SAN NICANDRO: “LA CHIANTA C’ CHIECA QUANN’ E’ VERDA”

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Continua una nuova serie di articoli che parlano sui modi di dire e degli aforismi locali per capire e analizzare la quo ed offrire una visione chiara, lucida e trasparente della condizione umana in cui ognuno di noi può legittimamente dedurre o trarre da ciascuno di essi le considerazioni che gli sembrano più ovvie in riferimento ai tempi, alle usanze, ai problemi, ai comportamenti e agli altalenanti rivolgimenti che la società sta attualmente vivendo. Gli articoli sono tratti dal libro “Voci di Capitanata” di Donato D’Amico.

Il detto di oggi è: “La chianta c’ chieca quann’ è verda?”, cioè “La pianta si piega quando è verde”

Il riferimento del nostro proverbio è piuttosto evidente, nel senso che esso non lascia dubbi sulla sua interpretazione. Così, ci è facile ridire che il motto popolare allude soprattutto alla educazione e alla formazione dei nostri ragazzi, pur non escludendo fatti, circostanze ed altre esperienze per i quali la tempestività del nostro intervento costituirebbe comunque una condizione di vantaggio per la situazione. Noi accogliamo di buon grado la riflessione pedagogica- educativa che i nostri padri ci hanno rimandato. Non c‘è patrimonio migliore che una sana e sapiente educazione, specialmente oggi in cui la società, per una manifesta carenza di quei valori che hanno informato la vita dei nostri progenitori, sta soffrendo la trasversalità di tante forze anonime che ne stanno compromettendo tradizioni, consuetudini e costumi.

Secondariamente, per tutte le altre circostanze o necessità di vita, noi consigliamo di intervenire non appena esse si manifestano, cioè quando sono ancora allo stato embrionale, perché solo in questo modo noi riusciremo a correggere, modificare e migliorare situazioni che, viceversa, potrebbero compromettere speranze e aspettative.

In altri termini, ciò che ci viene richiesto dal proverbio altro non è che una accurata vigilanza e un accorta sollecitudine per fare in modo che nulla sfugga al controllo dell’adulto e tutto, persone e fatti, seguano l’itinerario previsto dalla logica e dalla ragione. Soprattutto nel campo dell’educazione.

Questo significa che, se da un lato, ogni precocità può nuocere al regolare sviluppo dell‘uomo, dall‘altra, ogni ritardo potrebbe produrre danni irreparabili, perché certe acquisizioni devono verificarsi in rapporto a tempi psicologici di maturazione ormai ben conosciuti e definiti. Diversamente si otterranno scarsi risultati, nel senso che “il ramo si rompe ma non si piega” ovvero diventa difficile è problematico indirizzarli verso la luce per una crescita ottimale.