MATA HARI (OCCHI DEL GIORNO E DELLA NOTTE)

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Viene pubblicato oggi, 15 del mese di ottobre, questo articolo in quanto proprio oggi ricorre l’anniversario di una vicenda clamorosa che ha fatto scalpore, e non solo in Europa, durante la prima guerra mondiale. È stata una vicenda che ha diviso l’opinione pubblica facendo formare due partiti: quello dei colpevolisti e quello degli innocentisti.

Protagonista di questa vicenda è stata tale Margaretha Gertruida Zelle, meglio conosciuta come Mata Hari, che è stata la regina di tutte le spie. Dotata di un fascino leggendario, sembra che nessun uomo sia mai riuscito a resisterle, in specie i numerosi ufficiali e uomini dell’esercito. Processata e riconosciuta colpevole di doppiogiochismo per aver lavorato al servizio della Germania durante la prima guerra mondiale, è stata fucilata alle 4 del mattino nei pressi di Parigi il 15 ottobre del 1917. Al momento della morte fu comunque a suo modo eroica, fredda e sprezzante del pericolo. Le cronache riportano che poco prima dell’esecuzione, rivolgesse baci ai soldati incaricati di spararle.

Nata il 7 agosto 1876 a Leeuwaren, nella Frisia olandese, è dal 1896 al 1900 l’infelice moglie di un ufficiale che aveva 20 anni più di lei. Trasferitasi a Parigi dopo il divorzio, comincia ad esibirsi in un locale non raffinato e di classe come il Salon Kireevsky, proponendo danze dal sapore orientaleggiante, rievocanti un clima mistico e sacrale; il tutto condito con dosi di “spezie” dal forte sapore erotico. Il mondo dell’epoca non poteva non accorgersi di lei. In poco tempo diviene un “caso” e il nome comincia a circolare nei salotti più “pettegoli” della città. Intrapresa una tournee per saggiare il livello di popolarità, viene accolta trionfalmente ovunque si esibisca. Per rendere più esotico e misterioso il suo personaggio cambia il nome in Mata Hari, che in lingua malese significa “occhio del giorno”.

Se prima era il suo nome che circolava nei salotti, ora vi è invitata di persona così come lo è nelle camere da letto di tutte le principali metropoli europee come Parigi, Milano e Berlino. Ma la bella e intensa vita di Mata Hari subisce un brusco cambiamento con lo scoppio della prima guerra mondiale. In gioco entrano non solo i soldati e le armi, ma anche strumenti più sottili come lo spionaggio e le trame segrete. Gli inglesi ad esempio sono coinvolti in grandi operazioni in Medio Oriente, i russi si infiltrano a Costantinopoli, gli italiani violano i segreti di Vienna, mentre sabotatori austriaci fanno saltare le corazzate: a Taranto il 2 agosto del 1916 la “Leonardo da Vinci” e nel porto di Brindisi la “Benedetto Brin”.

Ma ci vuole qualcosa di più dei cervelli che decifrano messaggi e delle spie che appostano. Ci vuole un’arma seduttiva e subdola, qualcuno che sappia carpire i segreti più nascosti operando sul cuore vivo delle persone. Chi meglio di una donna dunque? E chi meglio di Mata Hari, la donna, per eccellenza, colei alla quale tutti gli uomini cadono ai piedi? I tedeschi dispongono di Anne Marie Lesser, alias “Fraulein Doktor”, nome in codice 1-4 GW, la donna che con Mata Hari divide la ribalta dello spionaggio, capace di sottrarre ai Deuzième Boureau la lista degli agenti segreti francesi nei paesi neutrali. La guerra segreta instilla il tormento dell’insicurezza, di un nemico che vede tutto. Fragile, ricattabile, affascinante, amante della bella vita, confidente di molti ufficiali poco inclini alla vita di caserma, Mata Hari è il personaggio ideale per un doppiogioco fra la Francia e la Germania, assoldata contemporaneamente dai due servizi segreti. Ma se un agente “doppio” è arma ideale di informazione e disinformazione, della sua fedeltà non si può mai essere sicuri. In quel terribile 1917, che vede l’esercito francese minato dalle diserzioni sullo Chemin des Dames, Mata Hari diventa il “nemico interno” da eliminare. Poco importa discutere ancora se la Zelle fosse o no il famigerato H-21 di Berlino.

Colpevole o meno di tradimento, il processo serve allo stato maggiore per rinsaldare il fronte interno, cancellando i dubbi sulla credibilità del servizio segreto di Parigi. E salda i conti aperti dello spionaggio francese fin dal tempo del caso Dreyfus. È giusto sottolineare che Mata Hari, durante le fasi del processo, si proclamò sempre innocente pur ammettendo in tribunale di aver frequentato le alcove di ufficiali di molti paesi stranieri.

Si è trattato di una vicenda ambigua tanto è vero che proprio nel 2001, il paese natale della leggendaria spia ha chiesto ufficialmente al governo francese la sua riabilitazione, nella convinzione che fu condannata senza prove. È stata una vicenda talmente importante, imponente e sconvolgente da essere immortalata, nel 1931, in un celeberrimo film con Greta Garbo.

Emanuele Petrucci