SAN NICANDRO: “U BUONGIORN C’ VED’ DA LA MATINA”

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Continua una nuova serie di articoli che parlano sui modi di dire e degli aforismi locali per capire e analizzare la quo ed offrire una visione chiara, lucida e trasparente della condizione umana in cui ognuno di noi può legittimamente dedurre o trarre da ciascuno di essi le considerazioni che gli sembrano più ovvie in riferimento ai tempi, alle usanze, ai problemi, ai comportamenti e agli altalenanti rivolgimenti che la società sta attualmente vivendo. Gli articoli sono tratti dal libro “Voci di Capitanata” di Donato D’Amico.

Il detto di oggi è: “U buongiorn c’ ved’ da la matina”, cioè “Il buongiono si vede dal mattino”.

Sarà poi vero? Noi crediamo proprio di sì. Come il classico “buongiorno”, che è l‘auspicio per una buona giornata rende felici e disponibili fra loro gli occasionali interlocutori, parimenti la nuova giornata di lavoro ci sarà propizia e favorevole sempre che il nostro primo impatto con la nuova realtà quotidiana non ci riservi sorprese sgradevoli o vere e proprie amarezze che, solitamente, mal ci dispongono ad affrontare serenamente i quotidiani problemi della vita.

Naturalmente, al motto popolare noi potremmo anche dare un taglio pedagogico e scientifico, nel senso che potrebbe essere questa l‘occasione per parlar di “influenza ambientale” sul comportamento dell‘uomo, di condizionamento psicologico in riferimento al rendimento del soggetto agente e quant‘altro potrebbe negativamente influenzare la condotta dell‘uomo in rapporto alle sue quotidiane prestazioni, alla sua buona volontà, alla fermezza del suo carattere, all‘entusiasmo e all‘interesse che potrebbero o meno sollecitarlo ad operare.

Ora, siccome noi pensiamo che al lettore interessi non tanto la dimensione culturale del detto popolare, quanto il grado della sua attendibilità, ossia il suo valore di verità, allora noi prescindiamo da ogni impegno di natura culturale per attardarci, viceversa, in considerazioni più pertinenti alla significatività del motto popolare.

Sotto questo aspetto è stato unanime il coro dei nostri compaesani nel riconoscere, anche grazie alla loro esperienza, la veridicità sostanziale del proverbio. Il che significa che se mai qualcosa al mattino ci dovesse andare storto, allora noi dobbiamo afferrare la nostra giornata “con le pinze” ossia dobbiamo armarci di tutta la nostra buona volontà per evitare che essa ci sfugga di mano e i progetti possano essere compromessi e vanificati dalla nostra intemperanza. Siamo, dunque, prudenti e accorti. Non sottovalutiamo neppure il più piccolo indizio perché persino da esso (come dicono i vecchi) noi possiamo argomentare e dedurre se qualcosa è avvenuta o stia per accadere. Per certo possiamo dire che, a volte, basta un segnale più o meno apparente, il semplice fiuto per scoprire e indicare dove si nasconde l‘inghippo che potrebbe guastarci la giornata. Sovente, è anche questione di temperamento, di equilibrio, di padronanza di sé.

Allora, adoperiamoci e auguriamoci che l‘impatto con il nuovo giorno non sia sconvolgente per noi. Il turbamento che ne deriverebbe potrebbe provocarci anche un profondo trauma psichico dal quale, poi, non avrebbe facile uscire se è vero, come è vero che spesso in simili circostanze, si è persino gridato a presunte persecuzioni da parte di fattucchieri o a maledizioni di persone invidiose. Infatti, non di rado, ancora oggi sentiamo dire “è una giornata storta” volendo con ciò adombrare chissà quale sortilegio o incantesimo pronunziati a nostro danno. È un pregiudizio da sfatare ad ogni costo perché siamo noi gli unici artefici del nostro destino.