Stagione irrigua ancora al palo, con le dighe vuote a Foggia e Bari e impianti fatiscenti e fermi a Taranto. La crisi idrica è già realtà, e sarà al centro del tavolo convocato il 21 maggio dall’assessore Donato Pentassuglia, su forte richiesta di Coldiretti.
Oggi la pioggia finisce in mare, mentre i campi gridano sete. In provincia di Taranto, la dipendenza dagli invasi lucani rende tutto più fragile: basta un problema a Monte Cotugno o San Giuliano per mandare in tilt l’intero sistema.
In Capitanata la diga di Occhito è ferma. L’acqua erogata è ai minimi storici: 600 metri cubi ad ettaro nel comprensorio sinistra Ofanto, appena sufficiente per una “irrigazione di soccorso”.
I volumi d’acqua trattenuti dalle dighe in Puglia sono quasi la metà rispetto al 2024, già anno nero. Un rischio enorme per le campagne e gli investimenti agricoli. Danni potenziali? Oltre 1 miliardo di euro.
Serve un piano invasi. Coldiretti rilancia proposte concrete:
Completare la diga di Saglioccia
Recuperare la funzionalità della Diga del Pappadai, strategica per Taranto e l’Alto Salento
Riformare il sistema assicurativo contro i danni da eventi climatici estremi
L’agricoltura pugliese non può più aspettare. L’acqua è vita. E senza, non c’è futuro.