CARMELO COSTANTINO MASCOLO – ALIAS SGANGON. CREATORE DI PASSIONI E DI VIVERE CIVILE

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Carmelo Costantino Mascolo nasce a San Nicandro Garganico il 02 dicembre 1929 e cresce nel nostro paese, godendo un’infanzia senza troppi problemi grazie alla sua indole tollerante e aperta al rispetto delle regole e all’amicizia. Frequenta la scuola elementare con profitto e soddisfazione dei genitori. Fin dall’adolescenza si nota il suo fisico atletico e prestante. In giovanissima età si arruola nell’arma dei carabinieri e subito viene notata la sua propensione per le attività sportive che lo porta ad essere inserito nel “Gruppo Sportivo dell’Arma”.

 Presta servizio nella città di Senigallia e poi a Genova dove viene convocato dalla Società Genova Calcio per un provino come portiere. Superata la prova, si trova, si trova di fronte ad una scelta difficile per quei tempi: continuare con la carriera militare oppure proseguire con l’attività di calciatore professionista in serie “A”. Sceglie di continuare a servire lo Stato nell’Arma dei Carabinieri essendo una sistemazione sicura e definitiva. Successivamente viene trasferito nel sud della Sardegna, nei comuni di Orgosolo e Iglesias, zona all’epoca pericolosa perché viveva condizioni culturali e sociali di grande disagio ed anche per la notevole presenza delinquenziale.

Durante lo svolgimento di un servizio di prevenzione, controllo e deterrenza, il gruppo dei Carabinieri a cui è aggregato, viene costretto ad uno scontro a fuoco da parte di fuorilegge del posto: alcuni proiettili colpiscono Costantino al tronco, alle braccia e alle gambe. Viene subito soccorso dai colleghi e ricoverato in ospedale dove subisce vari interventi chirurgici e una lunga degenza con successiva e altrettanto lunga convalescenza. Gli viene riconosciuta una invalidità militare permanente per causa di servizio e collocato a riposo. Torna a San Nicandro Garganico e dopo i preparativi, meticolosi e tradizionali delle due famiglie, sposa il suo amore di sempre, Antonietta Ciminelli, che durante il loro percorso matrimoniale gli dà tre figli maschi che fanno onore ai suoi sani principi e conservano i suoi valori familiari e sociali: Leonardo, Angelo e Giulio.

 Porta nel suo cuore, comunque, sempre il ricordo dell’Arma dei Carabinieri e il rammarico del disgraziato episodio del conflitto a fuoco che lo ha costretto al congedo. Costantino, tuttavia, era un uomo che non sapeva stare inattivo e chiuso tra le mura domestiche, pur dedicandosi con tutta l’anima alla famiglia. Aveva bisogno di socialità e di svolgere un’attività utile alla società e ai giovani che all’epoca sfogo alcuno per l’assenza di associazioni che li coinvolgessero in qualche modo, per evitare l’inedia e l’inseguimento di disvalori autodistruttivi.

Era il tempo in cui cominciava a diffondersi l’uso di droghe ed era importante un impegno per evitare che i ragazzi venissero coinvolti. Sceglie di iniziare ad impegnarsi nello sport da lui preferito e così viene coinvolto sempre più , come allenatore, educatore, alternativamente, nel settore giovanile e in quello della squadra di seconda e terza categoria del San Nicandro Calcio.

Si dedica anima e corpo non solo al gioco del calcio, insegnando ai ragazzi l’importanza del gioco di squadra, l’educazione all’altruismo, ma prima di altro a tenere i ragazzi lontano da cattive tentazioni, ad evitare di intraprendere strade pericolose per la vita. Il suo impegno principale era questo: salvaguardare i ragazzi facendo crescere la passione per il gioco del calcio, per il rispetto delle regole del vivere civile e per la tolleranza.

Una nobile funzione che ha coltivato generosamente fino alla fine dei suoi giorni, sempre in modo gratuito e senza mai avere secondi fini o velleità di assunzione di cariche di potere. Per perseguire queste finalità era capace di alzare la voce, di arrabbiarsi e, persino urlare, per raddrizzare comportamenti sbagliati o scorretti. Subito, però, ritornava il suo sorriso bonario e la sua amabilità e amicizia verso tutti i ragazzi che riusciva ad avere attorno a sè. Costantino era ammirato e tutti quelli che lo conoscevano gli volevano bene e rispettavano il suo ruolo di educatore, sapendo e conoscendo bene il suo disinteresse verso qualsiasi altro scopo che non fosse la sua passione per il calcio e l’educazione dei giovani che gli ruotavano attorno. Scompare dal mondo il 14 aprile 2018, lasciando un vuoto incolmabile nel mondo giovanile e sportivo di tutto il nostro paese.

Mario Ruscitto