SOVRANITA’ ALIMENTARE: COSA SIGNIFICA SECONDO FRATELLI D’ITALIA

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Il rebranding di alcuni Ministeri del nuovo esecutivo a guida Giorgia Meloni ha incuriosito in molti. Il renaming che raccolto più ironia è il Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare, affidato a Francesco Lollobrigida, fedelissimo e cognato di Giorgia Meloni. “Il prodotto italiano è di eccellenza e lo vogliamo tutelare come fanno le altre nazioni”, ha detto il ministro Lollobrigida insediandosi a via XX settembre.

IL MINISTERO DELLA SOVRANITÀ ALIMENTARE. Ma cosa vuol dire “sovranità alimentare”? Nel programma che Fratelli d’Italia ha diffuso nel corso della campagna elettorale estiva non è presente la formula “sovranità alimentare”. Di più, la parola “sovranità” appare una sola volta, nella citazione del primo articolo della costituzione “la sovranità appartiene al popolo”. Di “sovranità alimentare”, invece, ne ha parlato Carlo Petrini, fondatore di Slow food, in un’intervista al Corriere della Sera nella quale ha sottolineato che sovranità alimentare non vuol dire autarchia ma è, invece, “la stella polare per affrontare la rigenerazione dell’agricoltura nel mondo. È un concetto per cui si battono da anni tanti movimenti, compreso Slow Food”. A lui ha fatto eco Barbara Nappini, presidente di Slow Food, dicendo che la sovranità alimentare  “è il diritto dei popoli a determinare le proprie politiche alimentari senza costrizioni esterne legate a interessi privati e specifici” e che promuove “in tutto il mondo i sistemi locali del cibo, fortemente legati ai territori, basati sulle connessioni, sulle comunità, in grado di combattere lo spreco alimentare, di valorizzare la produzione di piccola e media scala e di proteggere la biodiversità”.

CONTRASTO A NUTRISCORE. Il programma, invece, presenta un capitolo dedicato alla filiera agroalimentare: “Agroalimentare pilastro del sistema Italia”. Tra i punti di attenzione c’è il “Contrasto all’introduzione di ogni strumento di classificazione dei prodotti pregiudizievole per l’agroalimentare italiano”. Tra questi c’è il Nutriscore: il sistema di etichettatura a semaforo che in discussione in sede UE che privilegia i prodotti di colore verde con bassi livelli di zuccheri, grassi e sale ogni 100 grammi. Nutriscore penalizzerebbe i prodotti del Made in Italy, centrali nella dieta mediterranea. “L’alternativa al Nutriscore c’è e si chiama ‘Nutrinform battery‘, studiata in Italia e estremamente utile allo scopo di fornire una corretta informazione sugli alimenti – ha detto il senatore Luca De Carlo, responsabile nazionale Agricoltura di FdI -. E bene ricordare, inoltre, che se non ci fosse stato Fratelli d’Italia di Nutriscore oggi nessuno parlerebbe”. Nutrinform battery non valuta i singoli prodotti ma la loro incidenza nella dieta. La posizione di De Carlo è condivisa dal vicedirettore per la sostenibilità alimentare presso la DG SANTE, Claire Bury: “la Commissione non proporrà il Nutriscore, stiamo valutando una serie di diversi schemi valutativi e i vantaggi di ciascuno di loro. Non vogliamo portare sul tavolo qualcosa che polarizzi il dibattito”.

PROMOZIONE DELLA DIETA MEDITERRANEA E LOTTA ALL’ITALIAN SOUNDING. E proprio la difesa della dieta mediterranea è tra gli altri punti del programma di FdI. “Promozione della dieta mediterranea e dell’agroalimentare di qualità contro i cibi sintetici”, insieme alla lotta all’Italian sounding che penalizza “il nostro marchio agroalimentare”. L’obiettivo, secondo quanto detto dal ministro Lollobrigida, è tutelare “l’economia agricola dalle aggressioni del mercato del falso rimettendo al centro il rapporto con il settore per proteggere la filiera e il concetto di cultura rurale. Nel 2022 saranno oltre il 30% le aziende che chiuderanno con un reddito negativo, mentre prima della crisi le aziende con queste difficoltà erano il 7%, perché i costi adesso non sono sostenibili”.

SOVRANITÀ ALIMENTARE E REVISIONE DELLA PAC. Tra dossier di competenza di Lollobrigida c’è una revisione della PAC, la Politica Agricola Comune. “È necessaria una riforma della Pac, la Politica agricola comune — ha detto il ministro — che si liberi dall’ideologia intrinseca del Farm to Fork, perché la sensibilità ambientale è sentita anche in Italia e il nostro Paese può dire di avere una delle agricolture da sempre più sostenibili”. Del resto anche nel programma di FdI era ben chiara la necessità di rivedere quanto stabilito a Bruxelles. “Stimolare il coordinamento con le istituzioni europee per limitare l’esposizione alimentare del continente nei confronti del resto del mondo – si leggeva nel programma -. Contrasto alla proliferazione delle specie faunistiche in esubero, che producono danni alla biodiversità e all’agricoltura”.

L’AGRICOLTORE AL CENTRO. Centrale nel capitolo dedicato all’agricoltura è la figura dell’agricoltore attraverso la promozione di “contratti di filiera che mettano al centro l’agricoltore e riducano la forbice tra costo di produzione e prezzo di vendita del prodotto”

LE INFRASTRUTTURE PER L’AGRICOLTURA. Per ciò che riguarda le infrastrutture il programma di Fratelli d’Italia prevedeva di rendere più efficiente l’uso delle “risorse idriche, predisponendo un “piano invasi” per combattere la siccità”, la “riqualificazione e potenziamento delle reti idriche”, la realizzazione “di nuovi e più potenti dissalatori per produrre acqua a scopo agricolo” e la salvaguardia “tutela e razionalizzazione dei mercati agroalimentari, fondamentali piattaforme logistiche e di distribuzione”. (startmag)