SAN SEVERO, L’EX MACELLO RINASCE: DALLA “TERRA DI NESSUNO” A PROGETTO SOCIALE

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Da edificio fantasma a simbolo di riscatto urbano e sociale. È la storia dell’ex Macello comunale di San Severo, un tempo struttura abbandonata e lasciata al degrado, oggi pronto a rinascere grazie a un progetto finanziato con fondi del Ministero dell’Interno nell’ambito del PON “Legalità” FESR/FSE 2014-2020.

Il Comune aveva candidato l’intervento nel 2020 e, l’anno successivo, bandito un concorso di progettazione per trasformare il complesso in un centro sperimentale di inclusione socio-lavorativa. Un percorso che ha richiesto tempo, pianificazione e una visione chiara: ridare dignità ad un edificio storico e, allo stesso tempo, generare un impatto sociale sulla comunità.

Si è dato corpo e sostanza a un progetto partendo dall’idea di ricostruire il bello, con un duplice obiettivo: far riacquistare vitalità all’edificio – da tempo in stato di abbandono nonostante il suo pregio storico – e realizzare un’azione sociale. Lo stato dell’ex Macello prima dell’intervento era noto ai cittadini: una struttura fatiscente, invasa dall’erba alta e utilizzata come luogo di occultamento di droga e armi.

A ricordarlo è Francesco Miglio, allora Sindaco e oggi candidato alla carica di Consigliere Regionale della Puglia:

«L’ex Macello comunale era una struttura abbandonata. Qualcuno, tra l’erba alta, ci nascondeva droga e armi. Ogni tanto mi chiamavano per chiedermi di vigilare di più su una struttura di cui, in quanto Sindaco, ero proprietario.»

Il finanziamento del progetto ha permesso di avviare un recupero complesso, seguendo passo dopo passo tutte le fasi di riqualificazione. Oggi l’immobile restaurato è pronto a diventare uno spazio utile alla collettività, un nuovo tassello nel percorso di rigenerazione urbana della città.

«Dopo aver seguito ogni fase progettuale e di riqualificazione dello storico immobile, la struttura è pronta per iniziare il percorso per cui è stata progettata, diventando così un altro fiore all’occhiello della città.» – aggiunge Miglio

Ora resta l’ultimo, decisivo passo: la gestione.

«Ora la sfida è gestirla bene. Anche su questo noi avevamo le idee chiare e, se qualcuno ci consulterà, siamo pronti a metterle a disposizione. Perché ogni realizzazione è per il bene della comunità, non per la gloria di chi in quel momento ha l’incarico istituzionale di inaugurarla. Noi abbiamo sempre ragionato così: abbiamo badato ai fatti e non alle coccarde sul petto.» – conclude Francesco Miglio.

Una dichiarazione che sottolinea un concetto chiave: le opere pubbliche devono parlare attraverso i risultati, non attraverso le celebrazioni.

L’ex Macello comunale è ora pronto a riaprire le sue porte, non più come luogo dimenticato, ma come nuovo fulcro di servizi, opportunità e inclusione sociale per la città.