Il MES è un meccanismo volto a mantenere la stabilità finanziaria della zona euro. Esso è regolato dalla legislazione internazionale e, come organizzazione, ha una propria sede a Lussemburgo. Per garantire la tenuta del Vecchio Continente il fondo salva-Stati emette prestiti sulla base di condizioni piuttosto rigide e in alcuni casi, può anche adottare atti sanzionatori.
Il Meccanismo europeo di stabilità viene gestito da un Consiglio dei Governatori costituito dai ministri delle finanze dell’Eurozona oltre che da un Consiglio di Amministrazione (nominato proprio dai Governatori). Per capire come funziona il MES possiamo suddividere la sua azione in tre fasi distinte:
1-Lo Stato in difficoltà avanza al Presidente del Consiglio dei governatori del fondo salva-Stati una richiesta di assistenza.
2-Il MES chiede alla Commissione UE di valutare lo stato di salute del Paese in questione e di definire il suo fabbisogno finanziario. In questa fase l’esecutivo comunitario e la BCE (e se necessario il FMI) analizzano se la crisi di quello Stato può contagiare il resto dell’Eurozona.
3 – Dopo la valutazione, l’organo plenario del MES decide di agire e aiutare il Paese in difficoltà. Come lo aiuta? Attraverso prestiti.
La riforma del MES sancisce che possono accedere al fondo solo gli Stati che rispettano i seguenti parametri:
- Avere da almeno due anni un rapporto deficit/Pil non superiore al 3%;
- Non trovarsi in procedura d’infrazione;
- Avere un saldo strutturale pubblico in pareggio o al di sopra del parametro di riferimento richiesto al singolo paese;
- Avere un rapporto debito pubblico/Pil al di sotto del 60% o, se superiore, che tale rapporto sia stato ridotto almeno di 1/20 in media nei due anni che precedono la richiesta di aiuto finanziario.
È cosa nota che l’Italia non è in linea con nessuno di questi parametri. Quindi i prestiti creeranno debiti difficilmente sanabili, se non attraverso future tasse, privatizzazioni e tagli alla spesa pubblica.
«Tra le mille ragioni sul perché il Mes sia inutile, vi è che i soldi del Meccanismo Europeo, è giusto ricordare, sempre debito sono. Un debito che ormai ammonta a oltre 150 miliardi e che, prima o poi, dovrà essere ripagato dalle vere vittime morali di tutta questa storia. I giovani e le nuove generazioni». Queste sono parole di Beppe Grillo, fondatore del M5S.
“Il M5S per salvare Governo e poltrone, condanna le future generazioni e ipoteca il destino d’Italia. Una vergogna sulla quale non possiamo tacere. Ed è per questo che assieme ai ragazzi di Gioventù Nazionale della provincia di Foggia, abbiamo voluto manifestare il nostro NO al MES! Un “cappio” che il Governo ha voluto stringere al collo del nostro Paese e alle sue future generazioni”.
Queste le dichiarazioni del presidente provinciale di Gioventù Nazionale Foggia Mario Giampietro