In occasione di questa giornata ho voluto raccontare la singolare e incredibile storia della piccola comunità ebraica di San Nicandro Garganico e di come essa visse quel periodo storico del fascismo.
Donato Manduzio nasce nel 1885 da una famiglia di braccianti e come tanti della sua epoca non riceve istruzione, imparerà a leggere e scrivere durante il servizio militare dal quale rientrerà invalido.
La sua infermità lo costringe a passare molto tempo seduto e si dedica molto alla lettura di testi di vario genere: romanzi, almanacchi, il rotolio e testi di magia, andando sempre alla ricerca del divino, di un essere al di sopra di tutto e di tutti; ma senza essere pago.
La notte tra il 10 e 11 agosto del 1930 sta dormendo nella sua umile casa imbiancata a calce e una voce lo sveglia e gli dice: ecco io vi porto una luce; nel buio e tenebre della notte Donato vede un uomo con una lantera in mano già pronta con olio e stoppino; Donato chiede all’uomo di accendere la lanterna ma egli risponde di non avere fuoco e che invece proprio Donato può farlo, infatti si guarda nella mano , aveva già un fiammifero acceso.
Il Manduzio tolse di mano la lanterna all’uomo, la accende, spariscono le tenebre e con esse anche l’uomo.
Donato capirà il significato di quella visione solo il giorno dopo, quando trovandosi nel suo terreno a un kilometro da San Nicandro, un suo conoscente gli porta una Bibbia che lui non conosceva e né mai aveva sentito parlare.
La lettura della Bibbia lo sconvolge, la bellezza della creazione e l’esistenza di un Dio che governa il tutto accende in lui una LUCE, si proprio quella luce della visione.
Degli ebrei non aveva mai sentito parlare e immaginava che questo popolo fosse scomparso, lui si identifica talmente tanto che comincia ad osservare le leggi della torah (pentateuco) alla lettera, con semplicità e con tanta fede credendo di essere l’unico Ebreo al mondo.
Donato era un grande narratore, cantastorie popolare, tra l’altro sbarca il lunario recitando ai compaesani “I reali di Francia e il conte di Montecristo, ora racconterà loro anche la meravigliosa storia del popolo della Bibbia.
Grande è la sua meraviglia quando seppe da un venditore ambulante che gli Ebrei esistono ancora e che vivevano anche in Italia.
Subito, insieme al suo gruppo prende contatti con la comunità ebraica di Roma per ottenere un riconoscimento; la prima volta scrivono una cartolina postale la quale viene considerata uno scherzo.
La seconda invece è una lettera ben dettagliata e questa volta ottengono una risposta dal allora Rabbino Capo Angelo Sacerdoti il quale stupito gli chiede: in che modo siete venuti a conoscenza di questa fede al quanto impossibile conoscere in un paese disperso tra i monti del Gargano?
Lui risponde: “non ho sentito la Santa parola da nessuno, ma ne ho avuto la rivelazione direttamente da Dio.
La cosa non è facile il processo di conversione è lungo ma Donato e i suoi non vogliono rinunciare per nulla al mondo.
I neo-ebrei di San Nicandro e il regime fascista
Nel settembre del 1938 arrivano le prime leggi razziali che porteranno a gravi forme di discriminazione nel mondo e per i convertiti di San Nicandro significarono controlli e pressioni.
Da Roma scrissero che era meglio attendere tempi migliori per fare nuove richieste. In qualche maniera volevano preservare il gruppo, ma dai compaesani erano ben visti anzi li ritenevano degli illuminati.
A Donato gli proibiscono di riunirsi in casa sua per lo “shabbat” e paga anche una multa di 260 lire.
La vita della comunità prosegue tra ostilità delle autorità e principali festività Ebraiche fino a quando gli Alleati entrano a San Nicandro; tra loro dei soldati Ebrei della VIII^ Brigata Britannica apprendono l’esistenza di uno stranissimo gruppo di Ebrei Garganici.
Al passaggio dell’armata i giovani sventolarono la bandiera Ebraica, essi si sono fermati scesero dai mezzi e subito dissero: shalom.
La casa di Manduzio divenne un via vai di personalità in visita, tra i quali anche Enzo Hayym Sereni, (l’ufficiale con gli occhiali nella foto) un grande sionista fautore del dialogo arabo-ebraico in Palestina.
Pochi giorni dopo fu paracadutato nel Nord Italia; catturato dai tedeschi deportato a Dachau e ivi ucciso nel 1944.
Dopo la liberazione nel 1945 finalmente il sogno di Donato, di veder e il gruppo riconosciuto ufficialmente, prima della sua dipartita si avverò.
Nel 1946 ebbero la circoncisione e nel 1948 muore Manduzio.
Tra il 1948 e il 1949 il gruppo fa l’aliyah.la salita, immigrazione ebraica nella terra d’Israele.
Le più decise a partire sono le donne, partire per la terra santa per il gruppo non significa migrazione ma piuttosto è un ritorno a casa.
A Sannicandro l’Ebraismo sembra essere finito rimangono solo tre o quattro donne tra cui anche la moglie di Donato che continua ad aprire la sua casa lo “shabath”.
Queste donne furono per l’attuale comunità come le madri d’Israele “ Sara Rebecca Rachele e Lea” .
La comunità oggi conta un bel numero, è molto attiva e dinamica, ad essa appartengono giovani che studiano e insegnano nelle scuole ebraiche e famiglie convertite ufficialmente.
Ringrazio tutti per questa memorabile giornata e concludo con i versi del salmo di Davide 133
Ecco come è bello e come è dolce che i fratelli dimorino assieme nell’unità……
Per essere uniti bisogna essere umili.
Una massima dei padri dice: “Chi insegue la gloria essa fugge da lui ma chi non la insegue, essa insegue lui”.
Grazia Casavecchia