PAESELLO, MON AMOUR, ADIEU!

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Non c’è al mondo fotografo professionista, sia pure dotato delle attrezzature più sofisticate, che possa ritrarti realisticamente nella tua completezza. Occorrerebbe un acquerellista di gran pregio per coglierti e raffigurarti complessivamente, da ogni angolazione e in tutte le sfaccettature.

Mi immagino l’artista, seduto davanti a una tela posta su un cavalletto, che si accinge a dipingere un casolare solitario e diroccato, le mura screpolate e cascanti, il tetto mezzo crollato, e intorno una erbaccia alta dove frusciano serpi, lucertole e ratti. Un rudere sperduto in aperta campagna, esposto a ogni sorta di intemperie; in balia di un manipolo di briganti che sbucano dalle grotte per far razzia a man bassa di ciò che resta del pollaio abbandonato.

Il tutto, raffigurato in un quadretto sottotitolato “Masseria disertata”.

Certo è che da “città” sei ridotta a un paesello negletto, abbandonato, caduto in disgrazia. Una nuvola nera grava sul tuo cielo, e non c’è perturbazione atmosferica che riesca a fugarla.

Con chi prendercela? A chi dare la colpa? Niente niente vogliamo addossarla all’Amministrazione? Non è possibile! Non esiste Amministrazione! Come si può accusare qualcuno o qualcosa che non c’è! Chi accusiamo, il vuoto, l’inesistente?

Allora, si escogitò una pensata: perché non una manifestazione di massa?

Caritas – Gruppi umanitari – Protezione Civile – CRI – Pro loco – Associazioni culturali, hanno pensato di coinvolgere le parrocchie per organizzare una processione cittadina al fine di chiedere un intervento alla Provvidenza divina.

La proposta fu valutata attentamente. Venne preso in esame l’intero stradario interno e perimetrale dell’abitato; tangenziali e raccordi anulari, strade e stradine, vie e viuzze, piazze e piazzette, larghi e larghetti, e ogni minimo spazio disponibile. Considerato che il tutto è adibito a traffico a scorrimento veloce no stop, e a parcheggi senza limiti di orario, una processione di massa avrebbe aggiunto caos a caos. Meglio desistere. Praticamente, missione impossibile.

E allora?… Attendiamo. Passerà la scalogna? Passerà la nottata? Chi vivrà vedrà!

Intanto, la masseria sempre più disertata e in stato di degrado. Di giorno, solo sciami di auto in continuo ronzio. Di notte, boati e lingue di fiamme lungo strade buie e deserte. Sparuti superstiti della Legge, asserragliati e assediati, si difendono alla meno peggio. Gli Amministratori, latitanti e allo sbando, o rintanati al buio a spolparsi l’osso.

Anche la Speme di foscoliana memoria, ultima Dea, fugge i sepolcri. A noi, come ebbero a dire Benigni e Troisi in un celebre film, non resta che piangere. (da “Novelle per ogni stagione”)

Antonio Solimando