SAN NICANDRO: “CHI DORM’ CHI CAN’ C’ IAUZA CH’ LI PUC”’

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Continua una nuova serie di articoli che parlano sui modi di dire e degli aforismi locali per capire e analizzare la quo ed offrire una visione chiara, lucida e trasparente della condizione umana in cui ognuno di noi può legittimamente dedurre o trarre da ciascuno di essi le considerazioni che gli sembrano più ovvie in riferimento ai tempi, alle usanze, ai problemi, ai comportamenti e agli altalenanti rivolgimenti che la società sta attualmente vivendo. Gli articoli sono tratti dal libro “Voci di Capitanata” di Donato D’Amico.

Il detto di oggi è: “Chi dorm‘ chi can‘ c‘ iauza ch, li puc‘”, cioè “Chi dorme con i cani si alza con le pulci”.

La interpretazione più significativa della tesi ci richiama una teoria educativa vecchia quanto l‘uomo: quella incentrata sulla influenza dell‘ambiente nella educazione dell‘uomo.

Il proverbio ha radici antichissime se appena consideriamo che l‘incauta convivenza uomo – cane non può che derivare a moltissimi anni addietro. Probabilmente fu sin d‘allora, ai primordi della storia umana, che l‘uomo cominciò a capire quanto influente è determinante fosse l‘azione dell‘ambiente sulle decisioni dell‘uomo. Era tu fatto, e l‘esperienza c’è li insegna, che l‘ambiente e la società in cui viviamo costituiscono validissimi fattori di educazione, tant‘è che per la formazione dell‘uomo non è assolutamente pensabile prescindere da essi.

Di questo, la pregnante attualità di un proverbio che si appalesa pienamente in linea con i più recenti criteri che informano le scienze dell‘educazione: dalla pedagogia alla psicologia, dalla sociologia all‘etnologia. Ora, poiché l‘ambiente può essere mortificante e deprimente, ecco che il proverbio vuole suggerire all‘uomo di operare le scelte giuste, di distinguere nel mucchio, di preferire come amici di studi, di lavoro o di svago persone più che oneste e irreprensibili, e vogliono evitare danni e perdite materiali, morali ed economiche.

Per concludere, diciamo che il significato del proverbio è così lapalissiano che non tocca a noi raccomandarne l‘osservanza al buon senso e alla intelligenza del lettore. Infatti, la tesi popolare afferma e sostiene che chi frequenta cattive compagnie spesso si ritrova impelagato in situazioni più o meno compromettenti e lesive della dignità e dell‘onore personale. Noi vogliamo solo aggiungere che non è sempre facile nè agevole correre si rimedi quando, nostro malgrado, ci ritroviamo immersi in raccapriccianti situazioni dalle quali non riusciamo più a liberarci, così cime avviene con le pulci fastidiose allorché ne saremo invasi a causa di una nostra imprudenza.

Queste riflessioni ci consentono di poter dire che prevenire un guasto o precorrere un inconveniente costa molto men in termini di l’avrò e di preoccupazioni che un intervento postumo, solitamente eseguito in fretta e sovente privata di ogni efficacia risolutiva.