SAN NICANDRO VISTA DA UN SANNICANDRESE: SPOPOLAMENTO E BISOGNO DI PIU’ FANTASIA

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Caro Direttore Rinetto Manduzio,

ho letto con attenzione il tuo editoriale di domenica 20/12. Mi ha colpito e fatto riflettere la parte iniziale del tuo intervento: “San Nicandro non è mai stato un paese anonimo, un paese che seguiva esempi o che imitava altri. Anzi, è stato anticipatore di tante novità sul lato politico e di tante intelligenze e tradizioni sul piano culturale. Oggi quel paese non c’è più“.

Sono parole verissime che potrei confutare con mille esempi. Ma non è questo il problema; questa rappresenta, ormai, la situazione attuale e reale. Bisogna chiedersi perchè c’è il rischio, come tu dici, della fine di una comunità. Se si analizza la composizione sociale attuale di San Nicandro, cosa che tu hai fatto certamente, e l’andamento demografico di questi ultimi decenni, ci si può accorgere facilmente che le migliori energie intellettuali della nostra città hanno costruito altrove la loro vita e le loro carriere professionali.

Quante migliaia di bravi ragazzi che hanno studiato, si sono laureati, sono tornati e si sono stabilizzati nel paese dove sono nati e cresciuti? Quanti altri giovani, invece, che non hanno studiato, sono andati altrove, in Italia o all’estero, alla ricerca di lavoro? Io credo che lo spopolamento di San Nicandro sia l’origine di tutti i “mali” che lamentiamo e soffriamo oggi. Io sono tra quelle persone che hanno dovuto allontanarsi in altra Regione per assicurare un futuro di lavoro per i propri figli e una prospettiva migliore per i propri nipoti. Ci tornerò tra qualche anno, per ovvie ragioni, ma solo da pensionato. Sono tanti, che conosco, che hanno dovuto fare questa scelta non facile. Lo spopolamento ha poi portato a quali conseguenze a livello economico e culturale? La povertà del commercio, del turismo, dell’agricoltura, della difesa delle nostre tradizioni culturali, del livello di mediocrità della nostra vita politica e amministrativa, della totale assenza di ogni iniziativa individuale o di gruppo in campo imprenditoriale, ecc., ecc., non sono forse legati alla perdita di fermento, entusiasmo, fiducia in quel senso di comunità che si è via via perduto negli anni?.

C’è da dire che il fenomeno dello spopolamento non ha colpito solo San Nicandro, ma tutto il territorio garganico. Dov’è la differenza? Che mentre altri comuni viciniori hanno tentato e tentano tutt’ora di reagire attraverso iniziative di valorizzazione dei propri territori nel campo del turismo, dell’agricoltura, della piccola economia locale, delle iniziative culturali, San Nicandro continua ad essere “fermo al palo”, in preda alle “scorribande” lotte individuali di potere a livello politico e amministrativo con la conseguenza di essere diventati il comune “zimbello” del Gargano quando noi, in altri tempi, ne eravamo protagonisti. Questo non significa che anche in passato non siano stati commessi errori anche gravi. Voglio però ricordare che negli anni 80, San Nicandro aveva ancora interi quartieri privi di acqua e fogna, aveva il 70% di strade interne sterrate e nelle quali “scolava” di tutto, aveva scuole da poveri paesi africani, un servizio raccolta rifiuti con cumuli di immondizia che si formavano in diversi quartieri e al centro del paese, come a Pozzo Bove, in preda ai cani notturni (conservo le foto).

Non solo. Ancora prima degli anni 80 si approvavano al Comune lottizzazioni con strade di 5/6 metri di larghezza, senza nessuna previsione di piazze o spazi per i servizi pubblici e collettivi con l’aggravante che si è consentito di distruggere la più bella spiaggia dell’Adriatico con un abusivismo senza regole e senza controlli.

Mi chiedo: la Regione Puglia ha consentito al comune di acquisire al suo patrimonio il castello; per quanti anni resterà ancora abbandonato a se stesso? Per quanti anni ancora la ex biblioteca comunale, al centro del paese, resterà bloccata nei lavori di completamento? Per quanti anni ancora la politica continuerà a non capire che la spiaggia di Torre Mileto va totalmente ripulita e ricostruita con tutti i servizi, compresa la Torre Mileto? ecc.,ecc.. Allora, qui non è più solo problema di spopolamento. Quelle poche energie intellettuali che sono ancora in campo, giovani e meno giovani, a cominciare da te caro Rinetto, non possono continuare ad analizzare il misfatto e poi girare la testa dall’altra parte. Molte cose si possono ancora ripensare e tante altre si possono ancora valorizzare.

C’è bisogno di un pò di fantasia in più e soprattutto sapersi inserire in tutti quei rivoli di finanziamenti a livello regionale, nazionale e, oggi, soprattutto comunitari che possono invertire le sorti di una comunità avviata verso la fine. C’è bisogno di una politica che si confronti su progetti veri e coraggiosi, che abbia la capacità di interloquire ai diversi livelli istituzionali con stile, garbo, decisione e chiarezza di idee.  La battaglia contro lo spopolamento può essere il vero tema del confronto a livello locale e territoriale e sulle scelte da compiersi per il futuro.

Approfitto per farti i miei auguri di buone feste un buon felice anno nuovo a tutta la comunità di San Nicandro.

Leonardo Di Monte