO, VEDREMO MORIRE, CON TANTI ALBERI DI ULIVI, AGRUMI E CERRETE, ANCHE LA NOSTRA STORIA E NOI STESSI  

On.le Nicandro Marinacci