E’ improponibile mettere un limite alla satira, ma è giusto conoscerne l’autore. In generale è sempre così. Innanzi tutto di qualunque tipo di comunicazione e, quindi, di satira deve essere reso noto l’autore della vignetta o dello scritto. Limitarla pare proprio inverosimile e chi dice che non ha limiti non è onesto con sè stesso. Quanti casi di satira vengono portati e giudicati in tribunale con la condanna e/o il risarcimento da parte dell’autore.
Perché questa premessa? Perché una vignetta su internet (vedasi foto) in cui si ironizzava sulla politica a San Nicandro è stata l’oggetto di discussione della settima scorsa e continua ad esserlo. Una vignetta anonima che sembra essere stata portata all’attenzione della polizia postale per conoscere l’autore della stessa in cui, almeno da parte dei politici in essa indicati, vengono raffigurati atti e comportanti che ledono la dignità della persona e, come tali, punibili anche secondo la legge sulla libertà di stampa.
Si precisa che la satira è sempre lecita e deve sempre provocare una reazione, ma dire che non ci sono limiti non è affatto onesto in quanto limiti esistono e c’è sempre una deontologia.
Nel caso della vignetta di cui alla foto c’è un’aggravante e, cioè, non si conosce l’autore. Per questa sembra essere stata sottoposta all’attenzione della polizia postale per individuare l’autore o gli autori. C’è sempre una deontologia in ogni cosa e, comunque, qualunque articolo o raffigurazione deve avere un autore. Per questo sembrano esserci accertamenti in tal senso.
La satira è una grandissima realtà giornalistica ma, anche la satira, ha i suoi limiti e, comunque, deve avere sempre una paternità. La satira politica è bellissima ma non deve essere intollerante per i destinatari. Poi, quando si fa satira senza identificazione, molto spesso non ha più valenza di sola satira.
Nella satira spesso si può sbagliare o eccedere ben sapendo che senza la libertà non esisterebbe nè satira e né caricatura.
Il Direttore